Firenze. Nella primavera di un paio di anni fa la formazione politica "occidentalista" chiamata Lega Nord veniva considerata dal gazzettame come l'astro nascente della politica cittadina. A suo tempo prendemmo nota del colorito materiale propagandistico diffuso da uno dei candidati e non abbiamo mai smesso di interessarcene, pur relativamente convinti che la livorosa e cianciante inconsistenza della sua azione politica sarebbe bastata da sola a ridimensionarne il fenomeno in capo a pochi anni.
Molti degli scritti qui raccolti sono intrisi da una tale considerazione nei confronti dell'"occidentalismo" da non rifuggire certamente dall'accanimento ad personam. Se invece di andare a lavorare qualcuno pensa di poter sopperire alle necessità materiali della vita quotidiana emettendo comunicati stampa, significa che desidera che il più persone possibile prestino attenzione a quanto dice; il problema è che non sempre le reazioni suscitate sono quelle che l'elettorato passivo "occidentalista" ritiene maggiormente desiderabili. La Lega Nord ha offerto ed offre a tutt'ora una congerie di miserie umane e di umani miserabili all'apparenza inesauribile, che ci ha permesso per anni di infierire sulle bambinesche priorità dei Marco Cordone e sulle meschinità ridanciane dei Federico Tosoni, trovandoli comunque alla bassezza dell'elettorato di cui sono rappresentanti e quindi assolutamente non criticabili da questo punto di vista.
Di una sezione di paese scrivemmo nel dicembre 2011.
Nel maggio 2012 abbiamo scoperto che la sezione fiorentina della "Lega Nord" è in un fondo commerciale di piazza Pier Vettori.
Il quadro d'insieme riesce subito a rendere la stessa sensazione di trascuratezza e di approssimazione; il contrasto con la scena dell'attivismo politico propriamente detto che si ostina a caratterizzare la città di Firenze e che produce iniziative e comunicazione a getto continuo non potrebbe essere più forte. Invece di intrattenere i passanti ricordando le vittime non collaterali di un certo democracy export per cialtroni incoscienti, a Firenze hanno preferito ornare la vetrina della sede (un fondo commerciale che non abbiamo mai visto aperto) con una bandiera che nelle tradizioni inventate che caratterizzano l'immaginario del "partito" dovrebbe ricordare quella che per una ventina d'anni nel corso del XIX secolo fu la bandiera del Granducato di Toscana.
Nessuno si è curato di riparare -o di installare- un qualche genere di insegna.
L'elemento interessante dell'immagine è però il poster che occupa per intero il vano dell'entrata.
Collettivi, ricercatori, occupazioni, scioperi ci avete rotto vogliamo studiare ORA BASTA!
Lo slogan è corredato dalla caricatura di un tale intento a soppesare i propri voluminosi testicoli.
La grafica approssimativa e volgare ed il linguaggio trascurato ed irritante sono dei punti fermi della propaganda di questo "partito", così come lo sono i siti web dell'elettorato passivo, accomunati da approssimazione e trascuratezza.
La firma è quella di una sedicente "lega universitaria" il cui sito web non viene aggiornato da dodici mesi e non ha mai pubblicizzato alcuna iniziativa. Al momento in cui scriviamo le elezioni universitarie sono lontane oltre un anno. Gli eletti (un numero miserabile, come miserabile è stato il totale dei suffragi raccolti) non hanno affatto brillato per attivismo e per presenza, segnalandosi essenzialmente per le conseguenze penali della propria cialtroneria e per la inscalfibile autoreferenzialità di quelle che, più che "iniziative politiche", andrebbero considerate delle vere e proprie prediche al deserto. L'elettorato attivo, invece, ha pensato bene di limitarsi ad aderire ad alcune iniziative sporadiche e pazzesche, nel solco della continuità con quanto i nostri lettori conoscono bene.
L'infingardaggine e la trascuratezza dell'occidentalame fiorentino sfociano in abituali débacle politico-elettorali: il web ha la memoria lunga ed anche uno scritto come questo può contribuire ad affossare, al momento giusto, le aspirazioni di certi volti ben nutriti. Nel maggio 2012 la propaganda della "lega universitaria" ed il modus agendi sul territorio del "partito" cui essa fa capo permettono di trarre una conclusione molto impietosa.
A "voler studiare" e a riconoscersi nella propaganda della Lega Nord sono state alcune decine di elettori, su un totale che supera di molto i cinquantamila aventi diritto. Ma questo non è certo il maggiore dei problemi.
Il problema è che della dedizione allo studio nella Lega Nord si ha un'idea molto sui generis. Nei primi mesi del 2012 una serie di scandali ha di fatto ridotto in briciole il "partito" ed il mainstream ha elencato per qualche settimana anche una insistita aneddotica sui metodi tra il maldestro ed il colorito utilizzati da certi esponenti dell'elettorato passivo della Lega Nord per "conseguire" un titolo di studio universitario.
La sopravvivenza politica, se non proprio la pulizia pura e semplice, avrebbero preteso che si pensasse almeno a sostituire il manifesto.
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