Nel gennaio 1990 le truppe sovietiche entrarono a Baku e repressero nel sangue una manifestazione popolare. Nonostante -o forse proprio a causa della- sbrigatività dell'azione, Mosca non riuscì né a ritardare il distacco della Repubblica dell'Azerbaigian da un'Unione Sovietica arrivata alla fine, né ad impedire che sfuggisse, per la prima volta dall'epoca zarista, all'areale di influenza geopolitica russo.
I primi tre anni dopo l'indipendenza e dopo la dissoluzione dell'URSS furono segnati dalla guerra con l'Armenia; il casus belli è dato dallo statuto del Nagorno Karabakh, énclave armena in territorio azero, ma le radici dell'ostilità reciproca sono più profonde e vanno cercate ai tempi del metz yeghern, il Grande Male, il genocidio armeno iniziato nel 1915.
Per entrambi i contendenti le conseguenze principali della guerra furono l'affluire scambievole di profughi e la reciproca distruzione di testimonianze storiche e culturali vecchie di millenni. In più, l'Azerbaigian subì una serie di rovesci militari che portarono gli armeni ad occupare circa il dieci per cento del territorio azero, quel tanto che basta per ricongiungere fisicamente alla Repubblica Armena l'énclave del Nagorno Karabakh. Il cessate il fuoco del 1994 ha lasciato le truppe dove stavano; da allora ogni anno scontri di frontiera e scaramucce provocano la morte di alcuni soldati per parte. L'Azerbaigian controlla a sua volta una énclave in territorio armeno, quel Nahichevan che nel 1990 fu il primo lembo di territorio sovietico a dichiarare la propria indipendenza, e che vive stentatissimamente di traffici di confine.
In contrapposizione ai vicini, l'Azerbaigian ha stretto accordi con Turchia ed USA; in particolare, l'influenza geopolitica turca è ben visibile ed è potente anche sulla vita quotidiana, sulla comunicazione mediatica e sui comportamenti di consumo della popolazione.
L'economia del paese è in fase di accennata diversificazione, con un'industria conserviera ed alimentare in sviluppo, ma il gettito principale viene dai giacimenti petroliferi sul Caspio, che hanno riportato a Baku il dinamismo (eufemismo per "disuguaglianze sociali") e la ricchezza ("dinamica" anch'essa) che la caratterizzavano all'epoca della sua fondazione. Il patrimonio storico-archeologico azero offre testimonianze che vanno dal neolitico all'architettura cagiara lasciata dal dominio persiano, fino alle costruzioni in stile russo realizzate ai tempi dell'URSS. Il paesaggio, verde montagnoso al nord e verso il confine georgiano, è invece brullo e sassoso a sud della capitale.
Le immagini risalgono all'estate 2006.
I primi tre anni dopo l'indipendenza e dopo la dissoluzione dell'URSS furono segnati dalla guerra con l'Armenia; il casus belli è dato dallo statuto del Nagorno Karabakh, énclave armena in territorio azero, ma le radici dell'ostilità reciproca sono più profonde e vanno cercate ai tempi del metz yeghern, il Grande Male, il genocidio armeno iniziato nel 1915.
Per entrambi i contendenti le conseguenze principali della guerra furono l'affluire scambievole di profughi e la reciproca distruzione di testimonianze storiche e culturali vecchie di millenni. In più, l'Azerbaigian subì una serie di rovesci militari che portarono gli armeni ad occupare circa il dieci per cento del territorio azero, quel tanto che basta per ricongiungere fisicamente alla Repubblica Armena l'énclave del Nagorno Karabakh. Il cessate il fuoco del 1994 ha lasciato le truppe dove stavano; da allora ogni anno scontri di frontiera e scaramucce provocano la morte di alcuni soldati per parte. L'Azerbaigian controlla a sua volta una énclave in territorio armeno, quel Nahichevan che nel 1990 fu il primo lembo di territorio sovietico a dichiarare la propria indipendenza, e che vive stentatissimamente di traffici di confine.
In contrapposizione ai vicini, l'Azerbaigian ha stretto accordi con Turchia ed USA; in particolare, l'influenza geopolitica turca è ben visibile ed è potente anche sulla vita quotidiana, sulla comunicazione mediatica e sui comportamenti di consumo della popolazione.
L'economia del paese è in fase di accennata diversificazione, con un'industria conserviera ed alimentare in sviluppo, ma il gettito principale viene dai giacimenti petroliferi sul Caspio, che hanno riportato a Baku il dinamismo (eufemismo per "disuguaglianze sociali") e la ricchezza ("dinamica" anch'essa) che la caratterizzavano all'epoca della sua fondazione. Il patrimonio storico-archeologico azero offre testimonianze che vanno dal neolitico all'architettura cagiara lasciata dal dominio persiano, fino alle costruzioni in stile russo realizzate ai tempi dell'URSS. Il paesaggio, verde montagnoso al nord e verso il confine georgiano, è invece brullo e sassoso a sud della capitale.
Le immagini risalgono all'estate 2006.