Firenze. Il rabbioso e orgoglioso Jacopo Cellai nel 2012
Jacopo Cellai, micropolitico "occidentalista" di Firenze. Talmente rabbioso, orgoglioso e alternativo che il suo sito web non viene aggiornato da tre anni.
Si è fidato della sua fotogenicità, ed ha risparmiato ai potenziali elettori le cinografie tanto in voga tra l'elettorato passivo "occidentalista" più consapevole del proprio valore e della propria rappresentatività.

 

Il clima generale, non foss'altro che per i risultati elettorali conseguiti nel maggio 2012 dal "partito" cui appartengono Emanuele Roselli e Jacopo Cellai, imporrebbe a chi intende vivere parassitando enti pubblici una profonda revisione della propaganda diffusa.
La perseveratio diabolica dei micropolitici dell'"occidentalismo" fiorentino è invece capacissima di dare prova di un autolesionismo straordinario.
L'allergia degli "occidentalisti" a qualunque cosa implichi serietà, studio, competenza, capacità di giudizio e senso di responsabilità è troppo nota perché valga la pena tornare sull'argomento: è probabile che i toni di moderata e femminile stizza del comunicato stampa con cui i due ben vestiti e ben nutriti "occidentalisti" di cui sopra hanno denunciato uno spreco di denaro pubblico siano dovuti al loro sincero terrore di doversi cimentare con qualche difficile compito di sviluppo.
Il denaro pubblico speso per le "lezioni di Islam" non ci parrebbe davvero mal destinato, se di "lezioni di islam" si fosse trattato.
Una formazione nelle scienze religiose come la intendiamo noi implicherebbe quantomeno l'apprendimento dell'arabo classico, propedeutico allo studio del Libro e degli حديث‎; cose difficilmente compendiabili in una visita alla moschea fiorentina attualmente collocata in Borgo Allegri, oggetto della operazione denigratoria del giorno.
Prendiamo comunque atto della lamentela, ed ipotizziamo che i sudditi abbiano pagato il conto della permanenza in moschea dei due micropolitici e di qualche loro collega. Si tratta verosimilmente di una giornata di gettoni di presenza per una ventina di eletti.
Le truppe di occupazione mandate in Afghanistan da "occidentalisti" rabbiosi ed orgogliosi che non hanno mai sentito che odore abbia una ferita agli intestini, costano soltanto cinquantuno milioni al mese, più di un milione e mezzo al giorno. Non è dato sapere se i ripetuti defilé in mimetica di Ignazio Benito Maria La Russa siano stati quantificati a parte.
Particolare interesse hanno alcune righe del comunicato, perché vi traspare in parte l'abituale incompetenza dei sottoscrittori:
Evidentemente qualcuno continua a fare un po’ di confusione e non ha capito che la Commissione Cultura si deve occupare politicamente dei temi culturali, e non deve essere invece usata come momento di approfondimento culturale dei consiglieri
Non resta che prendere atto che l'optimum "occidentalista" sarebbe rappresentato da un organo politico dotato di un'ignoranza assoluta degli stessi temi su cui dovrebbe legiferare e disporre. In effetti, gli organi elettivi dominati dagli "occidentalisti" hanno abitualmente dato di sé esattamente questo tipo di prova; il mainstream offre ogni giorno decine di esempi del genere.
Adempiere in modo coscienzioso alle consegne ricevute impedisce di lasciare un'opera a metà. Una volta data copiosa prova di incompetenza, Emanuele Roselli e Jacopo Cellai passano a darne una, altrettanto copiosa, di malafede:
Si ha comunque l'impressione che qualcuno nel centrosinistra stia ripetutamente cercando di sovrapporre al tema urbanistico della moschea, questioni di carattere culturale e religioso, cercando così di costruire un consenso politico intorno ad percorso politico-amministativo che in realtà niente ha a che fare con il pluralismo e la libertà religiosa che in Italia sono costituzionalmente tutelate.
Gli "occidentalisti" hanno fatto il possibile e l'impossibile, il giusto e l'ingiusto perché un tema che a sentir loro è squisitamente urbanistico acquisisse connotazioni "culturali" e religiose, all'interno di una martellante ed incessante campagna di demonizzazione dell'Islam finalizzata al mantenimento di un clima sociale profondamente intriso di odio, utilizzabile a fini elettorali. Si tratta di una prassi abituale al punto che la confutazione ed il dileggio delle produzioni mediatiche della propaganda "occidentalista" sono sempre stati temi ricorrenti negli scritti qui raccolti.
A noi non resta dunque che additare ancora una volta questi hoyatoleslam c'a'pummarola 'n coppa al profondo disprezzo dei nostri lettori.
Dal momento che chi lavora tutto il giorno non ha alcunché da temere da parte di chi non beve vino, non desidera mangiare maiale e non sperpera denaro in abiti costosi, ripetiamo quello che pensiamo sulla moschea di Firenze. La moschea si deve fare, si deve fare a spese pubbliche sottraendo esplicitamente risorse ai capitoli "armamenti" e "gendarmeria", si deve costruire con materiali di pregio ed avendo in mente un edificio che deve essere degno della città di Firenze, secondo le stesse linee di pensiero seguite a suo tempo per la sinagoga di via Farini. La miglior collocazione per l'edificio sarebbe a nostro avviso il lato orientale di piazza Ghiberti, una volta demoliti gli edifici che vi sorgono e che da troppo tempo ospitano attività responsabili in prima persona di un degrado e di una insicurezza tanto autentici quanto invisibili ad occhi "occidentalisti".