Una consultazione elettorale di fine marzo 2010 si è chiusa con un aumento vertiginoso dei consensi per un partito "occidentalista", la Lega Nord, i cui candidati sono fedele specchio di certe realtà.
I termini della questione non sono riducibili al caso, pure archetipico, di Renzo Bossi; per spiegare il trionfo leghista nel nord est della penisola italiana, in una zona chiamata Veneto, occorre qualcosa di più.
Lo scritto che presentiamo fu isiprato a Miguel Guillermo Martinez Ball da un fatto di cronaca nera verificatosi ad Olmo di Martellago (Venezia) nel 2006. Illustra alla perfezione quel normalissimo sfacelo dei rapporti umani che è ovvio risultato dell'adesione incontrastata ai valori che caratterizzano l'"Occidente" contemporaneo.
Uno sfacelo del quale abbiamo avuto prova diretta nel 1999, quando un'insegnante di un centro di formazione professionale padovano ci raccontò che uno dei suoi allievi sedicenni reputava normalissimo minacciarla di farla abortire a calci, e di un altro che a quindici anni guidava senza alcuna patente una moto che non aveva neppure l'età per guidare. La madre, interpellata in proposito, si era stretta nelle spalle: "Ah, se l'è compra' lu'...".
Uno sfacelo anche economico, punteggiato dai suicidi di quegli imprenditori che al tempo non lontano della dittatura dei schèi magnificavano i forsennati tenori di vita resi possibili dal tessuto economico, e da quella fortuna della piccola impresa che pareva non aver limite alcuno.
Una ragazza di nome Jennifer Zacconi, incinta e a dieci giorni dal parto, fu strangolata e sepolta ancora viva da un certo Lucio Niero, condannato poi alla fine di marzo 2010 a trent'anni in via definitiva.
Il giorno dei funerali "Il Gazzettino di Venezia" decise, per motivi tutti suoi interpretabili come mero indice dell'abiezione abituale in cui i gazzettieri sguazzano beati, di pubblicare le foto del nascituro estratto dal grembo della madre e sepolto con lei nella stessa bara.
Era troppo perfino per dei fogliettisti, e questo memento mori fuori moda fruttò al suo ideatore le veementi proteste dei sottoposti ed una censura (per quello che può servire) dall'Ordine.
Si tratta di un dettaglio qualunque, ma è degno di nota perché permette di inquadrare ancora meglio il contesto sociale atomizzato, disperato, impoverito da tutti i punti di vista e in sostanziale cammino verso la putrefazione nel quale trionfa più che mai l'"occidentalismo" politico.
Uno sfacelo del quale abbiamo avuto prova diretta nel 1999, quando un'insegnante di un centro di formazione professionale padovano ci raccontò che uno dei suoi allievi sedicenni reputava normalissimo minacciarla di farla abortire a calci, e di un altro che a quindici anni guidava senza alcuna patente una moto che non aveva neppure l'età per guidare. La madre, interpellata in proposito, si era stretta nelle spalle: "Ah, se l'è compra' lu'...".
Uno sfacelo anche economico, punteggiato dai suicidi di quegli imprenditori che al tempo non lontano della dittatura dei schèi magnificavano i forsennati tenori di vita resi possibili dal tessuto economico, e da quella fortuna della piccola impresa che pareva non aver limite alcuno.
Una ragazza di nome Jennifer Zacconi, incinta e a dieci giorni dal parto, fu strangolata e sepolta ancora viva da un certo Lucio Niero, condannato poi alla fine di marzo 2010 a trent'anni in via definitiva.
Il giorno dei funerali "Il Gazzettino di Venezia" decise, per motivi tutti suoi interpretabili come mero indice dell'abiezione abituale in cui i gazzettieri sguazzano beati, di pubblicare le foto del nascituro estratto dal grembo della madre e sepolto con lei nella stessa bara.
Era troppo perfino per dei fogliettisti, e questo memento mori fuori moda fruttò al suo ideatore le veementi proteste dei sottoposti ed una censura (per quello che può servire) dall'Ordine.
Si tratta di un dettaglio qualunque, ma è degno di nota perché permette di inquadrare ancora meglio il contesto sociale atomizzato, disperato, impoverito da tutti i punti di vista e in sostanziale cammino verso la putrefazione nel quale trionfa più che mai l'"occidentalismo" politico.
Ci sono piccole storie che ci spiegano molto di più sulla penisola italiana contemporanea di tutte le chiacchiere della campagna elettorale.
L'ultimo fattaccio di cronaca, l'uccisione di una ragazza incinta da parte del suo amante, è avvenuto in una zona che conosco bene - il Triangolo della Grappa, al confine tra le province di Venezia e Treviso. A pochi chilometri dalla città di Venezia, eppure un mondo a parte. Una differenza non casuale - se a scuola ci insegnano che Venezia fa parte della storia della penisola italiana, per i veneziani, la terraferma era qualcosa da spolpare all'osso, da rubargli il grano, mettere i giovani ai remi e tagliarne tutti gli alberi, per mantenere il mondo che interessava davvero alla repubblica, e che si estendeva per la Dalmazia giù giù fino a Cipro.
Allora, c'è un certo Lucio Niero, che gestisce un "club privato" che si chiama Affinity, e a cui piacciono il karaoke, la cocaina e le ragazze. Il nome Affinity ci riporta a una profonda verità del Nordest: si tratta di un paese bilingue, e l'altra lingua non è quella ufficiale dello stato che occupa la penisola italiana, ma l'anglobale.
Lucio (con la cronaca mediatica è così, diventiamo tutti intimi e li chiamiamo per nome), uomo sposato con due figli, si mette con una ragazza molto più giovane.
Poi scopre che la ragazza è incinta. Ora, siamo nel Triangolo della Grappa, mica nell'entroterra napoletano o a Riyadh, e quindi Lucio ha pensato che la fanciulla gli poteva chiedere gli sghei e la moglie non solo il divorzio, ma anche gli alimenti, per cui ha deciso di ammazzarla.
Questa è una cosa logica, ma piuttosto riprovevole, e gli fa perdere dei punti.
Evidentemente Lucio pensava di farla franca, pur essendo l'ovvio e unico sospettabile per il delitto. Per fortuna la maggior parte delle persone è più astuta di lui, altrimenti avremmo cento delitti al giorno come il suo. Passiamo alla vittima. Che si chiama Jennifer. Faccio un breve calcolo: nel Triangolo della Grappa, l'80% della gente è stata almeno una volta in vita sua a Venezia, il 40% a Padova, il 10% a Sharm el-Sheikh, il 5% in Romania, il 2% a Roma (in gita con la parrocchia). Per cui la probabilità che questo nome poco dogale venga da qualche conoscenza personale è praticamente nulla: è qualcosa che hanno imparato in televisione.
Come tutti i nomi simili, ha sicuramente un'abbreviazione, che finisce rigorosamente con la ypsilon: immaginiamo il cellulare di Jennifer che blippa e squicqua con valanghe di "Jenny tvtb". O più brutalmente, "Jenny 80 voglia discoparty".
Il padre della povera fanciulla ha messo su una fabbrica di zucchero filato in Bulgaria. Proprio così: zucchero filato, in Bulgaria.
La mamma di Jennifer si chiama Anna Maria Giannone. Di mestiere lavora oggi al call center di un mobilificio. A un certo punto, decide di riprendere il mestiere che aveva abbandonato anni prima: quello di cartomante. Il giornalista del TG3 ci riferisce che anche sua sorella, la quale - incidentalmente - ha un figlio che si chiama Brian, fa la cartomante.
Ora, da quelle parti, conosco scientologist e squirrel (i seguaci eretici di Hubbard scomunicati, denunciati e perseguitati dalla grande Org californiana), praticanti della magia sessuale di Gurdjieff, ufologi che parlano una misteriosa lingua extraterrestre, una simpatica satanista (allora) quattordicenne a cui ho dovuto spiegare il significato di alcune parole arabe, diversi Anziani dei mormoni, cavalieri di Malta fasulli, sacerdoti che vengono iniziati in un rito omosessuale dal loro capo, kremmerziani che si riuniscono per preghiere terapeutiche, una schiera interminabile di Testimoni di Geova ed ex-Testimoni di Geova, tre seguaci del camionista siriano Basmadji, un meccanico che si dichiara Guardiano dell'Anticristo e che compie orrendi riti per maledire un suo ex-amico (il quale risponde adeguatamente, lanciandogli contro lupi mannari notturni molto affamati), devoti di un ex-frate con l'aria da magnaccia che ha inventato speciali seggi fallici su cui fa sedere le proprie pazienti...
Quindi è difficile immaginarsi una parte della penisola più adatta, anche se l'ultima parola in merito la lascerei alla nostra affezionata Maga Lisistrata.
Ma il bello è che per fare la cartomante oggi, non è che fai spargere la voce tra le amiche. No, devi andare in televisione. Anna Maria Giannone era un tempo molto nota come "maga Jennifer" insieme a sua madre Ines Burato, in arte "maga Priscilla". Possiamo immaginare che nonna Priscilla abbia cominciato il mestiere prima delle televisioni private. E se è così, possiamo dedurre che ancora un certo numero di anni fa, una cartomante veneta (Burato) poteva aspirare solo a sposare un terrone (Giannone). Lo zucchero filato bulgaro era tutto da venire.
Il 21 gugno del 1999, Il Gazzettino raccontava dell'inchiesta avviata contro mamma e figlia dalla procura di Venezia per "ricavi non dichiarati per quasi 600 milioni" più l'omesso versamento dell'Iva. Per non parlare del caso di
una ragazza che, lasciata dal fidanzato, avrebbe versato oltre duecento milioni per fare in modo che lui tornasse. E non è finita. Perché una parte di quella cifra, per sua stessa ammissione, sarebbe stata prelevata dalla cassa del negozio in cui lavorava. Senza contare che il fidanzato non è comunque tornato con lei.
Il Messaggero Veneto del 2.03.2002 racconta di una diversa inchiesta contro le "due veggenti" per truffa aggravata e minacce, in seguito a una decina di denunce.
"Il sistema per entrare in contatto diretto con i potenziali "clienti" era quello usuale: riunioni in sale pubbliche, solitamente strutture alberghiere (anche della Destra Tagliamento) seguite da brevi consulti in loco (per chi avesse deciso di aderire alla proposta delle veggenti). Dai consulti veloci si passava, quindi, a consulti più accurati ma anche costosi, riguardanti le usuali problematiche: amore, salute, denaro. Costo delle prestazioni dai 100 ai 200 euro. Quando la situazione personale risultava particolarmente difficile i prezzi raggiungevano i 13 mila euro e più. Spesso le due donne si recavano nelle abitazioni delle persone che avevano chiesto un aiuto, trovandole invase - a loro dire - da energie negative. In questo caso mettevano in atto ulteriori pratiche (come lo spargimento di polveri o l'accensione di ceri) che facevano lievitare i prezzi della consulenza.
Da aggiungere che la trentanovenne, nota in tv come sensitiva e maestra dell'esoterismo, non è nuova alle aule giudiziarie. Nel 2001 è stata condannata due volte, in altrettanti distinti processi celebrati al tribunale di Padova: il reato contestato era sempre truffa aggravata. Una curiosità; una delle polverine utilizzate nei riti doveva servire in funzione anti guai-giudiziari."
Sarebbe interessante sapere perché la signora Giannone è ridotta oggi a lavorare in un call center.
Per tornare in televisione, Maga Jennifer (mamma) ha bisogno di diecimila euro. E non sarà certo il marito a darglieli: su queste cose, le leggi non scritte del Nordest sono chiarissime. Quindi è contentissima quando glieli presta Lucio Niero. Che riceve il via libera per fare con Jennifer ciò che vuole: la famiglia serve anche a questo. Ci dà un'idea del giro di affari della telecartomanzia il fatto che Anna Maria dirà poi ai giornalisti, "Contavo di restituirglieli tre quattro mesi dopo - dice ora Anna Maria - magari con un paio di migliaia di euro di interessi."
Lucio Niero però è un cialtrone. Anche questo è un dato importante, perché è strutturale alla civiltà postindustriale. E' un cialtrone perché cerca di fare il furbo e non ci riesce: infatti, i diecimila euro li prende da un tipo che si chiama Denis Borsetto (no, non mi sono inventato né il nome né il cognome). "Il quale un mese dopo - riferisce il Gazzettino - si presenta da lui con il conto: rivuole indietro i 10mila, più altri 10mila come interessi e 3mila euro per ognuno dei tre mesi successivi."
Da questo apprendiamo che ci sono anche quelli più furbi dei maghi.
A questo punto, Lucio va con la pistola a casa di Anna Maria per farsi dare da lei i soldi; Anna Maria lo denuncia, Borsetto finisce in carcere, e quindi si scopre che nemmeno lui è tanto furbo.
Poi si scopre che Jennifer è incinta.
Al telegiornale dicono che Jennifer ha deciso di chiamare il proprio futuro figlio "Evan con la acca". Ora, la acca in venetoglobale è un oggetto che si può spostare da varie parti: Evhan, Evanh, ma più probabilmente Hevan.
Mi vengono in mente due possibili derivazioni. Una è dal persiano, Hêvân, che significa "animale" e deriva a sua volta dall'arabo. L'altra è... beh, più o meno, l'idea che in inglese si usa un gran numero di acche che si possono distribuire in giro con una certa libertà.
Quando sparisce Jennifer, papà Tullio sistema i suoi affari a Sofia e arriva in Veneto con calma (quattro o cinque giorni dopo), per annunciare alla stampa... sì, avete indovinato:
«Per me Jennifer è stata venduta agli zingari per prenderle il bambino e poi venderlo."
Non poteva, infatti, mancare la Leggenda della Zingara Rapitrice.
Come tutti sapete, Lucio Niero aveva invece invitato Jennifer per un incontro. Una sana famiglia camorrista lo avrebbe già fatto fuori da un pezzo; una famiglia inglese avrebbe deciso che era meglio per il futuro di Hevan (o Evhan) non averci niente a che fare. Ma siamo nel Nordest, dove le persone sono più ragionevoli, e comunque ci potrebbero scappare un po' di soldi.
Lucio la strangola e la seppellisce in una buca. Lascia passare un po' di tempo, prende il telefonino di lei, e manda ai genitori di Jennifer questo SMS:
«Sono quasi arrivata a Nova Gorica al casinò, sono in ottima compagnia di una futura mamma e di suo fratello, se saremo stanche ci fermeremo a Parenzo, torno domani o al massimo lunedì».
Lucio era convinto che avrebbero creduto che una ragazza che doveva partorire tra dieci giorni si sarebbe incontrata con un'altra futura mamma per andare al casinò.
E probabilmente aveva ragione: nella Grande Fabbrica dello Zucchero Filato, la cosa era perfettamente credibile.
L'ultimo fattaccio di cronaca, l'uccisione di una ragazza incinta da parte del suo amante, è avvenuto in una zona che conosco bene - il Triangolo della Grappa, al confine tra le province di Venezia e Treviso. A pochi chilometri dalla città di Venezia, eppure un mondo a parte. Una differenza non casuale - se a scuola ci insegnano che Venezia fa parte della storia della penisola italiana, per i veneziani, la terraferma era qualcosa da spolpare all'osso, da rubargli il grano, mettere i giovani ai remi e tagliarne tutti gli alberi, per mantenere il mondo che interessava davvero alla repubblica, e che si estendeva per la Dalmazia giù giù fino a Cipro.
Allora, c'è un certo Lucio Niero, che gestisce un "club privato" che si chiama Affinity, e a cui piacciono il karaoke, la cocaina e le ragazze. Il nome Affinity ci riporta a una profonda verità del Nordest: si tratta di un paese bilingue, e l'altra lingua non è quella ufficiale dello stato che occupa la penisola italiana, ma l'anglobale.
Lucio (con la cronaca mediatica è così, diventiamo tutti intimi e li chiamiamo per nome), uomo sposato con due figli, si mette con una ragazza molto più giovane.
Poi scopre che la ragazza è incinta. Ora, siamo nel Triangolo della Grappa, mica nell'entroterra napoletano o a Riyadh, e quindi Lucio ha pensato che la fanciulla gli poteva chiedere gli sghei e la moglie non solo il divorzio, ma anche gli alimenti, per cui ha deciso di ammazzarla.
Questa è una cosa logica, ma piuttosto riprovevole, e gli fa perdere dei punti.
Evidentemente Lucio pensava di farla franca, pur essendo l'ovvio e unico sospettabile per il delitto. Per fortuna la maggior parte delle persone è più astuta di lui, altrimenti avremmo cento delitti al giorno come il suo. Passiamo alla vittima. Che si chiama Jennifer. Faccio un breve calcolo: nel Triangolo della Grappa, l'80% della gente è stata almeno una volta in vita sua a Venezia, il 40% a Padova, il 10% a Sharm el-Sheikh, il 5% in Romania, il 2% a Roma (in gita con la parrocchia). Per cui la probabilità che questo nome poco dogale venga da qualche conoscenza personale è praticamente nulla: è qualcosa che hanno imparato in televisione.
Come tutti i nomi simili, ha sicuramente un'abbreviazione, che finisce rigorosamente con la ypsilon: immaginiamo il cellulare di Jennifer che blippa e squicqua con valanghe di "Jenny tvtb". O più brutalmente, "Jenny 80 voglia discoparty".
Il padre della povera fanciulla ha messo su una fabbrica di zucchero filato in Bulgaria. Proprio così: zucchero filato, in Bulgaria.
La mamma di Jennifer si chiama Anna Maria Giannone. Di mestiere lavora oggi al call center di un mobilificio. A un certo punto, decide di riprendere il mestiere che aveva abbandonato anni prima: quello di cartomante. Il giornalista del TG3 ci riferisce che anche sua sorella, la quale - incidentalmente - ha un figlio che si chiama Brian, fa la cartomante.
Ora, da quelle parti, conosco scientologist e squirrel (i seguaci eretici di Hubbard scomunicati, denunciati e perseguitati dalla grande Org californiana), praticanti della magia sessuale di Gurdjieff, ufologi che parlano una misteriosa lingua extraterrestre, una simpatica satanista (allora) quattordicenne a cui ho dovuto spiegare il significato di alcune parole arabe, diversi Anziani dei mormoni, cavalieri di Malta fasulli, sacerdoti che vengono iniziati in un rito omosessuale dal loro capo, kremmerziani che si riuniscono per preghiere terapeutiche, una schiera interminabile di Testimoni di Geova ed ex-Testimoni di Geova, tre seguaci del camionista siriano Basmadji, un meccanico che si dichiara Guardiano dell'Anticristo e che compie orrendi riti per maledire un suo ex-amico (il quale risponde adeguatamente, lanciandogli contro lupi mannari notturni molto affamati), devoti di un ex-frate con l'aria da magnaccia che ha inventato speciali seggi fallici su cui fa sedere le proprie pazienti...
Quindi è difficile immaginarsi una parte della penisola più adatta, anche se l'ultima parola in merito la lascerei alla nostra affezionata Maga Lisistrata.
Ma il bello è che per fare la cartomante oggi, non è che fai spargere la voce tra le amiche. No, devi andare in televisione. Anna Maria Giannone era un tempo molto nota come "maga Jennifer" insieme a sua madre Ines Burato, in arte "maga Priscilla". Possiamo immaginare che nonna Priscilla abbia cominciato il mestiere prima delle televisioni private. E se è così, possiamo dedurre che ancora un certo numero di anni fa, una cartomante veneta (Burato) poteva aspirare solo a sposare un terrone (Giannone). Lo zucchero filato bulgaro era tutto da venire.
Il 21 gugno del 1999, Il Gazzettino raccontava dell'inchiesta avviata contro mamma e figlia dalla procura di Venezia per "ricavi non dichiarati per quasi 600 milioni" più l'omesso versamento dell'Iva. Per non parlare del caso di
una ragazza che, lasciata dal fidanzato, avrebbe versato oltre duecento milioni per fare in modo che lui tornasse. E non è finita. Perché una parte di quella cifra, per sua stessa ammissione, sarebbe stata prelevata dalla cassa del negozio in cui lavorava. Senza contare che il fidanzato non è comunque tornato con lei.
Il Messaggero Veneto del 2.03.2002 racconta di una diversa inchiesta contro le "due veggenti" per truffa aggravata e minacce, in seguito a una decina di denunce.
"Il sistema per entrare in contatto diretto con i potenziali "clienti" era quello usuale: riunioni in sale pubbliche, solitamente strutture alberghiere (anche della Destra Tagliamento) seguite da brevi consulti in loco (per chi avesse deciso di aderire alla proposta delle veggenti). Dai consulti veloci si passava, quindi, a consulti più accurati ma anche costosi, riguardanti le usuali problematiche: amore, salute, denaro. Costo delle prestazioni dai 100 ai 200 euro. Quando la situazione personale risultava particolarmente difficile i prezzi raggiungevano i 13 mila euro e più. Spesso le due donne si recavano nelle abitazioni delle persone che avevano chiesto un aiuto, trovandole invase - a loro dire - da energie negative. In questo caso mettevano in atto ulteriori pratiche (come lo spargimento di polveri o l'accensione di ceri) che facevano lievitare i prezzi della consulenza.
Da aggiungere che la trentanovenne, nota in tv come sensitiva e maestra dell'esoterismo, non è nuova alle aule giudiziarie. Nel 2001 è stata condannata due volte, in altrettanti distinti processi celebrati al tribunale di Padova: il reato contestato era sempre truffa aggravata. Una curiosità; una delle polverine utilizzate nei riti doveva servire in funzione anti guai-giudiziari."
Sarebbe interessante sapere perché la signora Giannone è ridotta oggi a lavorare in un call center.
Per tornare in televisione, Maga Jennifer (mamma) ha bisogno di diecimila euro. E non sarà certo il marito a darglieli: su queste cose, le leggi non scritte del Nordest sono chiarissime. Quindi è contentissima quando glieli presta Lucio Niero. Che riceve il via libera per fare con Jennifer ciò che vuole: la famiglia serve anche a questo. Ci dà un'idea del giro di affari della telecartomanzia il fatto che Anna Maria dirà poi ai giornalisti, "Contavo di restituirglieli tre quattro mesi dopo - dice ora Anna Maria - magari con un paio di migliaia di euro di interessi."
Lucio Niero però è un cialtrone. Anche questo è un dato importante, perché è strutturale alla civiltà postindustriale. E' un cialtrone perché cerca di fare il furbo e non ci riesce: infatti, i diecimila euro li prende da un tipo che si chiama Denis Borsetto (no, non mi sono inventato né il nome né il cognome). "Il quale un mese dopo - riferisce il Gazzettino - si presenta da lui con il conto: rivuole indietro i 10mila, più altri 10mila come interessi e 3mila euro per ognuno dei tre mesi successivi."
Da questo apprendiamo che ci sono anche quelli più furbi dei maghi.
A questo punto, Lucio va con la pistola a casa di Anna Maria per farsi dare da lei i soldi; Anna Maria lo denuncia, Borsetto finisce in carcere, e quindi si scopre che nemmeno lui è tanto furbo.
Poi si scopre che Jennifer è incinta.
Al telegiornale dicono che Jennifer ha deciso di chiamare il proprio futuro figlio "Evan con la acca". Ora, la acca in venetoglobale è un oggetto che si può spostare da varie parti: Evhan, Evanh, ma più probabilmente Hevan.
Mi vengono in mente due possibili derivazioni. Una è dal persiano, Hêvân, che significa "animale" e deriva a sua volta dall'arabo. L'altra è... beh, più o meno, l'idea che in inglese si usa un gran numero di acche che si possono distribuire in giro con una certa libertà.
Quando sparisce Jennifer, papà Tullio sistema i suoi affari a Sofia e arriva in Veneto con calma (quattro o cinque giorni dopo), per annunciare alla stampa... sì, avete indovinato:
«Per me Jennifer è stata venduta agli zingari per prenderle il bambino e poi venderlo."
Non poteva, infatti, mancare la Leggenda della Zingara Rapitrice.
Come tutti sapete, Lucio Niero aveva invece invitato Jennifer per un incontro. Una sana famiglia camorrista lo avrebbe già fatto fuori da un pezzo; una famiglia inglese avrebbe deciso che era meglio per il futuro di Hevan (o Evhan) non averci niente a che fare. Ma siamo nel Nordest, dove le persone sono più ragionevoli, e comunque ci potrebbero scappare un po' di soldi.
Lucio la strangola e la seppellisce in una buca. Lascia passare un po' di tempo, prende il telefonino di lei, e manda ai genitori di Jennifer questo SMS:
«Sono quasi arrivata a Nova Gorica al casinò, sono in ottima compagnia di una futura mamma e di suo fratello, se saremo stanche ci fermeremo a Parenzo, torno domani o al massimo lunedì».
Lucio era convinto che avrebbero creduto che una ragazza che doveva partorire tra dieci giorni si sarebbe incontrata con un'altra futura mamma per andare al casinò.
E probabilmente aveva ragione: nella Grande Fabbrica dello Zucchero Filato, la cosa era perfettamente credibile.