Gennaio 2009. Sempre più inutili, sempre più oziosi, sempre più infarciti di femmine scosciate, i quotidiani on line stanno diventando tutti uguali. "Repubblica" riempie un po' di spazio e di banda indignandosi per una realistissima pubblicità olandese che ha l'unico torto di fornire un quadro veritiero circa le allucinate condizioni e i deteriori interessi che "riempiono" la vita d'ogni giorno dei sudditi dello stato che occupa la penisola italiana.
...Sfatare i luoghi comuni, di solito, è un'impresa abbastanza meritoria. Poi però arrivano quei casi in cui il luogo comune è costruito letteralmente sulla roccia, e allora tutti i tentativi di scardinarlo se ne vanno serenamente a farsi benedire.
Questa qui sopra, presentata su "Repubblica", dovrebbe essere la pubblicità di una scuola di lingue olandese; come succede da non si sa quanto tempo, -il primo caso simile che ci viene in mente è la famosa foto pubblicata su Der Spiegel nel 1977 con la pistola adagiata su un piatto di spaghetti- il caso viene indicato come esempio di un cattivo gusto che si dovrebbe stare attenti a non imitare. Nello spot si vedono camerieri e pizzaioli che parlano nella lingua utilizzata comunemente nella penisola italiana e che fanno apprezzamenti piuttosto espliciti sul conto di un avventore (indicato come "brutto") e delle donne che lo accompagnano. Dopo un po' il signore ricorda al cameriere che è bene andarci piano con le confidenze, ché non si sa mai chi si potrebbe avere davanti: "Ehi senti, pagliaccio di pasta! Quando hai finito di parlare con le tue amichette, hai un po' di tempo per noi?".
Lo spot, luogocomunista e sessista secondo la stringata presentazione di "Repubblica", mostra invece con spettacolosa e sorridente chiarezza la beozia maccaronara, la foia scopereccia e la ristrettezza di interessi ormai diventate la norma per i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana, che è un bizzarro luogo geografico dove si rischiano più guai a farsi beccare con un libro in mano -lasciamo stare con un manuale di lingua- che non a violare una qualsiasi nello sterminato numero delle "leggi" penali in vigore.
Per le pubblicità e i media mainstream che spadroneggiano nella penisola italiana, un discorso simile non avrebbe senso: non si saprebbe con quale millisecondo di trasmissione incominciare perché il disprezzo per gli altri -specie se lavoratori più integerrimi, individui più responsabili, soggetti più costruttivi rispetto ad un aggregato di pallonedipendenti che usa come giustificativo un'ignoranza che in qualunque altro luogo del mondo sarebbe considerata solamente roba di cui vergognarsi- è una costante della produzione mediatica. Ed è una costante della produzione mediatica perché è una costante della vita quotidiana, unita ad essa in un deleterio ma redditizio circolo vizioso.
In altre parole, i copywriter olandesi hanno centrato uno di quei casi in cui i luoghi comuni sono tutti veri. Càpita anche questo!
...Sfatare i luoghi comuni, di solito, è un'impresa abbastanza meritoria. Poi però arrivano quei casi in cui il luogo comune è costruito letteralmente sulla roccia, e allora tutti i tentativi di scardinarlo se ne vanno serenamente a farsi benedire.
Questa qui sopra, presentata su "Repubblica", dovrebbe essere la pubblicità di una scuola di lingue olandese; come succede da non si sa quanto tempo, -il primo caso simile che ci viene in mente è la famosa foto pubblicata su Der Spiegel nel 1977 con la pistola adagiata su un piatto di spaghetti- il caso viene indicato come esempio di un cattivo gusto che si dovrebbe stare attenti a non imitare. Nello spot si vedono camerieri e pizzaioli che parlano nella lingua utilizzata comunemente nella penisola italiana e che fanno apprezzamenti piuttosto espliciti sul conto di un avventore (indicato come "brutto") e delle donne che lo accompagnano. Dopo un po' il signore ricorda al cameriere che è bene andarci piano con le confidenze, ché non si sa mai chi si potrebbe avere davanti: "Ehi senti, pagliaccio di pasta! Quando hai finito di parlare con le tue amichette, hai un po' di tempo per noi?".
Lo spot, luogocomunista e sessista secondo la stringata presentazione di "Repubblica", mostra invece con spettacolosa e sorridente chiarezza la beozia maccaronara, la foia scopereccia e la ristrettezza di interessi ormai diventate la norma per i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana, che è un bizzarro luogo geografico dove si rischiano più guai a farsi beccare con un libro in mano -lasciamo stare con un manuale di lingua- che non a violare una qualsiasi nello sterminato numero delle "leggi" penali in vigore.
Per le pubblicità e i media mainstream che spadroneggiano nella penisola italiana, un discorso simile non avrebbe senso: non si saprebbe con quale millisecondo di trasmissione incominciare perché il disprezzo per gli altri -specie se lavoratori più integerrimi, individui più responsabili, soggetti più costruttivi rispetto ad un aggregato di pallonedipendenti che usa come giustificativo un'ignoranza che in qualunque altro luogo del mondo sarebbe considerata solamente roba di cui vergognarsi- è una costante della produzione mediatica. Ed è una costante della produzione mediatica perché è una costante della vita quotidiana, unita ad essa in un deleterio ma redditizio circolo vizioso.
In altre parole, i copywriter olandesi hanno centrato uno di quei casi in cui i luoghi comuni sono tutti veri. Càpita anche questo!