Firenze è Firenze.
Anche nelle circostanze rappresentate dalla pandemia virale del 2020 c'è chi ha le idee ben chiare su quali bandiere meritino di essere ostentate con tranquilla sicurezza e quali meritino soltanto di essere tenute a distanza.
Tra il febbraio e il marzo del 2020 un virus capace di generare una grave insufficienza respiratoria -soprattutto in soggetti anziani o debilitati- ha iniziato a diffondersi nella penisola italiana dopo aver provocato alcune migliaia di vittime nella Repubblica Popolare Cinese.
Il numero dei casi è esploso in Lombardia.
La Lombardia è da trent'anni almeno un alacre laboratorio politico "occidentalista"; un territorio dove l'imperversare del liberismo ha conosciuto -forse- qualche limite solo nell'ostinazione con cui la chiesa cattolica continua a fare da argine alle ingiustizie sociali più intollerabili. E si tratta di una istituzione sulla cui ipocrisia non è certo il caso di sorvolare.
Lo stato che occupa la penisola italiana ha dapprima varato misure eccezionali di limitazione alla vita sociale ed economica nelle zone interessate. Visti i nulli risultati le ha poi estese a tutto il territorio sotto il proprio controllo.
Dal punto di vista che interessa in questa sede, l'accaduto ispira due considerazioni.
Se quanto sopra si fosse verificato in Toscana, l'occidentalame gazzettiero si sarebbe trasferito in blocco in riva all'Arno e avrebbe dato la stura al piglio dileggiante con cui affronta qualsiasi campo del reale. La minima defaillance del sistema sanitario sarebbe stata attribuita ai comunisti, ai buonisti, ai pacifinti e via mestruando. Soprattutto, in primavera avrebbero dovuto tenersi le elezioni e gli "occidentalisti" nella nuova versione sovranista ed accattona avrebbero voluto imporre con i soliti sistemi una candidata cui non si conoscono altri meriti oggettivi al di là dell'atteggiarsi a paladina del cattolicesimo... dopo aver concepito e partorito fuori dal matrimonio.
Il sistema sanitario lombardo ha barcollato sotto il colpo. Difficile pretendere esiti diversi dopo decenni di privatizzazioni. Il laboratorio del liberismo a spese dei diritti (presuntamente) altrui ha dovuto subire una piccola serie di lezioni di realismo proprio dalle realtà più invise: le organizzazioni non governative, la Repubblica Popolare Cinese, la Federazione Russa, la Repubblica di Cuba. Decenni di ciance televisive, di starnazzi gazzettieri e di altro collodio propagandistico disconfermati in una settimana. Per lo più -e per giunta- ad opera di professionisti che si presentano in un modo composto e dimesso che fa a pugni con il piglio carnevalesco e ciarliero che caratterizza le poco vestite e i sovrappeso cui la propaganda "occidentalista" affida la comunicazione delle proprie istanze.
Che l'intervento di realtà più serie sia senz'altro interessato e dia luogo a speculazioni non è cosa che ci interessi approfondire, dato che la sfrontata malafede "occidentalista" non viene certo meno in simili circostanze. A titolo di esempio basterà riferire che esistono voci gazzettiere propense a vedere nella presenza di medici militari russi i prodromi di un'iniziativa bellica. Affermazioni del genere sono utili solo a chi cercasse conferma dell'affidabilità e dell'obiettività del gazzettaio "occidentale".