Giugno 2014 a Firenze.
Per gli "occidentalisti" va peggio di male.
Niente pallonate travestite.
I pallonieri vestiti di azzurro già di ritorno dalle pallonate brasiliane.
Qui si auspica che all'aeroporto i pepperoni spaghettos si vedano sequestrare la pummarola nascosta assieme all'aglio nei bagagli a mano e che qualcuno dei "loro ragazzi" -tatuaggi, orecchini e tutto il resto- ne approfitti per imbastire una piazzata adatta ai rotocalchi, finendo ovviamente per attirare l'attenzione della Força Nacional de Segurança e per farsi arrestare, a fare da ancor più ridicolo pendant ai due fucilieri di marina da cui la Repubblica dell'India pretende molto giustamente qualche articolata spiegazione.
Possiamo anche ricordare ai lettori che la Repubblica Federativa del Brasile è il paese in cui un certo Cesare Battisti trovò alcuni anni fa asilo politico, concessogli perché le autorità preposte avevano, tra le altre cose, un concetto piuttosto realistico del sistema giudiziario e delle condizioni di detenzione che caratterizzano il "paese" dove mangiano maccheroni. La marmaglia "occidentalista", che con il realismo non ha rapporti di alcun genere, fece fuoco e fiamme e mobilitò la sua claque di sfaccendati in una serie di minuscole manifestazioni di piazza. Adesso davanti al non olet delle pallonate le priorità sono ovviamente differenti; permettono persino di dimenticare la terza picca incassata in tre giorni, l'assegnazione di un'onorificenza fiorentina all'imam Izzedin Elzir che l'occidentalame ha usato per anni per le proprie miserabili esercitazioni di linciaggio mediatico.
A tutto questo assiste, immota nel suo pluriennale e sordido squallore, una piazza Mariti delle Foibe riarsa, che in pieno giugno riesce a sembrare persino peggiore che in pieno inverno.
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