Agosto 2011. Il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord è percorso da una fiammata di rivolte urbane.
Solo che le rivolte urbane vanno bene a Tehran: a Londra, guai a chi si azzarda.


"Non solo state danneggiando la vita degli altri, ma le vostre stesse vite. Se siete abbastanza adulti per commettere questi reati lo siete anche per affrontare la punizione".

Sagge, sane parole piene di buon senso. Non sfigurerebbero in bocca ad un preside di provincia, uno di quelli che passano ad oziare sul Libro dei Ceffi tutto il tempo che non passano a mandare avanti la loro scuoletta con il piglio di uno Himmelstoss all'amatriciana.
Invece vengono attribuite ad uno che fa il primo ministro di una potenza mondiale, con tanto di deterrente atomico.
Mentre i leader di una potenza regionale che non ha alcun deterrente atomico e che è da trent'anni oggetto di campagne stampa oltre ogni livello dell'isterico incontrano diplomatici di tutto il mondo, stringono accordi e siglano trattati mostrando i successi di una industria in espansione della quale sono giustamente orgogliosi, David Cameron passa le giornate ad oziare nei locali pubblici.
Finché non gli mandano di traverso il caffè distruggendogli mezza Londra.
Gli scontri di piazza, come tutti sanno, vanno benissimo a Tehran.
A Londra no.
Fatele vedere adesso le ragazze agonizzanti in diretta TV, le folle che accorrono alla rivoluzione dei gelsomini o delle rose.
Mandate i bombardieri della NATO, a esportare un po' di democrazia da quelle parti spianando Piccadilly con una daisy cutter o due.