Gennaio 2011. Il mondo come lo intendevano certe patite di cianfrusaglie e di invettive non esiste più, ammesso che sia mai esistito, e le "esportazioni di democrazia" a tutti note sono diventate roba da occultare in silenzio per chiunque abbia un po' di residuale raziocinio, un po' di rispetto per le regole elementari della decenza.
Questo esclude dal nòvero l'intera classe politica "occidentale", piccolo dettaglio che esclude categoricamente che una certa demenziale stagione sia chiusa al di là di ogni dubbio.
Alcuni anni fa un "occidentalista" di complemento di nome Riccardo Nencini (quello che all'inizio dell'anno manifestava da solo a favore delle galere) scrisse un libercolo su Oriana Fallaci, arrivando peraltro buon ultimo in un segmento letterario affollatissimo, che pure prometteva una buona redditività.
Tra allora ed ora sono successe un po' di cose.
La prima è stata l'exitus della protagonista del libello, avvenuto com' è giusto nella pressoché generale indifferenza degli estranei alla sua claque ed alla estenuante campagna mediatica costruita su quelle che definimmo senza mezzi termini delle cristalline nullità letterarie.
In ogni caso, il lancio del prodotto Oriana Fallaci, di cui è responsabile l'indossator di cravatte Ferruccio de Bortoli, dev'esser costato caro e va sfruttato fino all'ultima briciola di potenziale.
Del libello del Nencini pare ne faranno un film, oltre a tradurlo -e che fatica!- per l'AmeriKKKa e per il Canada. Le ragioni di cassetta alla base del tutto han fatto sì che l'operazione venisse rendicontata nella sottosezione "Cultura" del Corriere della Sera, il gazzettino che con le "idee" di quella donna ha letteralmente sporcato il mondo.
Riccardo Nencini afferma che
La prima considerazione che viene in mente è che le amiche, chiunque non sia un nencini, ha solitamente cura di scegliersele un po' meglio.
Dalle parole di Nencini dobbiamo poi concludere che lo stato che occupa la penisola italiana "avrebbe oggi assoluto bisogno" di una che ha speso il fiato che restava in gola per incitare alla violenza negli stadi e agli attentati dinamitardi e per insultare sistematicamente chiunque osasse contraddirne le invettive oziose.
A ben vedere le asserzioni di Nencini non sono del tutto fuori luogo. Lo stato che occupa la penisola italiana è avviato da anni verso le tenebre, avanguardia in questo di tutto l'"Occidente". In questo senso potrebbe anche avere "assoluto bisogno" di una Fallaci rediviva che contribuisca ad accelerarne il precipitare delle sorti.
Questo esclude dal nòvero l'intera classe politica "occidentale", piccolo dettaglio che esclude categoricamente che una certa demenziale stagione sia chiusa al di là di ogni dubbio.
Alcuni anni fa un "occidentalista" di complemento di nome Riccardo Nencini (quello che all'inizio dell'anno manifestava da solo a favore delle galere) scrisse un libercolo su Oriana Fallaci, arrivando peraltro buon ultimo in un segmento letterario affollatissimo, che pure prometteva una buona redditività.
Tra allora ed ora sono successe un po' di cose.
La prima è stata l'exitus della protagonista del libello, avvenuto com' è giusto nella pressoché generale indifferenza degli estranei alla sua claque ed alla estenuante campagna mediatica costruita su quelle che definimmo senza mezzi termini delle cristalline nullità letterarie.
In ogni caso, il lancio del prodotto Oriana Fallaci, di cui è responsabile l'indossator di cravatte Ferruccio de Bortoli, dev'esser costato caro e va sfruttato fino all'ultima briciola di potenziale.
Del libello del Nencini pare ne faranno un film, oltre a tradurlo -e che fatica!- per l'AmeriKKKa e per il Canada. Le ragioni di cassetta alla base del tutto han fatto sì che l'operazione venisse rendicontata nella sottosezione "Cultura" del Corriere della Sera, il gazzettino che con le "idee" di quella donna ha letteralmente sporcato il mondo.
Riccardo Nencini afferma che
«È per me motivo di grande orgoglio, e sarò lieto di offrire il mio contributo affinchè le due trasposizioni, quella letteraria e quella cinematografica, corrispondano allo spirito e al valore di un’opera alla quale sono legato in maniera totale. È un omaggio, una carezza che ho regalato ad un’amica e ad una donna di cui l’Italia avrebbe oggi un assoluto bisogno»Ci scusiamo innanzitutto con i lettori -specie con quelli che hanno appena finito di pranzare- per il nome di un sedicente stato sovrano che compare nella citazione.
La prima considerazione che viene in mente è che le amiche, chiunque non sia un nencini, ha solitamente cura di scegliersele un po' meglio.
Dalle parole di Nencini dobbiamo poi concludere che lo stato che occupa la penisola italiana "avrebbe oggi assoluto bisogno" di una che ha speso il fiato che restava in gola per incitare alla violenza negli stadi e agli attentati dinamitardi e per insultare sistematicamente chiunque osasse contraddirne le invettive oziose.
A ben vedere le asserzioni di Nencini non sono del tutto fuori luogo. Lo stato che occupa la penisola italiana è avviato da anni verso le tenebre, avanguardia in questo di tutto l'"Occidente". In questo senso potrebbe anche avere "assoluto bisogno" di una Fallaci rediviva che contribuisca ad accelerarne il precipitare delle sorti.