A fine novembre 2010 un gruppetto di "occidentalisti" dediti alla politica universitaria ha l'idea di invitare a Firenze due individui presentati come esperti in materia di emigrazione e di Islam. Da tempo i nostri lettori hanno imparato che nel linguaggio politico "occidentalista" presentare qualcuno come esperto in questo o quell'argomento significa in realtà lasciare carta bianca a gente esperta soltanto in tecniche di denigrazione.
Una formazione politica "occidentalista", tali "Studenti per la libertà", ha annunciato per il 25 novembre 2010 una delle consuete chiacchierate tra amici.
Dovrebbero intervenire tra gli altri tale Riccardo de Corato e tale Daniela Santanché.
All'imam fiorentino Izzedine Elsir dovrebbe spettare il compito di conferire alla cosa un minimo di autorevolezza e di imparzialità.
L'organizzazione ricorda non poco le strategie comunicative delle televisioni che combinano primacy e ecency in modo da rinforzare oltremodo il messaggio "occidentalista" e da sminuire o mettere in ridicolo ogni contraddittore.
Il motivo della convocazione è serio: gli "occidentalisti" sono o no padroni in casa loro?
Salvo brevi periodi, forze politiche "occidentaliste" hanno "governato" lo stato che occupa la penisola italiana per tutti gli ultimi dieci anni. Strano che siano ancora a porsi interrogativi del genere. Una "rete dei collettivi" ha risposto con un messaggio molto livoroso che riportiamo per intero insieme al commento che abbiamo fatto pervenire agli scriventi.
A questo seguono altre considerazioni, aggiunte con calma.
11.23.2010
DE CORATO E SANTANCHE’, FUORI LA MERDA DALL’UNIVERSITA’
Sentendo vicino l’odorino della sconfitta e il tanfo da basso impero del governo Berlusconi, i giovani ragazzi “antidegradoeinsihurezza” del PDL, tali Studenti per la Libertà hanno pensato bene di trasformare il Polo di Novoli in una scintillante passerella per “nuovi” e intriganti personaggi di spicco della destra fascista, riammodernata prima AN, poi PDL e LA DESTRA.
Questi loschi figuri sono molto noti nell’ambiente per la loro spiccata filantropia, tali Santanché, colei che “sono orgogliosa di essere fascista”, e un certo, meno noto, De Corato, ex Vice Sindaco di Milano, durante il periodo Moratti, con delega, per l’appunto, alla sicurezza, famoso per le sue affermazioni sull’immigrazione e sull’Islam, degni della peggior feccia xenofoba.
Ribadiamo con forza alla città e a questi rigurgiti del ventennio, che qui a Firenze per loro non ci sarà mai posto, come non c’è mai stato, e che ostacoleremo in tutti i modi i comizi che questi razzisti proveranno a fare, sparando a zero su migranti e fasce deboli della società fomentano l’odio tra poveri tanto utile per le loro malefatte squadriste, specie all’ interno delle università, luogo in cui, dovrebbe avvenire la nostra formazione.
NESSUNA TOLLERANZA PER GLI INTOLLERANTI
25 NOVEMBRE POLO DI NOVOLI ORE 9.30
Il nostro commento:
Riccardo de Corato ha un diploma di ragioniere.
Dal 1980 si è dedicato in pianta stabile alla politica. Almeno per quanto riguarda il modo di guadagnarsi la giornata “ragiona” in effetti benissimo: il curriculum riportato sul suo sito personale è orgoglioso di collocare la sua ultima esperienza lavorativa al 1977.
Trentatré anni fa.
Questo è il tale che sta nella città dove mangiano cotolette, quello che passa la giornata ad abbaiare contro i centri sociali.
Nessun titolo accademico, nessun lavoro di ricerca, nessuna pubblicazione.
Tutte cose che conferiscono davvero autorevolezza.
Un “occidentalista” proprio rappresentativo.
Daniela Garnero già coniugata Santanché (matrimonio annullato dalla Sacra Rota) ha conseguito una laurea in scienze politiche e Wikipedia le attesta un certo numero di non meglio precisate “consulenze”, oltre ad una variegata carriera politica. Riferisce anche che “È stata in società con Flavio Briatore nel locale di Porto Cervo Billionaire ed è socia del Twiga a Forte dei Marmi”.
Ambienti e frequentazioni che, come tutti sanno, conferiscono a chiunque una competenza in materia di scienze religiose degna di uno hoyatoleslam.
Ed infatti Daniela Santanché ne fornisce testimonianza: “Maometto aveva nove mogli, l’ultima era una bambina di nove anni. Maometto era un poligamo e un pedofilo!” (8 novembre 2009).
Ecco di quali competenze intende avvalersi l’”occidentalismo” fiorentino. Una frequentatrice di locali dove si bevono alcolici ed un ragioniere che dal 1977 in poi non ha lavorato un giorno in vita sua.
Non si tratta di “rigurgiti del Ventennio”: si tratta di qualcosa di meno, di qualcosa di peggio.
Qualcosa di meno e qualcosa di peggio che ha il pregio di costituire un buon campione dell’umanità “occidentalista” e delle sue rappresentanze istituzionali.
Fin qui le nostre prime considerazioni.
Nota: sia Riccardo de Corato che Daniela Santanché militano in una formazione politica il cui leader frequenta minorenni al di là di ogni dubbio o questione, e con il quale è legittimo ritenerli ampiamente in debito.
Da quali bocche escono i giudizi sul conto dell'Inviato!
All'imam fiorentino Izzedine Elsir dovrebbe spettare il compito di conferire alla cosa un minimo di autorevolezza e di imparzialità.
L'organizzazione ricorda non poco le strategie comunicative delle televisioni che combinano primacy e ecency in modo da rinforzare oltremodo il messaggio "occidentalista" e da sminuire o mettere in ridicolo ogni contraddittore.
Il motivo della convocazione è serio: gli "occidentalisti" sono o no padroni in casa loro?
Salvo brevi periodi, forze politiche "occidentaliste" hanno "governato" lo stato che occupa la penisola italiana per tutti gli ultimi dieci anni. Strano che siano ancora a porsi interrogativi del genere. Una "rete dei collettivi" ha risposto con un messaggio molto livoroso che riportiamo per intero insieme al commento che abbiamo fatto pervenire agli scriventi.
A questo seguono altre considerazioni, aggiunte con calma.
11.23.2010
DE CORATO E SANTANCHE’, FUORI LA MERDA DALL’UNIVERSITA’
Sentendo vicino l’odorino della sconfitta e il tanfo da basso impero del governo Berlusconi, i giovani ragazzi “antidegradoeinsihurezza” del PDL, tali Studenti per la Libertà hanno pensato bene di trasformare il Polo di Novoli in una scintillante passerella per “nuovi” e intriganti personaggi di spicco della destra fascista, riammodernata prima AN, poi PDL e LA DESTRA.
Questi loschi figuri sono molto noti nell’ambiente per la loro spiccata filantropia, tali Santanché, colei che “sono orgogliosa di essere fascista”, e un certo, meno noto, De Corato, ex Vice Sindaco di Milano, durante il periodo Moratti, con delega, per l’appunto, alla sicurezza, famoso per le sue affermazioni sull’immigrazione e sull’Islam, degni della peggior feccia xenofoba.
Ribadiamo con forza alla città e a questi rigurgiti del ventennio, che qui a Firenze per loro non ci sarà mai posto, come non c’è mai stato, e che ostacoleremo in tutti i modi i comizi che questi razzisti proveranno a fare, sparando a zero su migranti e fasce deboli della società fomentano l’odio tra poveri tanto utile per le loro malefatte squadriste, specie all’ interno delle università, luogo in cui, dovrebbe avvenire la nostra formazione.
NESSUNA TOLLERANZA PER GLI INTOLLERANTI
25 NOVEMBRE POLO DI NOVOLI ORE 9.30
Il nostro commento:
Riccardo de Corato ha un diploma di ragioniere.
Dal 1980 si è dedicato in pianta stabile alla politica. Almeno per quanto riguarda il modo di guadagnarsi la giornata “ragiona” in effetti benissimo: il curriculum riportato sul suo sito personale è orgoglioso di collocare la sua ultima esperienza lavorativa al 1977.
Trentatré anni fa.
Questo è il tale che sta nella città dove mangiano cotolette, quello che passa la giornata ad abbaiare contro i centri sociali.
Nessun titolo accademico, nessun lavoro di ricerca, nessuna pubblicazione.
Tutte cose che conferiscono davvero autorevolezza.
Un “occidentalista” proprio rappresentativo.
Daniela Garnero già coniugata Santanché (matrimonio annullato dalla Sacra Rota) ha conseguito una laurea in scienze politiche e Wikipedia le attesta un certo numero di non meglio precisate “consulenze”, oltre ad una variegata carriera politica. Riferisce anche che “È stata in società con Flavio Briatore nel locale di Porto Cervo Billionaire ed è socia del Twiga a Forte dei Marmi”.
Ambienti e frequentazioni che, come tutti sanno, conferiscono a chiunque una competenza in materia di scienze religiose degna di uno hoyatoleslam.
Ed infatti Daniela Santanché ne fornisce testimonianza: “Maometto aveva nove mogli, l’ultima era una bambina di nove anni. Maometto era un poligamo e un pedofilo!” (8 novembre 2009).
Ecco di quali competenze intende avvalersi l’”occidentalismo” fiorentino. Una frequentatrice di locali dove si bevono alcolici ed un ragioniere che dal 1977 in poi non ha lavorato un giorno in vita sua.
Non si tratta di “rigurgiti del Ventennio”: si tratta di qualcosa di meno, di qualcosa di peggio.
Qualcosa di meno e qualcosa di peggio che ha il pregio di costituire un buon campione dell’umanità “occidentalista” e delle sue rappresentanze istituzionali.
Fin qui le nostre prime considerazioni.
Nota: sia Riccardo de Corato che Daniela Santanché militano in una formazione politica il cui leader frequenta minorenni al di là di ogni dubbio o questione, e con il quale è legittimo ritenerli ampiamente in debito.
Da quali bocche escono i giudizi sul conto dell'Inviato!
Sulla fedeltà di Daniela Santanché alle "radici cristiane" dell'"Occidente"
e sulle sue competenze in materia di scienze religiose, Internet è ricca di testimonianze.
La libreria on line IBS accredita a Daniela Santanché due libri che su quel sito nessuno si è curato di recensire, e probabilmente neppure di leggere.
Eccone le presentazioni.
La donna negata. Dall'infibulazione alla liberazione (Marsilio, 2006) Raccogliendo le testimonianze di tante immigrate (da Amina, un'algerina picchiata a sangue insieme ai due figli piccoli perché non accettava la convivenza con la seconda moglie del marito, a Hirsi Ali la kafir, ispiratrice del cortometraggio Submission, per arrivare a Marjan che vede riaprirsi per la figlia adolescente un calvario che pensava di essersi lasciata alle spalle) e collaborando con le associazioni che rappresentano il milione di donne islamiche che vivono in Italia, Daniela Santanché ci consegna un'analisi della condizione delle donne musulmane nel nostro Paese.
Le donne violate. La donna negata e oltre (Marsilio, 2008) Con questo secondo libro Daniela Santanché analizza la drammatica condizione in cui si trovano migliala di donne islamiche che vivono in Italia. Private dei diritti più elementari da una concezione dell'Islam a cui non sappiamo o non vogliamo dare risposte adeguate, inseguite anche nel nostro paese dalle imposizioni più aberranti del fondamentalismo religioso, Daniela Santanché denuncia le ambiguità e i silenzi della politica. Le donne violate con il loro grido di aiuto rendono sempre più attuale il monito che l'autrice lancia ai governanti italiani e europei. Perché nessuno debba dimenticare che la libertà delle donne dell'Islam è, in ultima analisi, la libertà di tutti noi.
Cellulosa sottratta ad utilizzi più costruttivi, chiaramente. Basterebbe l'accenno fugace all'Islàmme come antitetico alla "libertà", qualunque concetto si abbia di essa, con cui si conclude la seconda presentazione per farsi un idea molto precisa sulle competenze della scrivente.
Daniela Santanché postula che nella penisola italiana vive un milione di donne infibulate e picchiate a sangue. La cosa peggiore che potrebbe capitarle è trovare qualcuno che prenda, e in tutta serietà, il dato per veritiero. Perché se le cose stessero come dice questa poco vestita, l'unica conclusione che avrebbe senso trarre è che una politica "occidentalista" che ha fatto dell'islamofobia una specie di dogma non è riuscita, in dieci anni filati, a togliere da quelle condizioni neanche una frazione delle vittime.
Un'ammissione di fallimento prevedibile e prevista, che non può che rallegrare.
In compenso la politica "occidentalista" è riuscita, e senza moltre difficoltà, a partecipare alla "esportazione di democrazia" in Iraq ed in Afghanistan.
Costo previsto per il 2010, un miliardo di euro.
Più tintoria e stiratura per le mimetiche da passeggio di Ignazio Benito Maria La Russa, in modo che sia bello elegante quando mette in scena qualcuna delle sue insultanti pagliacciate.
Più le spese per portare una giornata a Firenze quella donna, insieme al ragionier Riccardo de Corato.
Qui sopra la screenshot di come si presenta su Google il dominio danielasantanche.com.
"Contatti", "Sesso", "Senza Veli", "Pagina successiva" (come dire "avanti la prossima"). Un'autopresentazione che promette davvero competenze approfondite nel campo delle scienze religiose. Il miglior biglietto da visita per una che intenda combattere -presumibilmente da sola- contro la "repressione sessuale" corollario dell'Islàmme.
Al momento in cui scriviamo il sito è fermo al 30 agosto 2010.
Tra gli ultimi materiali inseriti, uno starnazzo di questo genere:
“A Brescia come a Teheran, il problema è il velo, simbolo di tutte le sottomissioni. Ma dov’è lo sdegno dei nostri intellettuali di sinistra?”
Daniela Santanché vada a chiederlo alla ragazza cecena ritratta qui sotto. Ci vada "vestita" come appare "vestita" nelle molte immagini disponibili sul suo conto, ed avanzando gli stessi concetti cui deve la propria miserabile fortuna da gazzetta patinata.
Ci riferisca con calma la risposta.
Qui nessuno ha fretta.
Eccone le presentazioni.
La donna negata. Dall'infibulazione alla liberazione (Marsilio, 2006) Raccogliendo le testimonianze di tante immigrate (da Amina, un'algerina picchiata a sangue insieme ai due figli piccoli perché non accettava la convivenza con la seconda moglie del marito, a Hirsi Ali la kafir, ispiratrice del cortometraggio Submission, per arrivare a Marjan che vede riaprirsi per la figlia adolescente un calvario che pensava di essersi lasciata alle spalle) e collaborando con le associazioni che rappresentano il milione di donne islamiche che vivono in Italia, Daniela Santanché ci consegna un'analisi della condizione delle donne musulmane nel nostro Paese.
Le donne violate. La donna negata e oltre (Marsilio, 2008) Con questo secondo libro Daniela Santanché analizza la drammatica condizione in cui si trovano migliala di donne islamiche che vivono in Italia. Private dei diritti più elementari da una concezione dell'Islam a cui non sappiamo o non vogliamo dare risposte adeguate, inseguite anche nel nostro paese dalle imposizioni più aberranti del fondamentalismo religioso, Daniela Santanché denuncia le ambiguità e i silenzi della politica. Le donne violate con il loro grido di aiuto rendono sempre più attuale il monito che l'autrice lancia ai governanti italiani e europei. Perché nessuno debba dimenticare che la libertà delle donne dell'Islam è, in ultima analisi, la libertà di tutti noi.
Cellulosa sottratta ad utilizzi più costruttivi, chiaramente. Basterebbe l'accenno fugace all'Islàmme come antitetico alla "libertà", qualunque concetto si abbia di essa, con cui si conclude la seconda presentazione per farsi un idea molto precisa sulle competenze della scrivente.
Daniela Santanché postula che nella penisola italiana vive un milione di donne infibulate e picchiate a sangue. La cosa peggiore che potrebbe capitarle è trovare qualcuno che prenda, e in tutta serietà, il dato per veritiero. Perché se le cose stessero come dice questa poco vestita, l'unica conclusione che avrebbe senso trarre è che una politica "occidentalista" che ha fatto dell'islamofobia una specie di dogma non è riuscita, in dieci anni filati, a togliere da quelle condizioni neanche una frazione delle vittime.
Un'ammissione di fallimento prevedibile e prevista, che non può che rallegrare.
In compenso la politica "occidentalista" è riuscita, e senza moltre difficoltà, a partecipare alla "esportazione di democrazia" in Iraq ed in Afghanistan.
Costo previsto per il 2010, un miliardo di euro.
Più tintoria e stiratura per le mimetiche da passeggio di Ignazio Benito Maria La Russa, in modo che sia bello elegante quando mette in scena qualcuna delle sue insultanti pagliacciate.
Più le spese per portare una giornata a Firenze quella donna, insieme al ragionier Riccardo de Corato.
Qui sopra la screenshot di come si presenta su Google il dominio danielasantanche.com.
"Contatti", "Sesso", "Senza Veli", "Pagina successiva" (come dire "avanti la prossima"). Un'autopresentazione che promette davvero competenze approfondite nel campo delle scienze religiose. Il miglior biglietto da visita per una che intenda combattere -presumibilmente da sola- contro la "repressione sessuale" corollario dell'Islàmme.
Al momento in cui scriviamo il sito è fermo al 30 agosto 2010.
Tra gli ultimi materiali inseriti, uno starnazzo di questo genere:
“A Brescia come a Teheran, il problema è il velo, simbolo di tutte le sottomissioni. Ma dov’è lo sdegno dei nostri intellettuali di sinistra?”
Daniela Santanché vada a chiederlo alla ragazza cecena ritratta qui sotto. Ci vada "vestita" come appare "vestita" nelle molte immagini disponibili sul suo conto, ed avanzando gli stessi concetti cui deve la propria miserabile fortuna da gazzetta patinata.
Ci riferisca con calma la risposta.
Qui nessuno ha fretta.
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