Ottobre 2010. Si infierisce in questo scritto contro una sterile iniziativa politica "occidentalista" e contro coloro che l'hanno messa in atto a Firenze.
Nel corso degli anni abbiamo avuto più occasioni -in realtà andrebbero contate a dozzine ogni giorno- per additare al disprezzo di chi legge la malafede piccina, l'assoluta pochezza, la pedestraggine, la cattiveria spicciola, l'incompetenza e la sostanziale demenzialità allucinata degli esponenti politici "occidentalisti". Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere non pare esistere una correlazione tra l'importanza e la responsabilità implicite nella carica ricoperta ed evidenza di simili caratteristiche; si ha al contrario l'impresssione che malafede piccina, assoluta pochezza, pedestraggine, cattiveria spicciola, incompetenza e sostanziale demenzialità allucinata rappresentino delle variabili indipendenti, e che tutto il resto venga di conseguenza. Nel comunicato stampa in link, quattro esponenti "occidentalisti" di terza o quarta fila tentano di spiegare come e perché dovranno sfidare in piazza l'indifferenza dell'elettorato con qualcuno di quei gazebi di cui avemmo a riferire a suo tempo, montato davanti a qualcuno di quei centri commerciali che degli "occidentalisti" rappresentano i più autentici luoghi di culto in una giornata autunnale che auspichiamo eccezionalmente inclemente.
I quattro quinti del “lavoro” del micropolitico "occidentalista" consistono nell’allagare di comunicati gli uffici stampa. E questi comunicati, quando non ciarlano d’i'ddegrado e della ‘nsihurézza si occupano in modo pressoché esclusivo di pallone, pallonai, palloneria e pallonieri. Le scarse "uscite pubbliche" come quella qui citata servono in modo pressoché esclusivo alla raccolta dei perenni piagnistei di una claque praticamente convocata apposta: con questi materiali si confezionano poi tonnellate di cartacce destinate a mantenere il clima emergenziale di sospetto reciproco e di lodata e condivisa bassezza che questa gente ha contribuito a diffondere in tutto il territorio controllato dallo stato che occupa la penisola italiana. Il comunicato, profondamente adulatorio nei confronti di un individuo che farebbe addirittura il primo ministro per lo stato che occupa la penisola italiana, statuisce che il governo "sta lavorando bene e dopo due anni di lavoro e di successi anche internazionali, è giusto diffondere il messaggio di uno Stato che funziona e che viene guidato con coraggio, affrontando importanti riforme anche andando incotro [sic] ad inevitabili e strumentali contestazioni politicizzate".
Tra i "successi anche internazionali" è appena il caso di acennare alle passerelle deliranti, alle sconfitte militari e al conseguente e giustissimo crollo verticale del prestigio statale. Perfino le pallonate, uno dei pochi settori in cui gli "occidentalisti" dimostrano un minimo di impegno e di interesse, hanno fatto registrare una brutta battuta d'arresto con quella che si presenta come la squadra "nazionale" dei pallonieri peninsulari cacciata ignominiosamente, nella Repubblica Sudafricana, dal pallonaio per formazioni consimili che si tiene ogni quattro anni.
La realtà dei fatti è opposta. Dal momento che stiamo scrivendo di "occidentalisti", potremmo anche scrivere ovviamente, naturalmente opposta.
L'"occidentalismo" politico ha raschiato caporali, servi, manutengoli e zerbini dalla peggior marmaglia che la penisola potesse produrre e ne ha infarcito ogni ambiente, al punto che chiunque abbia un minimo di rispetto per se stesso evita anche soltanto di nominare quella che viene definita "politica istituzionale". L'assoluto campo libero e l'assenza di un'opposizione perennemente e continuamente criminalizzata e denigrata tramite un uso dei mass media che è perfetto riflesso dell'abiezione e della bassezza dei committenti hanno permesso agli "occidentalisti" la costruzione di un apparato statale finalizzato all'ingiustizia sociale, alla repressione, all'omologazione ed alla costruzione di una società di modello amriki, di "élites"[1] ostentanti sprechi vomitevoli circondate da un volgo aggressivo e lacero.
I quattro quinti del “lavoro” del micropolitico "occidentalista" consistono nell’allagare di comunicati gli uffici stampa. E questi comunicati, quando non ciarlano d’i'ddegrado e della ‘nsihurézza si occupano in modo pressoché esclusivo di pallone, pallonai, palloneria e pallonieri. Le scarse "uscite pubbliche" come quella qui citata servono in modo pressoché esclusivo alla raccolta dei perenni piagnistei di una claque praticamente convocata apposta: con questi materiali si confezionano poi tonnellate di cartacce destinate a mantenere il clima emergenziale di sospetto reciproco e di lodata e condivisa bassezza che questa gente ha contribuito a diffondere in tutto il territorio controllato dallo stato che occupa la penisola italiana. Il comunicato, profondamente adulatorio nei confronti di un individuo che farebbe addirittura il primo ministro per lo stato che occupa la penisola italiana, statuisce che il governo "sta lavorando bene e dopo due anni di lavoro e di successi anche internazionali, è giusto diffondere il messaggio di uno Stato che funziona e che viene guidato con coraggio, affrontando importanti riforme anche andando incotro [sic] ad inevitabili e strumentali contestazioni politicizzate".
Tra i "successi anche internazionali" è appena il caso di acennare alle passerelle deliranti, alle sconfitte militari e al conseguente e giustissimo crollo verticale del prestigio statale. Perfino le pallonate, uno dei pochi settori in cui gli "occidentalisti" dimostrano un minimo di impegno e di interesse, hanno fatto registrare una brutta battuta d'arresto con quella che si presenta come la squadra "nazionale" dei pallonieri peninsulari cacciata ignominiosamente, nella Repubblica Sudafricana, dal pallonaio per formazioni consimili che si tiene ogni quattro anni.
La realtà dei fatti è opposta. Dal momento che stiamo scrivendo di "occidentalisti", potremmo anche scrivere ovviamente, naturalmente opposta.
L'"occidentalismo" politico ha raschiato caporali, servi, manutengoli e zerbini dalla peggior marmaglia che la penisola potesse produrre e ne ha infarcito ogni ambiente, al punto che chiunque abbia un minimo di rispetto per se stesso evita anche soltanto di nominare quella che viene definita "politica istituzionale". L'assoluto campo libero e l'assenza di un'opposizione perennemente e continuamente criminalizzata e denigrata tramite un uso dei mass media che è perfetto riflesso dell'abiezione e della bassezza dei committenti hanno permesso agli "occidentalisti" la costruzione di un apparato statale finalizzato all'ingiustizia sociale, alla repressione, all'omologazione ed alla costruzione di una società di modello amriki, di "élites"[1] ostentanti sprechi vomitevoli circondate da un volgo aggressivo e lacero.
La foto qua sopra viene da uno dei luoghi fiorentini dove شيطان بزرگ viene combattuto ogni giorno. Il centro sociale in cui è stata scattata viene frequentato e tenuto in piedi da centinaia di lavoratori ed è ovviamente il bersaglio principe delle invettive "occidentaliste", la cui efficacia non dev'essere gran cosa visto che lo stabile è occupato da vent'anni e che i ritorni elettorali di tante menzogne sono stati peggio che trascurabili. In cambio, i frequentatori di quel posto possono aprire una gazzetta e vedersi dipinti ora come avvelenatori di acquedotti, ora come incendiari di automobili, ora come vandalizzatori della proprietà pubblica e privata. Armato di gazzettame denigratorio l'"occidentalismo" di quartiere ha in organizzazioni come questa un capro espiatorio teoricamente prono ad angherie di ogni genere. Teoricamente, perché qualunque intrapresa "occidentalista" travalichi il piano delle ciarle gazzettiere riceve nel quartiere dove sorge questo stabile un'accoglienza calorosa ed inequivocabile, mostrando ad obesi buoni a nulla, ad indossatori di cravatta, a sionisti di complemento e ad altri nullafacenti dello stesso genere che la misura è vieppiù colma e che le gazzettine sono una cosa, la realtà un'altra.
Una delle ultime incarnazioni "occidentaliste" ha preso il nome di "promotori della libertà". L'iniziativa riesce ad essere irritante perfino nel nome: ai tempi delle "bolle finanziarie" ci fu una breve stagione in cui molti "occidentalisti" pensarono che il futuro sarebbe stato, per una durata indefinita, l'alzarsi tardi dopo una notte passata dedicandosi a cattive abitudini, l'accendere un computer e il controllare i guadagni in borsa del giorno precedente. In questo contesto tentò di diventare popolare la figura del "promotore finanziario". I promotori finanziari che abbiamo conosciuto passavano la giornata facendo anticamera come clientes o come questuanti, incamerando poche entrate e molte umiliazioni. E da questo punto di vista non avremmo nulla da obiettare in un "occidentalista" che si riconoscesse in una figura del genere. Purtroppo la figura del "promotore finanziario" divenne "popolare" per ben altri motivi, primo tra tutti quello di rappresentare per le imprese una forza lavoro dai costi prossimi allo zero. Un modello di "imprenditori di se stessi" che ha dilagato, contribuendo fattivamente all'instaurazione del clima sociale dominante. L'autoreferenzialità "occidentalista" è nota e per individui di questo genere identificarsi nel "promotore di successo", col corollario di consumi e di femmine più o meno disponibili che questo prevede nel ristretto immaginario di chi fa propri i "valori dell'Occidente", deve risultare facile. Facile intuire cosa ne pensino, invece, i mustad'afin del precariato. Il sito dei "promotori della libertà" fiorentini alterna immagini di propaganda di gente in cravatta, proponimenti inqualificabili di importazione amriki in materia di "tagli alla spesa pubblica", elogi della guerra d'aggressione ed altra roba del genere.
Pare che l'"operazione menzogna", nel quartiere in cui ha sede il centro sociale su descritto, si sia tenuta il 23 ottobre 2010, neppure preannunciata alla stampa.
Probabile che non se ne sia accorto nessuno.
Un dettaglio tra i molti è rivelatore della pochezza di questi spaghettifresser. Per volantinaggi e sempiterni gazebi, hanno pensato bene di ricorrere agli spazi dominati da una certa catena di supermercati, nei confronti della quale gli "occidentalisti" non hanno mai nascosto il proprio disprezzo. Quando c'è da spargere menzogne, dettagli del genere debbono parere loro marginali, un minimo di coerenza un genere di puro lusso, sicuramente l'unico lusso che questa gente proprio non intende concedersi.
Il firmatario del resoconto sull'iniziativa è un certo Paolo Poli, che si qualifica come "Capogruppo PdL Q.3", qualsiasi cosa significhi. In mezzo al nulla delle buche nell'asfalto e ad una mancanza di argomenti tale che il vocabolo degrado fa la sua comparsa una sola volta in tutto lo scritto, non gli è rimasto che buttarsi sulla questione sicurezza, sperando di poterne trarre di che dare la colpa a qualcuno e di che giustificare l'inconcludente funzione ricoperta. Poli cita una serie di episodi tanto violenti quanto isolati: cita un caso di "aggressione e percosse" al presidente di un'organizzazione cristiana del quartiere ed uno di "Aggressione, con un uomo con la gola tagliata e gravemente ferito [una congiunzione di troppo fa pensare che, almeno in qualche caso, si possa avere la gola tagliata senza essere gravemente feriti...]" avvenuto nel centro sociale di cui stiamo parlando.
Ricordiamo bene entrambi gli episodi e soprattutto ricordiamo il fatto che l'aggredito e ferito grave del centro sociale non soltanto non ebbe la solidarietà di nessuno, al contrario dell'anziano attivista cristiano, ma fu pretesto per questi quattro ben vestiti per ottenere un minimo di visibilità. Nulla di strano: non esiste alcuna circostanza in cui un "occidentalista" non riesca a dare prova di sostanziale viltà e di sistematica spregevolezza di intenti.
Paolo Poli statuisce di trovarsi nientemeno che in "un vero e proprio Bronx [...] grazie alla politica perbenista ed accomodante della giunta di sinistra", battendo il grugno contro un muro di granito costituito dalla logica e da volumi in folio di statistiche che attestano da decenni l'esatto contrario: probabile che un soggiorno sia pur breve a Ramallah o a Gaza, coi sionisti a frugargli a mitra spianato sotto i letti un giorno sì e l'altro pure, lo aiuterebbe a valutare la situazione in modo più oggettivo.
Purtroppo per Paolo Poli abbiamo anche un'altra e ben più sostanziale ragione per avanzare pesanti e sprezzanti dubbi su quanto da lui affermato. Una ragione che con ogni probabilità ci fornisce lui stesso, se è a lui che fa capo l'autoschedatura che abbiamo trovato sul Libro dei Ceffi tanto di moda da qualche anno. Pare impossibile ma l'intero mondo politico "occidentalista" trova più che naturale trascorrere le giornate mettendo in piazza ogni affare proprio e altrui: la passione che costoro nutrono per la delazione, evidentemente, raggiunge e supera la soglia dell'autolesionismo.
Una delle ultime incarnazioni "occidentaliste" ha preso il nome di "promotori della libertà". L'iniziativa riesce ad essere irritante perfino nel nome: ai tempi delle "bolle finanziarie" ci fu una breve stagione in cui molti "occidentalisti" pensarono che il futuro sarebbe stato, per una durata indefinita, l'alzarsi tardi dopo una notte passata dedicandosi a cattive abitudini, l'accendere un computer e il controllare i guadagni in borsa del giorno precedente. In questo contesto tentò di diventare popolare la figura del "promotore finanziario". I promotori finanziari che abbiamo conosciuto passavano la giornata facendo anticamera come clientes o come questuanti, incamerando poche entrate e molte umiliazioni. E da questo punto di vista non avremmo nulla da obiettare in un "occidentalista" che si riconoscesse in una figura del genere. Purtroppo la figura del "promotore finanziario" divenne "popolare" per ben altri motivi, primo tra tutti quello di rappresentare per le imprese una forza lavoro dai costi prossimi allo zero. Un modello di "imprenditori di se stessi" che ha dilagato, contribuendo fattivamente all'instaurazione del clima sociale dominante. L'autoreferenzialità "occidentalista" è nota e per individui di questo genere identificarsi nel "promotore di successo", col corollario di consumi e di femmine più o meno disponibili che questo prevede nel ristretto immaginario di chi fa propri i "valori dell'Occidente", deve risultare facile. Facile intuire cosa ne pensino, invece, i mustad'afin del precariato. Il sito dei "promotori della libertà" fiorentini alterna immagini di propaganda di gente in cravatta, proponimenti inqualificabili di importazione amriki in materia di "tagli alla spesa pubblica", elogi della guerra d'aggressione ed altra roba del genere.
Pare che l'"operazione menzogna", nel quartiere in cui ha sede il centro sociale su descritto, si sia tenuta il 23 ottobre 2010, neppure preannunciata alla stampa.
Probabile che non se ne sia accorto nessuno.
Un dettaglio tra i molti è rivelatore della pochezza di questi spaghettifresser. Per volantinaggi e sempiterni gazebi, hanno pensato bene di ricorrere agli spazi dominati da una certa catena di supermercati, nei confronti della quale gli "occidentalisti" non hanno mai nascosto il proprio disprezzo. Quando c'è da spargere menzogne, dettagli del genere debbono parere loro marginali, un minimo di coerenza un genere di puro lusso, sicuramente l'unico lusso che questa gente proprio non intende concedersi.
Il firmatario del resoconto sull'iniziativa è un certo Paolo Poli, che si qualifica come "Capogruppo PdL Q.3", qualsiasi cosa significhi. In mezzo al nulla delle buche nell'asfalto e ad una mancanza di argomenti tale che il vocabolo degrado fa la sua comparsa una sola volta in tutto lo scritto, non gli è rimasto che buttarsi sulla questione sicurezza, sperando di poterne trarre di che dare la colpa a qualcuno e di che giustificare l'inconcludente funzione ricoperta. Poli cita una serie di episodi tanto violenti quanto isolati: cita un caso di "aggressione e percosse" al presidente di un'organizzazione cristiana del quartiere ed uno di "Aggressione, con un uomo con la gola tagliata e gravemente ferito [una congiunzione di troppo fa pensare che, almeno in qualche caso, si possa avere la gola tagliata senza essere gravemente feriti...]" avvenuto nel centro sociale di cui stiamo parlando.
Ricordiamo bene entrambi gli episodi e soprattutto ricordiamo il fatto che l'aggredito e ferito grave del centro sociale non soltanto non ebbe la solidarietà di nessuno, al contrario dell'anziano attivista cristiano, ma fu pretesto per questi quattro ben vestiti per ottenere un minimo di visibilità. Nulla di strano: non esiste alcuna circostanza in cui un "occidentalista" non riesca a dare prova di sostanziale viltà e di sistematica spregevolezza di intenti.
Paolo Poli statuisce di trovarsi nientemeno che in "un vero e proprio Bronx [...] grazie alla politica perbenista ed accomodante della giunta di sinistra", battendo il grugno contro un muro di granito costituito dalla logica e da volumi in folio di statistiche che attestano da decenni l'esatto contrario: probabile che un soggiorno sia pur breve a Ramallah o a Gaza, coi sionisti a frugargli a mitra spianato sotto i letti un giorno sì e l'altro pure, lo aiuterebbe a valutare la situazione in modo più oggettivo.
Purtroppo per Paolo Poli abbiamo anche un'altra e ben più sostanziale ragione per avanzare pesanti e sprezzanti dubbi su quanto da lui affermato. Una ragione che con ogni probabilità ci fornisce lui stesso, se è a lui che fa capo l'autoschedatura che abbiamo trovato sul Libro dei Ceffi tanto di moda da qualche anno. Pare impossibile ma l'intero mondo politico "occidentalista" trova più che naturale trascorrere le giornate mettendo in piazza ogni affare proprio e altrui: la passione che costoro nutrono per la delazione, evidentemente, raggiunge e supera la soglia dell'autolesionismo.
Dunque: nella biografia, Poli afferma "..a MILANO x lavoro perchè un ARCHITETTO di DESTRA a FIRENZE ... non "QUADRA" (sic!)". Accenti sbagliati e sostituzione della preposizione "per" con una "x" non fanno sperare gran che. Comunque, Milano non è dietro l'angolo e c'è da chiedersi fino a che punto conosca, si riconosca, frequenti, tenga ed apprezzi un quartiere di Firenze un individuo che con ogni probabilità trascorre la maggior parte del proprio tempo altrove.
C'è anche da chiedersi quanto gliene importi. Ma sorvoliamo pure; l'ultima cosa che si deve pensare, della politica "occidentalista", è che abbia qualche fine diverso dall'assecondamento degli interessi, della venalità e delle ambizioni di chi vi si dedica.
Le righe sulla sinistra promettono anche meglio: "TRANQUILLI !!! Il PDL Fiorentino NON sta implodendo; sta solo tagliando i RAMI SECCHI rappresentati da quei soggetti politici STERILI di idee e pieni di ARRIVISMO, NARCISISMO e mero OPPORTUNISMO...di "POLTRONE"".
Meglio tacere, e sentirsi in fondo soddisfatti. Con rappresentanti di questa risma, il "PDL Fiorentino" (qualunque cosa sia) può benissimo fare a meno di procurarsi dei nemici.
In merito al centro sociale del quartiere, il Nostro statuisce che "Non sono certamente contenti gli abitanti di Via Villamagna e delle strade limitrofe, per dover subire quotidianamente l’arroganza e gli atti di microcriminalità da parte del CPA, che è completamente fuori controllo, grazie al giustificazionismo sociale e a quei “bravi ragazzi” assecondati dal Presidente Ceccarelli e dal centro sinistra".
Chissà di quali atti di arroganza e di microcriminalità si è macchiato il tale che abbiamo fotografato.
Abbiamo iniziato confermando, come spesso succede, la natura essenzialmente menzognera della comunicazione politica "occidentalista". Paolo Poli ha infatti trascurato almeno un paio di episodi. Secondo una certa gazzettina, proprio il giorno prima dell'oziosa presenza "occidentalista" in giro per il quartiere un gendarme privato ha sparato due colpi di pistola per fermare due ladri di vestiti costosi. Uno dei due sarebbe stato preso proprio in via Villamagna: Paolo Poli ha perso l'occasione per addossare agli avvelenatori di acquedotti, agli incendiari di automobili e ai distruttori di beni pubblici e privati anche la propensione al furto con scasso. Il fondatore del suo "partito", uno che deve buona parte della sua fortuna alla comunicazione efficace, non sarebbe certo soddisfatto di un emulatore così disattento.
Neanche dieci giorni prima, invece, un orafo rapinato ha pensato bene di difendersi sparando sette colpi di pistola. Tutti a vuoto per mero caso, visto che pare non lo avesse mai fatto prima. In dieci giorni sono stati sparati dieci proiettili sui quali questo "occidentalista" tace. E tace perché l'uso individuale delle armi ed una liberalizzazione in questo senso sono considerati passi importanti verso una visione "occidentalista" della società e dei rapporti umani. Con una certa coerenza, il libercolo Io sparo che me la cavo illustra bene cosa covi dietro certe apparenti dimenticanze.
[1] Sul concetto di élite, si consulti René Guénon, La crisi del mondo moderno, e poi si traggano le debite conclusioni.Le righe sulla sinistra promettono anche meglio: "TRANQUILLI !!! Il PDL Fiorentino NON sta implodendo; sta solo tagliando i RAMI SECCHI rappresentati da quei soggetti politici STERILI di idee e pieni di ARRIVISMO, NARCISISMO e mero OPPORTUNISMO...di "POLTRONE"".
Meglio tacere, e sentirsi in fondo soddisfatti. Con rappresentanti di questa risma, il "PDL Fiorentino" (qualunque cosa sia) può benissimo fare a meno di procurarsi dei nemici.
In merito al centro sociale del quartiere, il Nostro statuisce che "Non sono certamente contenti gli abitanti di Via Villamagna e delle strade limitrofe, per dover subire quotidianamente l’arroganza e gli atti di microcriminalità da parte del CPA, che è completamente fuori controllo, grazie al giustificazionismo sociale e a quei “bravi ragazzi” assecondati dal Presidente Ceccarelli e dal centro sinistra".
Chissà di quali atti di arroganza e di microcriminalità si è macchiato il tale che abbiamo fotografato.
Abbiamo iniziato confermando, come spesso succede, la natura essenzialmente menzognera della comunicazione politica "occidentalista". Paolo Poli ha infatti trascurato almeno un paio di episodi. Secondo una certa gazzettina, proprio il giorno prima dell'oziosa presenza "occidentalista" in giro per il quartiere un gendarme privato ha sparato due colpi di pistola per fermare due ladri di vestiti costosi. Uno dei due sarebbe stato preso proprio in via Villamagna: Paolo Poli ha perso l'occasione per addossare agli avvelenatori di acquedotti, agli incendiari di automobili e ai distruttori di beni pubblici e privati anche la propensione al furto con scasso. Il fondatore del suo "partito", uno che deve buona parte della sua fortuna alla comunicazione efficace, non sarebbe certo soddisfatto di un emulatore così disattento.
Neanche dieci giorni prima, invece, un orafo rapinato ha pensato bene di difendersi sparando sette colpi di pistola. Tutti a vuoto per mero caso, visto che pare non lo avesse mai fatto prima. In dieci giorni sono stati sparati dieci proiettili sui quali questo "occidentalista" tace. E tace perché l'uso individuale delle armi ed una liberalizzazione in questo senso sono considerati passi importanti verso una visione "occidentalista" della società e dei rapporti umani. Con una certa coerenza, il libercolo Io sparo che me la cavo illustra bene cosa covi dietro certe apparenti dimenticanze.
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