Secondo articolo sulla festicciola viareggina per giovani "occidentalisti" tenutasi a luglio 2010.
Il "Giornale della Toscana" fornisce ogni notizia che si possa desiderare sul Dedalo "occidentalista" di Viareggio, la scuolina quadri di "partito" che sta oziando sul Tirreno in questa fine luglio del duemila e dieci.
Nella vita le certezze contano, anche le più piccole.
Una di queste certezze è rappresentata dal fatto che la concretezza e la veridicità della Pravda dei tempi d'oro possono andarsi a nascondere, davanti ai capi d'opera dell'"occidentalismo" quotidiano.
Una di queste certezze è rappresentata dal fatto che la concretezza e la veridicità della Pravda dei tempi d'oro possono andarsi a nascondere, davanti ai capi d'opera dell'"occidentalismo" quotidiano.
Cominciamo dal titolo. L'articolo statuisce che a "Viareggio la dissidente cubana Sanchez incanta il meeting degli studenti Pdl".
Gli "studenti pdl" sono individui che stanno tentando di risolvere il problema di mangiare un paio di volte al giorno tentando di saltare sul carro, già stipato all'inverosimile, dei manutengoli di palazzo. L'immagine che hanno di se stessi non è propriamente questa, perché sono capaci di immaginarsi amministratori o politici del futuro prossimo. La Sanchez li avrebbe messi all'istante in condizioni di incantamento. Ora, su un vocabolario anche da pochi spiccioli, l'incantamento [in-can-ta-mén-to] sostantivo maschile, è uno stato di estasi provocato da grande stupore o da astrazione mentale. Una condizione in cui nessuno nega si trovi la maggior parte degli amministratori e dei politici "occidentali" presenti e futuri, ma che non si vede come possa essere correlata ad azioni amministrative o politiche efficaci.
Come avrà fatto Yoani Sanchez ad incantarli, con Gordiano Lupi a curare il "collegamento telefonico"? Abbiamo trovato un blog, Subecumene, in cui si segnala che la povera, povera Yoani Sanchez alla fine di giugno 2010 chiedeva giornali in spagnolo ai turisti in procinto di partire per Cuba. L'incantamento degli "studenti pdl" ha avuto luogo quasi un mese dopo e nell'occasione la Sanchez ha ripetuto i medesimi concetti. In tre settimane neanche un concetto in più. Neanche una novità, una notizia, un saluto. Niente.
Lamenta la Sanchez che "la stampa locale racconta solamente ciò che va bene, dando un'immagine artificiosa di questo paese. E i turisti visitino anche gli ospedali, per vedere che mancano le lenzuola, i ventilatori, persino le aspirine". Che forse senza un embargo pluridecennale in mezzo, mancherebbero di meno, ammesso che scarseggino sul serio perché abbiamo fondati motivi per dubitarne. Non ci risulta neppure che l'aspirina sia un farmaco di corrente utilizzo ospedaliero; una "dissidente" tanto documentata poteva anche sforzarsi di portare esempi un po' più estesi, specie in considerazione del ruolo che s'intenderebbe ricoprire.
In ogni caso sembra proprio che parli dei "giornali" della penisola italiana, caratterizzati in blocco da un asservimento, da una faciloneria e da una piattezza difficilmente eguagliabili; la copia di quello da cui traiamo l'articolo ospita in prima pagina un panegirico in favore di un certo Denis Verdini con titolo di scatola e foto; pare che questo signore non stia passando un bel momento, e che le ragioni di queste difficoltà siano molto diverse da quelle che i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana stanno affrontando da anni nella completa indifferenza della classe politica, con poteri d'acquisto in via di colliquazione e lavori sempre più precari e sempre peggio pagati. Non conoscendo affatto bene il castigliano, non sappiamo quali "giornali" finirebbero in mano alla Sanchez. Ne avesse chiesti di fiorentini avrebbe avuto il piacere di farsi erudire in materia di degrado, d'insihurézza e di incubi; chissà che il vedere una piazza con qualche rifiuto per terra -nulla che non si rimedi con una buona scopa- elevata a problema del giorno non le farebbe riconsiderare l'agenda delle proprie urgenze.
Si riprende qui per intero il testo di Subecumene, che il suo autore ha difeso con efficacia anche a piè di pagina, nell'area riservata ai commenti.
Povera, povera Yoani SanchezGli "studenti pdl" sono individui che stanno tentando di risolvere il problema di mangiare un paio di volte al giorno tentando di saltare sul carro, già stipato all'inverosimile, dei manutengoli di palazzo. L'immagine che hanno di se stessi non è propriamente questa, perché sono capaci di immaginarsi amministratori o politici del futuro prossimo. La Sanchez li avrebbe messi all'istante in condizioni di incantamento. Ora, su un vocabolario anche da pochi spiccioli, l'incantamento [in-can-ta-mén-to] sostantivo maschile, è uno stato di estasi provocato da grande stupore o da astrazione mentale. Una condizione in cui nessuno nega si trovi la maggior parte degli amministratori e dei politici "occidentali" presenti e futuri, ma che non si vede come possa essere correlata ad azioni amministrative o politiche efficaci.
Come avrà fatto Yoani Sanchez ad incantarli, con Gordiano Lupi a curare il "collegamento telefonico"? Abbiamo trovato un blog, Subecumene, in cui si segnala che la povera, povera Yoani Sanchez alla fine di giugno 2010 chiedeva giornali in spagnolo ai turisti in procinto di partire per Cuba. L'incantamento degli "studenti pdl" ha avuto luogo quasi un mese dopo e nell'occasione la Sanchez ha ripetuto i medesimi concetti. In tre settimane neanche un concetto in più. Neanche una novità, una notizia, un saluto. Niente.
Lamenta la Sanchez che "la stampa locale racconta solamente ciò che va bene, dando un'immagine artificiosa di questo paese. E i turisti visitino anche gli ospedali, per vedere che mancano le lenzuola, i ventilatori, persino le aspirine". Che forse senza un embargo pluridecennale in mezzo, mancherebbero di meno, ammesso che scarseggino sul serio perché abbiamo fondati motivi per dubitarne. Non ci risulta neppure che l'aspirina sia un farmaco di corrente utilizzo ospedaliero; una "dissidente" tanto documentata poteva anche sforzarsi di portare esempi un po' più estesi, specie in considerazione del ruolo che s'intenderebbe ricoprire.
In ogni caso sembra proprio che parli dei "giornali" della penisola italiana, caratterizzati in blocco da un asservimento, da una faciloneria e da una piattezza difficilmente eguagliabili; la copia di quello da cui traiamo l'articolo ospita in prima pagina un panegirico in favore di un certo Denis Verdini con titolo di scatola e foto; pare che questo signore non stia passando un bel momento, e che le ragioni di queste difficoltà siano molto diverse da quelle che i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana stanno affrontando da anni nella completa indifferenza della classe politica, con poteri d'acquisto in via di colliquazione e lavori sempre più precari e sempre peggio pagati. Non conoscendo affatto bene il castigliano, non sappiamo quali "giornali" finirebbero in mano alla Sanchez. Ne avesse chiesti di fiorentini avrebbe avuto il piacere di farsi erudire in materia di degrado, d'insihurézza e di incubi; chissà che il vedere una piazza con qualche rifiuto per terra -nulla che non si rimedi con una buona scopa- elevata a problema del giorno non le farebbe riconsiderare l'agenda delle proprie urgenze.
Si riprende qui per intero il testo di Subecumene, che il suo autore ha difeso con efficacia anche a piè di pagina, nell'area riservata ai commenti.
Ecco Yoani Sanchez.
Non ricorda molto
Ivan Denisovic.
| Repubblica di ieri pubblicava l’ennesimo pezzettino piagnucoloso di Yoani Sanchez sulle tetraggini del Gulag cubano. Non la base di Guantanamo, ma proprio Cuba. Il pezzettino si concludeva dicendo che quando un amico va all’estero e le chiede che regalo può portarle lei immancabilmente risponde: giornali. Perché il governo ha il monopolio dell’informazione, i giornali cubani non parlano delle questioni internazionali, e tutto il bla bla bla che vi potete immaginare. Ora, lasciamo da parte che è un po’ strano che una pop-star della Rete senta così tanto bisogno della carta stampata per essere informata di quanto accade nel mondo. Il 90% delle informazioni che io ricevo dal mondo mi arriva attraverso Internet, e da fonti indipendenti a cui Yoani Sanchez, una volta che si è connessa, ha lo stesso accesso che ho io. Veniamo proprio a questa faccenda dei giornali. In passato me ne sono occupato e sono abbastanza informato non tanto per dire come stiano davvero le cose, ma almeno per riferire il punto di vista dell’altra campana, cioè il governo cubano, le cui posizioni non riscuotono mai l’attenzione dei paladini della libera stampa come Yoani Sanchez o Repubblica. A chi importa quello che dicono le autorità cubane? Non è vero che a Cuba non ci sia la stampa estera, è solo che la sua circolazione è estremamente limitata. Il punto è che la stampa estera è un prodotto di importazione, e come tutti i prodotti di importazione può essere acquistato solo con valuta pregiata. E una nazione non può avere più valuta pregiata di quanta riesca a tesaurizzarne attraverso le esportazioni. Cuba non è una potenza commerciale e pertanto le sue riserve valutarie — necessarie per finanziare l’import — sono limitate. Questo impone rigide priorità su cosa occorre importare, e le scelte che ha fatto il governo cubano riflettono più la volontà di garantire a un bambino di sette anni un’assitenza sanitaria da primo mondo che assicurare ogni mattina una copia del New York Times fresca di inchiostro sulla scrivania di Yoani Sanchez. |
Nonostante questo a Cuba la stampa estera è accessibile a tutti nelle edicole interne agli alberghi per turisti, dove si paga in pesos convertibili. La concessionaria governativa che si occupa di importare e distribuire i giornali fa sì che almeno in questi centri commmerciali ci siano i principali quotidiani e settimanali stranieri in lingua inglese, spagnola, e francese, dato che i turisti non sono interessati alla stampa cubana. E’ una limitazione che non piace a nessuno, ma la triste verità è che ogni volta che la concessionaria ha cercato di distribuire la stampa estera sul circuito nazionale delle edicole andava incontro a pesanti perdite, perché la maggior parte delle copie rimaneva invenduta. Non per mancanza di interesse da parte della gente, ma per mancanza di denaro. Se l’unico problema di Yoani Sanchez è il monopolio governativo dell’informazione, lo aggiri recandosi negli alberghi per turisti, dove potrà comprarsi tutta la stampa estera che si può permettere con i suoi pesos convertibili.
Se Yoani Sanchez vivesse in qualche paradiso del capitalismo caraibico — che so? Haiti, la Republica Dominicana… — e avesse la fortuna di appartenere a qualche classe privilegiata, probabilmente troverebbe la stampa estera con meno grattacapi che a Cuba. Le classi privilegiate, lì, si trattano bene. Tutto il resto… beh…
Se Yoani Sanchez vivesse in qualche paradiso del capitalismo caraibico — che so? Haiti, la Republica Dominicana… — e avesse la fortuna di appartenere a qualche classe privilegiata, probabilmente troverebbe la stampa estera con meno grattacapi che a Cuba. Le classi privilegiate, lì, si trattano bene. Tutto il resto… beh…
Partito malissimo, "Il Giornale" prosegue peggio, rivedendo al ribasso le stime degli ottocento "studenti" presentata ieri, già diventati settecento. La foto allegata raffigura sì e no un centinaio di persone; l'altra foto raffigura Giovanni Donzelli, un diplomato che ha passato i trent'anni da un pezzo e che figura sempre come "Presidente di Azione Universitaria". Un sistema universitario e politico che fosse improntato ad un milligrammo di quella "meritocrazia" che gli "occidentalisti" invocano ogni giorno lo avrebbe estromesso senza cerimonie da un lustro almeno, ma così non è ed il diplomato può anche presenziare ad incontri sul tea party e sulle insorgenze facendo finta di capire di cosa si sta parlando.
Il Tea Party inteso come lo intendono gli "occidentalisti" sarebbe una specie di movimento antitasse, promosso nello stato che occupa la penisola italiana da indossatori di cravatte inchiavardati ai partiti di governo. Un altro esempio di come la situazione politica peninsulare sia arrivata al punto di permettere la formazione e l'esistenza di un "antagonismo filogovernativo" ossimorico prima e ancora che irritante, senza che nessuno torca le labbra dal disprezzo.
Le insorgenze sono un fenomeno storico su cui alcuni mestieranti della cultura "occidentalista" stanno da anni tentando di costruire una storia del "risorgimento" antitetica a quella considerata ufficiale.
Gli "sfidanti del nuovo" non intendono certo gettare il guanto al Dubbio; un avversario simile ne scompaginerebbe le schiere in men che non si dica. La presentazione di libelli sull'impresa di Fiume e sulla storia dell'estrema destra peninsulare nel 1960 hanno provvidenzialmente ricondotto le cose nei binari di una rassicurante asfissia.
Il Tea Party inteso come lo intendono gli "occidentalisti" sarebbe una specie di movimento antitasse, promosso nello stato che occupa la penisola italiana da indossatori di cravatte inchiavardati ai partiti di governo. Un altro esempio di come la situazione politica peninsulare sia arrivata al punto di permettere la formazione e l'esistenza di un "antagonismo filogovernativo" ossimorico prima e ancora che irritante, senza che nessuno torca le labbra dal disprezzo.
Le insorgenze sono un fenomeno storico su cui alcuni mestieranti della cultura "occidentalista" stanno da anni tentando di costruire una storia del "risorgimento" antitetica a quella considerata ufficiale.
Gli "sfidanti del nuovo" non intendono certo gettare il guanto al Dubbio; un avversario simile ne scompaginerebbe le schiere in men che non si dica. La presentazione di libelli sull'impresa di Fiume e sulla storia dell'estrema destra peninsulare nel 1960 hanno provvidenzialmente ricondotto le cose nei binari di una rassicurante asfissia.
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