Inizio di giugno 2010. La reazione dei giovani "occidentalisti" all'abbordaggio sionista della Mavi Marmara scrive un'ulteriore pagina intrisa di repellenza nella loro già impresentabile storia.
Dopo la bella impresa sionista del 31 maggio 2010 comunicati stampa e addirittura "presidi di solidarietà" da parte dei giovani del piddì con la elle hanno fatto la loro comparsa, sia pure timida, tra le notizie del mainstream.
Sembra che in una città dove si mangia riso giallo e dove si va per lavorare i giovani del piddì con la elle abbiano chiamato alla solidarietà nei confronti della Repubblica di Turchia. La stessa Repubblica che attende da vent'anni di essere ammessa nell'Unione Europea, che ad ogni campagna elettorale viene denigrata dagli "occidentalisti" proprio per la sua asserita "estraneità" all'Europa, ma molto più concretamente perché i timori che una forza lavoro molto più motivata, competente e preparata di quella peninsulare faccia giustamente strame dei buoni a nulla con la fronte bassa e il berretto all'incontrario che vegetano nelle periferie della penisola sono giustissimi e fondati.
Il piddì con la elle ha schierato fin dalla sua creazione un certo numero di individui dal passato (o anche dal presente) ingombrante, tirandoli letteralmente fuori dalle fogne di un estremismo di destra reso afasico -ed inutile- dal fatto che le formazioni "occidentaliste" hanno prima sdoganato e poi fatte proprie tutte le più deteriori istanze prodotte in sottoscala, pallonai, spogliatoi di palestra ed altre sentine in cui vanno a braccetto politicanza e piccoli favori. Questa gente ha fatto un po' di numero, ha abbaiato slogan a comando ed ha portato quel tanto di voti necessari a inchiavardarsi ad uno o più scranni; e nel "paese" dove si mangiano maccaruna c'a' pummarola, scurdàsse 'o passato è una pratica diffusa.
Tuttavia dovrebbero esserci dei limiti.
Chi scalda la poltrona che scalda grazie ai suffragi "occidentalisti", ignorando come e qualmente l'"occidentalismo" abbia costruito la propria fortuna elettorale sulla base di una propaganda forsennata e perentoria e sulla delegittimazione di qualunque istanza contraria ad essa -anche e soprattutto quelle dotate di un minimo di raziocinio- dovrebbe per lo meno avere il buon gusto di non far nuovamente proprie istanze gettate sdegnosamente alle ortiche da anni in nome di una presunta "presentabilità elettorale".
In altri termini, lo stato che occupa la penisola italiana è una realtà sociopolitica in cui il mainstream è costituito per intero da macchine da linciaggio, refrattarie alla realtà sempre di più per ogni giorno che passa. I gazzettieri che traggono utili da questa situazione non si sono peritati, per lustri e lustri, di tacciare di terrorista anche chi si rendesse partecipe di uno scambio di gavettoni a fine anno scolastico, fornendo alla feccia obesa e mangiatrice di spaghetti che è uso definire "maggioranza silenziosa" il destro per scagnare in ogni sede in nome di una repressione talmente capillare e forsennata dall'aver disorientato in più di un caso la stessa gendarmeria, e per promuovere la blindatura di ogni aspetto dell'esistenza in nome di pericoli tanto inesistenti quanto asserviti al tornaconto di una "classe politica" perfettamente rappresentativa del suo elettorato di ingordi, viziati, piccini ed incompetenti.
Dopo l'innovativo esperimento di urbanistica radicale tentato a New York nel settembre 2001, il gazzettaio ha decretato una leva sionista obbligatoria tuttora in vigore. La questione palestinese è scomparsa dall'agenda dei partiti perché il semplice accostarvisi significava finire linciati da qualche giornalista, solitamente in preoccupante e repulsivo sovrappeso.
Chi scalda la poltrona che scalda grazie ai suffragi ottenuti dalla feccia obesa e mangiatrice di spaghetti di cui sopra (non ce ne vogliano i nostri ben più che ventiquattro lettori, non è colpa di chi scrive se nello stato che occupa la penisola italiana serpeggia un "nazionalismo" basato sulla Nutella e sulle fettuccine Alfredo, caso forse unico al mondo) faccia dunque tesoro dell'esempio di coerenza che riportiamo qui sotto. Perché è a propaganda come questa che deve per intero la propria fortuna politica, e sputare nel piatto da cui si è abbondantemente mangiato richiede come minimo un po' di discrezione.
Sembra che in una città dove si mangia riso giallo e dove si va per lavorare i giovani del piddì con la elle abbiano chiamato alla solidarietà nei confronti della Repubblica di Turchia. La stessa Repubblica che attende da vent'anni di essere ammessa nell'Unione Europea, che ad ogni campagna elettorale viene denigrata dagli "occidentalisti" proprio per la sua asserita "estraneità" all'Europa, ma molto più concretamente perché i timori che una forza lavoro molto più motivata, competente e preparata di quella peninsulare faccia giustamente strame dei buoni a nulla con la fronte bassa e il berretto all'incontrario che vegetano nelle periferie della penisola sono giustissimi e fondati.
Il piddì con la elle ha schierato fin dalla sua creazione un certo numero di individui dal passato (o anche dal presente) ingombrante, tirandoli letteralmente fuori dalle fogne di un estremismo di destra reso afasico -ed inutile- dal fatto che le formazioni "occidentaliste" hanno prima sdoganato e poi fatte proprie tutte le più deteriori istanze prodotte in sottoscala, pallonai, spogliatoi di palestra ed altre sentine in cui vanno a braccetto politicanza e piccoli favori. Questa gente ha fatto un po' di numero, ha abbaiato slogan a comando ed ha portato quel tanto di voti necessari a inchiavardarsi ad uno o più scranni; e nel "paese" dove si mangiano maccaruna c'a' pummarola, scurdàsse 'o passato è una pratica diffusa.
Tuttavia dovrebbero esserci dei limiti.
Chi scalda la poltrona che scalda grazie ai suffragi "occidentalisti", ignorando come e qualmente l'"occidentalismo" abbia costruito la propria fortuna elettorale sulla base di una propaganda forsennata e perentoria e sulla delegittimazione di qualunque istanza contraria ad essa -anche e soprattutto quelle dotate di un minimo di raziocinio- dovrebbe per lo meno avere il buon gusto di non far nuovamente proprie istanze gettate sdegnosamente alle ortiche da anni in nome di una presunta "presentabilità elettorale".
In altri termini, lo stato che occupa la penisola italiana è una realtà sociopolitica in cui il mainstream è costituito per intero da macchine da linciaggio, refrattarie alla realtà sempre di più per ogni giorno che passa. I gazzettieri che traggono utili da questa situazione non si sono peritati, per lustri e lustri, di tacciare di terrorista anche chi si rendesse partecipe di uno scambio di gavettoni a fine anno scolastico, fornendo alla feccia obesa e mangiatrice di spaghetti che è uso definire "maggioranza silenziosa" il destro per scagnare in ogni sede in nome di una repressione talmente capillare e forsennata dall'aver disorientato in più di un caso la stessa gendarmeria, e per promuovere la blindatura di ogni aspetto dell'esistenza in nome di pericoli tanto inesistenti quanto asserviti al tornaconto di una "classe politica" perfettamente rappresentativa del suo elettorato di ingordi, viziati, piccini ed incompetenti.
Dopo l'innovativo esperimento di urbanistica radicale tentato a New York nel settembre 2001, il gazzettaio ha decretato una leva sionista obbligatoria tuttora in vigore. La questione palestinese è scomparsa dall'agenda dei partiti perché il semplice accostarvisi significava finire linciati da qualche giornalista, solitamente in preoccupante e repulsivo sovrappeso.
Chi scalda la poltrona che scalda grazie ai suffragi ottenuti dalla feccia obesa e mangiatrice di spaghetti di cui sopra (non ce ne vogliano i nostri ben più che ventiquattro lettori, non è colpa di chi scrive se nello stato che occupa la penisola italiana serpeggia un "nazionalismo" basato sulla Nutella e sulle fettuccine Alfredo, caso forse unico al mondo) faccia dunque tesoro dell'esempio di coerenza che riportiamo qui sotto. Perché è a propaganda come questa che deve per intero la propria fortuna politica, e sputare nel piatto da cui si è abbondantemente mangiato richiede come minimo un po' di discrezione.