Si dà qui conto di una schermaglia a colpi di vernice spray di cui abbiamo potuto raccogliere prova documentale nell'aprile e nel maggio del 2010, con annesse alcune osservazioni in proposito.
Alcune settimane fa abbiamo documentato gli esiti, in verità piuttosto pedestri, di quella che pare essere stata una nottata di estro creativo dovuta a chissà chi.
In altre parole, alla fine di aprile 2010 il quartiere fiorentino di Gavinana è stato riempito di scritte nerastre e croci celtiche da qualcuno talmente versato negli studi in materia da avere con ogni probabilità un bel po' di problemi a distinguere il Leabhar Cheanannais da The Lord of the Rings, o Montague Rhodes James da George Best.
In altre parole, alla fine di aprile 2010 il quartiere fiorentino di Gavinana è stato riempito di scritte nerastre e croci celtiche da qualcuno talmente versato negli studi in materia da avere con ogni probabilità un bel po' di problemi a distinguere il Leabhar Cheanannais da The Lord of the Rings, o Montague Rhodes James da George Best.
In capo ad un paio di settimane le scritte sono state affiancate da considerazioni altrettanto nerastre ma di registro alquanto diverso. Nel migliore dei casi gli altrettanto ignoti decoratori hanno auspicato per i celtici di prima passata un poco nobile destino in cui rientrano, tradizionalmente, corda e sapone. In altri casi sono stati un po' più espliciti, correggendo con pesanti considerazioni una scritta inneggiante a Casaggì (un sedicente "centro sociale di destra" organico al piddì con la elle fiorentino) e promettendo un trattamento granguignolesco a chiunque si faccia sorprendere a giocherellare con rune e tinta spray.
I rapporti di forza a Firenze giocano pesantemente a sfavore degli "occidentalisti" in generale, e degli estimatori di hakenkreuzen e wolfzahnen in particolare, che come abbiamo visto riescono a mobilitare, e solo nelle grandissime occasioni, meno di trecento persone in tutto e per tutto, di solito animate da uno spirito bellicoso più adatto ad una gozzoviglia tra piccoli e medi calibri di "partito" che non all'allestimento di operazioni paramilitari. Impiastrare a getto continuo per anni una città di manifesti ed un quartiere intero di marchi territoriali nella migliore etologia della specie potrebbe non rivelarsi il miglior modo per farsi tollerare ed in un contesto complessivamente sano come quello fiorentino, in cui la politica si ostina a passare per le piazze prima che in quella immonda autoschedatura mondiale che chiamano Facebook, sarebbe il caso di prendere questo elementare dato di fatto in seria considerazione.
Stranamente -o meglio, non stranamente- la pioggia di croci celtiche, nella più parte dei casi firmate con un eloquente "A. G.", non ha fatto fino ad oggi scagnare in sala stampa nessun autonominato identificatore d'insihurezzedddegràdo. Nulla da eccepire; non esiste "occidentalista" che non usi due pesi e due misure.
I rapporti di forza a Firenze giocano pesantemente a sfavore degli "occidentalisti" in generale, e degli estimatori di hakenkreuzen e wolfzahnen in particolare, che come abbiamo visto riescono a mobilitare, e solo nelle grandissime occasioni, meno di trecento persone in tutto e per tutto, di solito animate da uno spirito bellicoso più adatto ad una gozzoviglia tra piccoli e medi calibri di "partito" che non all'allestimento di operazioni paramilitari. Impiastrare a getto continuo per anni una città di manifesti ed un quartiere intero di marchi territoriali nella migliore etologia della specie potrebbe non rivelarsi il miglior modo per farsi tollerare ed in un contesto complessivamente sano come quello fiorentino, in cui la politica si ostina a passare per le piazze prima che in quella immonda autoschedatura mondiale che chiamano Facebook, sarebbe il caso di prendere questo elementare dato di fatto in seria considerazione.
Stranamente -o meglio, non stranamente- la pioggia di croci celtiche, nella più parte dei casi firmate con un eloquente "A. G.", non ha fatto fino ad oggi scagnare in sala stampa nessun autonominato identificatore d'insihurezzedddegràdo. Nulla da eccepire; non esiste "occidentalista" che non usi due pesi e due misure.