Firenze. Nell'aprile del 2010 viene rinviato a giudizio un gendarme romano; l'anno prima, in un corteo per intero composto da ragazzini disarmati, avrebbe dato prova di eccessivo ardimento.
In queste due immagini si vedono due episodi identici. Una è stata scattata nella Repubblica Islamica dell'Iran, l'altra in uno stato, quello che occupa la penisola italiana, i cui politicanti pretenderebbero che la patente di "democrazia" venisse elargita a loro discrezione, magari previo esame di certificazione a mezzo di bombardamento missilistico.
Sionista, se possibile.
Per politici e gazzettieri, come tutti sanno, le manifestazioni di contestazione al potere sono lodevoli e degne di appoggio solo quando si svolgono a Tehran.
Sionista, se possibile.
Per politici e gazzettieri, come tutti sanno, le manifestazioni di contestazione al potere sono lodevoli e degne di appoggio solo quando si svolgono a Tehran.
Nonostante il dominio mediatico incontrastato, o forse proprio nella certezza (impermeabile ad ogni controargomentazione) che esso basti a garantirsi un consenso a prova di contestatore, la pratica politica "occidentalista" a Firenze resta affidata a ciambellani del nulla, avanzi di segreterie, scarti di anticamera, buffoni, fannulloni, incapaci, incompetenti, buoni a niente, elegantoni e pallonieri in cui variano soltanto i tassi di piccineria, inconsistenza, incompetenza e cattiveria spicciola profuse nelle iniziative e nei comunicati stampa. Questo non deve stupire: è giusto che il volgo che bivacca nella penisola italiana esprima il meglio di sé negli esponenti della democrazia rappresentativa, e la classe politica "occidentalista", a Firenze più che altrove, rappresenta alla perfezione una penisola che nonostante tutto è tornata ad essere avanguardia: l'avanguardia di un "Occidente" avviato verso le tenebre.
A suo tempo commentammo in modo impietoso gli avvenimenti dell'11 maggio 2009 nella fiorentina Via della Colonna, dicendo anche in modo poco allusivo e molto chiaro da che parte, a nostro avviso, veniva il colpo.
Scrivemmo che Achille Totaro era di Scandicci ed era grasso, e fine delle caratteristiche salienti. A distanza di un anno possiamo rimarcare il fatto che l'influenza ed il séguito di questo scandiccese sono tali che le statistiche del suo sito web personale ci mostrano dalle 2 (due) alle 20 (venti) visite al giorno. Oggi come oggi, in un mondo in cui esistenza mediatica ed esistenza effettiva si confondono sempre di più nelle menti sempre più allucinate di sempre più persone, (il più delle volte con esiti disastrosi) possiamo scrivere una volta di più che Achille Totaro è di Scandicci ed è grasso. Fine delle caratteristiche salienti.
Come i nostri lettori ricorderanno, malissimo accolto in città dal pubblico di un processo in cui ricopriva la scomoda posizione di imputato, lo scandiccese fece la voce grossa su una gazzetta più che amica (Titolo su "Il Giornale della Toscana del 10 maggio 2009: "Clima intollerabile andrò dal ministro Maroni").
Proprio il giorno precedente i fatti di via della Colonna. Fatti di via della Colonna che furono un immediato boomerang per la gendarmeria e per i patiti della lotta a 'i'ddegrado e all'insihurezza. Gli abitanti della strada e di altre strade del centro aprirono i portoni delle case per offrire vie di fuga ed assistenza concreta alle vittime delle cariche, roba che non si vedeva dagli anni Settanta, ed il coro di biasimo (se non di apertissimo disprezzo) verso l'operato della gendarmeria invase la Firenze reale, fermandosi ovviamente solo sull'uscio delle redazioni.
Veniamo oggi a sapere che, pur fermatasi sull'uscio delle redazioni, l'indignazione avrebbe superato con meno difficoltà la porta del tetro falansterio di piazza San Firenze, dove avrebbero deciso di rinviare a giudizio un gendarme accusato di aver maneggiato con troppa disinvoltura uno dei manifestanti (quaranta giorni refertati e nemmeno si sa se bastano, dice la gazzetta).
Da allora sono passate due consultazioni elettorali locali. Se l'intento "occidentalista" era quello di smuovere qualche voto associando per una volta un po' di concretezza a quella propaganda continua che in questa sede si addita ogni giorno al disprezzo di chi legge, l'intento deve considerarsi, numeri alla mano, fallito. Non ci resta che concludere auspicando fallimenti anche peggiori.
A suo tempo commentammo in modo impietoso gli avvenimenti dell'11 maggio 2009 nella fiorentina Via della Colonna, dicendo anche in modo poco allusivo e molto chiaro da che parte, a nostro avviso, veniva il colpo.
Scrivemmo che Achille Totaro era di Scandicci ed era grasso, e fine delle caratteristiche salienti. A distanza di un anno possiamo rimarcare il fatto che l'influenza ed il séguito di questo scandiccese sono tali che le statistiche del suo sito web personale ci mostrano dalle 2 (due) alle 20 (venti) visite al giorno. Oggi come oggi, in un mondo in cui esistenza mediatica ed esistenza effettiva si confondono sempre di più nelle menti sempre più allucinate di sempre più persone, (il più delle volte con esiti disastrosi) possiamo scrivere una volta di più che Achille Totaro è di Scandicci ed è grasso. Fine delle caratteristiche salienti.
Come i nostri lettori ricorderanno, malissimo accolto in città dal pubblico di un processo in cui ricopriva la scomoda posizione di imputato, lo scandiccese fece la voce grossa su una gazzetta più che amica (Titolo su "Il Giornale della Toscana del 10 maggio 2009: "Clima intollerabile andrò dal ministro Maroni").
Proprio il giorno precedente i fatti di via della Colonna. Fatti di via della Colonna che furono un immediato boomerang per la gendarmeria e per i patiti della lotta a 'i'ddegrado e all'insihurezza. Gli abitanti della strada e di altre strade del centro aprirono i portoni delle case per offrire vie di fuga ed assistenza concreta alle vittime delle cariche, roba che non si vedeva dagli anni Settanta, ed il coro di biasimo (se non di apertissimo disprezzo) verso l'operato della gendarmeria invase la Firenze reale, fermandosi ovviamente solo sull'uscio delle redazioni.
Veniamo oggi a sapere che, pur fermatasi sull'uscio delle redazioni, l'indignazione avrebbe superato con meno difficoltà la porta del tetro falansterio di piazza San Firenze, dove avrebbero deciso di rinviare a giudizio un gendarme accusato di aver maneggiato con troppa disinvoltura uno dei manifestanti (quaranta giorni refertati e nemmeno si sa se bastano, dice la gazzetta).
Da allora sono passate due consultazioni elettorali locali. Se l'intento "occidentalista" era quello di smuovere qualche voto associando per una volta un po' di concretezza a quella propaganda continua che in questa sede si addita ogni giorno al disprezzo di chi legge, l'intento deve considerarsi, numeri alla mano, fallito. Non ci resta che concludere auspicando fallimenti anche peggiori.