Dall'ottobre 2001 in poi, dopo l'uscita del "libro" frutto del ripescaggio mediatico di Oriana Fallaci da parte di Ferruccio De Bortoli, non c'è scarto di magazzino in materia di incompetenza che non venga pubblicizzato come opera di alta letteratura. Quello in questione è uno dei tanti casi su cui si potrebbe infierire.
Non c'è idiozia, menzogna, cialtronata o inesattezza sul conto della Repubblica Islamica dell'Iran e della sua classe politica che non sia stata scritta o detta.
Negli ultimi anni, seguendo una tendenza che non dà il minimo cenno di invertire la rotta, i mass media a più alta fruibilità hanno ritratto il trionfo quotidiano di un kali yuga in cui la diciassettenne mal depilata che vanta su un rotocalco il proprio passato di ladra di merendine all'asilo viene additata ai sudditi come modello più degno di imitazione rispetto ad un premio Nobel. L'applicazione di questa prassi alla divulgazione geopolitica fa sì che risulti difficile credere che esistano persone disposte a non considerare prioritarie questioni come una sfilata in bikini per le strade di Shiraz o una modella che sorseggia whisky davanti al mausoleo dell'Imam Reza, perché non c'è gazzetta che non riduca la realtà geopolitica e sociale della Repubblica Islamica dell'Iran, che è tra le più complesse che esistano, alle mèches sotto lo hijab o alle Lolite di Tehran.
A Padova ci sarebbe una di vent'anni, secondo quanto scrive il Corriere del Veneto in un articolo che è riuscito a schifare anche i pochi che si siano dati la pena di leggerlo e commentarlo, che avrebbe aggiunto del suo all'andazzo di cui sopra pubblicando un libercolo.
Dall'articolo, della padovana di vent'anni poco è dato sapere e molto è dato di vedere.
Del libercolo nulla è dato di vedere e nulla è dato di sapere.
Non scribit, cuius carmina nemo legit. Invece, grazie alla materia che l'Andrea Pasqualetto che figura come autore dell'articolo ha scelto per tirar giornata, c'è la possibilità concreta che questa roba eviti il macero in un numero di copie assai più alto di quanto non sarebbe desiderabile.
Negli ultimi anni, seguendo una tendenza che non dà il minimo cenno di invertire la rotta, i mass media a più alta fruibilità hanno ritratto il trionfo quotidiano di un kali yuga in cui la diciassettenne mal depilata che vanta su un rotocalco il proprio passato di ladra di merendine all'asilo viene additata ai sudditi come modello più degno di imitazione rispetto ad un premio Nobel. L'applicazione di questa prassi alla divulgazione geopolitica fa sì che risulti difficile credere che esistano persone disposte a non considerare prioritarie questioni come una sfilata in bikini per le strade di Shiraz o una modella che sorseggia whisky davanti al mausoleo dell'Imam Reza, perché non c'è gazzetta che non riduca la realtà geopolitica e sociale della Repubblica Islamica dell'Iran, che è tra le più complesse che esistano, alle mèches sotto lo hijab o alle Lolite di Tehran.
A Padova ci sarebbe una di vent'anni, secondo quanto scrive il Corriere del Veneto in un articolo che è riuscito a schifare anche i pochi che si siano dati la pena di leggerlo e commentarlo, che avrebbe aggiunto del suo all'andazzo di cui sopra pubblicando un libercolo.
Dall'articolo, della padovana di vent'anni poco è dato sapere e molto è dato di vedere.
Del libercolo nulla è dato di vedere e nulla è dato di sapere.
Non scribit, cuius carmina nemo legit. Invece, grazie alla materia che l'Andrea Pasqualetto che figura come autore dell'articolo ha scelto per tirar giornata, c'è la possibilità concreta che questa roba eviti il macero in un numero di copie assai più alto di quanto non sarebbe desiderabile.