Alla fine di marzo 2010 nello stato che occupa la penisola italiana si tiene una consultazione elettorale. La presentazione delle liste secondo le norme in vigore ha causato qualche problema al maggior partito "occidentalista", cosa che non soltanto lo ha reso ancora più ridicolo agli occhi dei detrattori, ma ha provocato espressioni di biasimo anche in chi si serve alla stessa mensa.
Gianfranco Rotondi farebbe nientemeno che il "ministro per l'attuazione del programma di governo" per conto dell'esecutivo in carica nello stato che occupa la penisola italiana.
Si tratta di uno dei commensali più incolori e trascurabili dell'intera compagine, che a sua volta costituisce un buon campionamento di una classe politica i cui unici impegni sono la repressione del dissenso e la tutela degli interessi propri e dei camerati di mangiatoia.
A volte il gazzettaio, pur nella sua monocorde e nota malafede, nella sua abituale cialtroneria e nel suo servilismo oltremodo repellente lascia intravedere suo malgrado sprazzi autentici, in cui emerge la vera essenza di un aggregato di individui uniti soltanto da ambizioni venali e da una tutela dei reciproci interessi messa continuamente in discussione dal calor bianco del denaro.
Nelle stesse ore in cui un senatore della stessa parte politica è prossimo alle dimissioni perché stanno per andarlo a prendere per metterlo in galera come uno di quei posteggiatori abusivi di cui in ultima analisi rappresenta soltanto una versione meglio remunerata, un disguido nella presentazione di certe liste elettorali ha fatto affermare a questo Rotondi che "L'onorevole De Luca da solo in Piemonte ha presentato in tre giorni una lista della Dc per Cota letteralmente pensata e realizzata in una settimana. I maestri del PdL hanno fatto perdere la Polverini a tavolino. Io ne ho piene le tasche di fare il parente povero in questa banda di incapaci. Nemmeno la campagna elettorale mi induce a misericordia".
Gianfranco Rotondi farebbe nientemeno che il "ministro per l'attuazione del programma di governo" per conto dell'esecutivo in carica nello stato che occupa la penisola italiana.
Si tratta di uno dei commensali più incolori e trascurabili dell'intera compagine, che a sua volta costituisce un buon campionamento di una classe politica i cui unici impegni sono la repressione del dissenso e la tutela degli interessi propri e dei camerati di mangiatoia.
A volte il gazzettaio, pur nella sua monocorde e nota malafede, nella sua abituale cialtroneria e nel suo servilismo oltremodo repellente lascia intravedere suo malgrado sprazzi autentici, in cui emerge la vera essenza di un aggregato di individui uniti soltanto da ambizioni venali e da una tutela dei reciproci interessi messa continuamente in discussione dal calor bianco del denaro.
Nelle stesse ore in cui un senatore della stessa parte politica è prossimo alle dimissioni perché stanno per andarlo a prendere per metterlo in galera come uno di quei posteggiatori abusivi di cui in ultima analisi rappresenta soltanto una versione meglio remunerata, un disguido nella presentazione di certe liste elettorali ha fatto affermare a questo Rotondi che "L'onorevole De Luca da solo in Piemonte ha presentato in tre giorni una lista della Dc per Cota letteralmente pensata e realizzata in una settimana. I maestri del PdL hanno fatto perdere la Polverini a tavolino. Io ne ho piene le tasche di fare il parente povero in questa banda di incapaci. Nemmeno la campagna elettorale mi induce a misericordia".