Ottobre 2009. Il circolo autoreferenziale fatto da spazzatura travestita da informazione, militari e politicanti inchiavardati allo stato che occupa la penisola italiana offre ogni giorno motivi per provare sensazioni distribuite lungo l'asse compreso tra il ribrezzo ed il ridicolo. Quello che segue è solo uno dei moltissimi casi registrabili ogni minuto, basato sulla screenshot di una pagina web.
In questa sede -la cosa è chiara da sempre ai nostri lettori, anche quelli meno assidui- i mass media di riferimento corrente non godono in genere di alcuna autorevolezza e di alcuna considerazione, fatti salvi i casi (frequentissimi) in cui vengono trattati con aperto e sereno disprezzo.
Il "Quotidiano" sedicente "Nazionale", di cui "La Nazione" è l'incarnazione fiorentina, "Il Giorno" quella milanese, "Il Resto del Carlino" quella di Bologna, rientra nel centotré per cento dei casi nella seconda categoria.
Nel corso della mattinata del primo ottobre 2009, l'edizione on line del giornaletto su specificato presentava il titolo di testa presentato qui sotto, senza rendersi minimamente conto di quanto titolo e foto insieme travalicassero, come abitualmente fanno tutte le produzioni mediatiche di quella testata, il limite che separa l'irritante dall'inutile e dal ridicolo.
In questa sede -la cosa è chiara da sempre ai nostri lettori, anche quelli meno assidui- i mass media di riferimento corrente non godono in genere di alcuna autorevolezza e di alcuna considerazione, fatti salvi i casi (frequentissimi) in cui vengono trattati con aperto e sereno disprezzo.
Il "Quotidiano" sedicente "Nazionale", di cui "La Nazione" è l'incarnazione fiorentina, "Il Giorno" quella milanese, "Il Resto del Carlino" quella di Bologna, rientra nel centotré per cento dei casi nella seconda categoria.
Nel corso della mattinata del primo ottobre 2009, l'edizione on line del giornaletto su specificato presentava il titolo di testa presentato qui sotto, senza rendersi minimamente conto di quanto titolo e foto insieme travalicassero, come abitualmente fanno tutte le produzioni mediatiche di quella testata, il limite che separa l'irritante dall'inutile e dal ridicolo.
La foto mostra uno schieramento di gendarmi perfettamente equipaggiati intento ad affrontare un gruppo di manifestanti a mani basse, armati solo di un megafono. Il titolo strilla di "rivolta", come in altre occasioni ciarla di "caos" o di "insurrezione". Tutta roba che in contesti ed in tempi più normali -la situazione della società che bivacca nella penisola italiana, ed i valori da essa condivisi in ogni modo possono essere etichettati meno che con la parola "normalità"- espressioni del genere sarebbero riservate alle circostanze appropriate. In altre parole, le forze armate sono in rivolta quando è in atto un colpo di stato, il caos si verifica in assenza di un'autorità centrale in grado di far rispettare il monopolio della forza che essa stessa si arroga, una insurrezione si verifica quando il tacito contratto sociale che lega autorità e sudditi viene finalmente -e giustamente- a mancare. Adesso invece, in un contesto che normale non è, è sufficiente una peraltro garbata nota di protesta, comparsa sul sito di un sindacato di categoria, per tirare in ballo parolucce come rivolta.
Un po' di rivolte, di insurrezioni e di caos autentici non farebbero male a volte, specie se fosse possibile offrirne prova di prima mano a certi imbrattafogli di assoluta incompetenza e di ancor più evidente malafede.
L'immagine non potrebbe sottolineare meglio la pochezza della questione e la doppiezza spregevole insita nell'operazioncina mediatica perché mostra soltanto gendarmi perfettamente equipaggiati al cospetto di una folla inerme. Uno sta alzando un manganello senza difficoltà. Cosa c'è che non gli torna, a lui e soprattutto agli impudenti in sovrappeso di tante redazioni, il non poter usare l'AR70 direttamente?
Fino all'altro ieri la gendarmeria ha avuto vita assai più dura nei pressi del pallonaio domenicale: per trenta e passa anni, su gendarmi fatti bersaglio di slogan irripetibili ed oggetto di un odio deliberato e condiviso, è piovuto di tutto: dalle mele marce agli spiccioli ai lavandini sradicati dai cessi del pallonaio. Questo, prima che lo stato che occupa la penisola italiana chinasse la testa al volere della razza dei Murdoch, veri padroni della faccenda cui certi contrattempi fanno solo perdere quattrini, e con la scusa dell'omicidio di un gendarme avvenuta in circostanze ancora poco chiare in quel di Catania cogliesse il destro per blindare pallonai, pallonieri e curve varie.
Nei trent'anni in cui i frequentatori del pallonaio hanno potuto scambiarsi cortesie di ogni tipo, dal razzo di segnalazione che agghiacciò Vincenzo Paparelli alla coltellata che uccise Vincenzo Spagnuolo, e dedicarsi a coscienziose ed estese opere di vandalismo e di devastazione (celeberrime le battaglie a colpi di prosciutti negli autogrill espugnati) non ricordiamo di aver mai sentito lamentele di questo genere. Il pallonaio, gallina dalle uova d'oro, guai a chi lo tocca. Contro i mustad'afin della lotta politica, invece, va bene tutto ed il contrario di tutto.
Un po' di rivolte, di insurrezioni e di caos autentici non farebbero male a volte, specie se fosse possibile offrirne prova di prima mano a certi imbrattafogli di assoluta incompetenza e di ancor più evidente malafede.
L'immagine non potrebbe sottolineare meglio la pochezza della questione e la doppiezza spregevole insita nell'operazioncina mediatica perché mostra soltanto gendarmi perfettamente equipaggiati al cospetto di una folla inerme. Uno sta alzando un manganello senza difficoltà. Cosa c'è che non gli torna, a lui e soprattutto agli impudenti in sovrappeso di tante redazioni, il non poter usare l'AR70 direttamente?
Fino all'altro ieri la gendarmeria ha avuto vita assai più dura nei pressi del pallonaio domenicale: per trenta e passa anni, su gendarmi fatti bersaglio di slogan irripetibili ed oggetto di un odio deliberato e condiviso, è piovuto di tutto: dalle mele marce agli spiccioli ai lavandini sradicati dai cessi del pallonaio. Questo, prima che lo stato che occupa la penisola italiana chinasse la testa al volere della razza dei Murdoch, veri padroni della faccenda cui certi contrattempi fanno solo perdere quattrini, e con la scusa dell'omicidio di un gendarme avvenuta in circostanze ancora poco chiare in quel di Catania cogliesse il destro per blindare pallonai, pallonieri e curve varie.
Nei trent'anni in cui i frequentatori del pallonaio hanno potuto scambiarsi cortesie di ogni tipo, dal razzo di segnalazione che agghiacciò Vincenzo Paparelli alla coltellata che uccise Vincenzo Spagnuolo, e dedicarsi a coscienziose ed estese opere di vandalismo e di devastazione (celeberrime le battaglie a colpi di prosciutti negli autogrill espugnati) non ricordiamo di aver mai sentito lamentele di questo genere. Il pallonaio, gallina dalle uova d'oro, guai a chi lo tocca. Contro i mustad'afin della lotta politica, invece, va bene tutto ed il contrario di tutto.