Alla fine di luglio 2009, come sempre verso il mese delle ferie, gli argomenti scarseggiano. La stampa fiorentina tira fuori per l'ennesima volta la geremiade della tramvia, comunicando tra l'altro il necessario a trarre alcune stringate considerazioni.
L'intoccabilità dogmatica di banche ed affaristi rappresenta senza alcun dubbio uno dei punti fermi della "civiltà" contemporanea.
Nel luglio del 2009 si viene a sapere che Bank of Scotland, cofinanziatrice della tramvia di Firenze, ha chiesto alla società che sta realizzando il sistema tramviario di rivedere i piani finanziari per i "troppi ritardi".
Si dirà che in un periodo parco di argomenti, riportare una notizia del genere è un modo come un altro per riempire una mezza pagina. E fin qui nulla da replicare. Solo che Bank of Scotland non è una banca qualunque. Ammessa alla greppia fiorentina all'ultimo tuffo, nell'ottobre del 2008 Bank of Scotland è stata salvata dalla bancarotta da Sua Maestà Britannica con i soldi dei contribuenti: una ventina di miliardi di sterline almeno.
La Royal Bank of Scotland e la Halifax/Bank of Scotland, finita anch'essa nei pasticci e salvata con gli stessi sistemi e con la stessa generosità, hanno organizzato due festicciole alla buona (la Halifax ha speso trecentotrentamila sterline, la HBoS trecentomila) per festeggiare quell'aiuto statale che una visione del mondo coerentemente liberale e liberista dovrebbe aborrire come la peste. Probabile che il liberismo esaltato da certe voci si fermi giusto un istante prima di mettere in pericolo i lauti guadagni dei dirigenti.
Banchieri, professioniste, spacciatori di mutui e promotori vari hanno così celebrato questo indubbio riconoscimento delle loro altissime competenze professionali. Cene di quattro portate, spettacoli vari, ospitalità a cinque stelle in sedi cambiate all'ultimo momento per evitare contestazioni in un paese che è stato letteralmente la culla dell'ingiustizia sociale e nel quale la disoccupazione si sta mangiando via il reddito di intere fasce sociali.
Ad aprile, BoS annunciava la caduta di altre duemilasettecento teste.
Quale autorevolezza, quale credibilità e quale prestigio si debbano attribuire alle esternazioni di elementi del genere, lo si lascerà decidere a chi legge.
L'intoccabilità dogmatica di banche ed affaristi rappresenta senza alcun dubbio uno dei punti fermi della "civiltà" contemporanea.
Nel luglio del 2009 si viene a sapere che Bank of Scotland, cofinanziatrice della tramvia di Firenze, ha chiesto alla società che sta realizzando il sistema tramviario di rivedere i piani finanziari per i "troppi ritardi".
Si dirà che in un periodo parco di argomenti, riportare una notizia del genere è un modo come un altro per riempire una mezza pagina. E fin qui nulla da replicare. Solo che Bank of Scotland non è una banca qualunque. Ammessa alla greppia fiorentina all'ultimo tuffo, nell'ottobre del 2008 Bank of Scotland è stata salvata dalla bancarotta da Sua Maestà Britannica con i soldi dei contribuenti: una ventina di miliardi di sterline almeno.
La Royal Bank of Scotland e la Halifax/Bank of Scotland, finita anch'essa nei pasticci e salvata con gli stessi sistemi e con la stessa generosità, hanno organizzato due festicciole alla buona (la Halifax ha speso trecentotrentamila sterline, la HBoS trecentomila) per festeggiare quell'aiuto statale che una visione del mondo coerentemente liberale e liberista dovrebbe aborrire come la peste. Probabile che il liberismo esaltato da certe voci si fermi giusto un istante prima di mettere in pericolo i lauti guadagni dei dirigenti.
Banchieri, professioniste, spacciatori di mutui e promotori vari hanno così celebrato questo indubbio riconoscimento delle loro altissime competenze professionali. Cene di quattro portate, spettacoli vari, ospitalità a cinque stelle in sedi cambiate all'ultimo momento per evitare contestazioni in un paese che è stato letteralmente la culla dell'ingiustizia sociale e nel quale la disoccupazione si sta mangiando via il reddito di intere fasce sociali.
Ad aprile, BoS annunciava la caduta di altre duemilasettecento teste.
Quale autorevolezza, quale credibilità e quale prestigio si debbano attribuire alle esternazioni di elementi del genere, lo si lascerà decidere a chi legge.