Gennaio 2009. Gli stabili dell'ex ospedale pediatrico Anna Meyer di Firenze sono vuoti da più di un anno, dopo che le attività ospedaliere sono state trasferite altrove. Bene. Il tre gennaio i mustad'afin della Firenze che non conta sono entrati -per fortuna con poca fatica- nella ex sede del Meyer e l'hanno occupata in più di cento procurando qualche minuto di "lavoro" agli scaldapoltrone del piddì con la elle, prontissimi a scodellare piagnistei ad uso della stampa amica (ovverosia tutta).
L'occupazione ha il nostro più vivo plauso: ha restituito una funzione sociale ad uno stabile che stava andando già in malora in attesa che qualche incravattato si decidesse a specularvi al meglio, ha permesso un'altra azione costruttiva a persone mai considerate tali da mass media e marmaglia politicante ed ha rappresentato un ottimo inizio anno per la lotta sociale a Firenze. Per chi lavora sul serio, non per chi "lavora" come i micropolitici su citati, la crisi economica non è affatto una novità. Sono quindici anni almeno che i redditi individuali stanno allegramente precipitando nell'indifferenza generale. Solo che negli ultimi tempi la riduzione della disponibilità economica ha toccato anche gli interessi di politicanti e pennaioli, i quali sono stati obbligati ad accorgersene. I prezzi criminali richiesti per case grandi quanto celle di galera, gli stipendi ridicoli, la forza lavoro considerata pressoché un peso stanno generando un numero di drop out sempre più alto, dei quali ci si accorge soltanto quando elettoralmente corteggiabili in modo vantaggioso. E di questo corteggiamento, di solito, fa parte la demonizzazione di qualcuno che un collaboratorecoordinateccontinuativo possa percepire come inferiore o -peggio- come concorrente potenziale. Bene: dimostrando assai più senso pratico della grande maggioranza dei sudditi dello stato che occupa la penisola italiana, più di cento di questi potenziali concorrenti hanno risolto nel più diretto dei modi il fondamentale problema dell'avere un tetto sopra la testa in pieno inverno. Il popolo per il popolo, sùbito, senza e se del caso contro ogni carta da bollo.
Il nostro augurio ed auspicio è che questa occupazione, come tante altre, sia incentrata su un funzionamento civile peraltro facilissimo da instaurare.
L'eccellente azione degli occupanti è la migliore risposta al securitarismo elettorale e alle pseudobattaglie di una politica siderea rispetto ai problemi quotidiani; oggi come non mai l'esempio della lotta sociale e politica fornito da queste persone permette di considerare "decoro borghese" e casette in Canadà, per non parlare di una "legge" e di un "ordine" che non sono altro che decerebrata adorazione del diritto di proprietà, con l'assoluto disprezzo che meritano.
L'occupazione ha il nostro più vivo plauso: ha restituito una funzione sociale ad uno stabile che stava andando già in malora in attesa che qualche incravattato si decidesse a specularvi al meglio, ha permesso un'altra azione costruttiva a persone mai considerate tali da mass media e marmaglia politicante ed ha rappresentato un ottimo inizio anno per la lotta sociale a Firenze. Per chi lavora sul serio, non per chi "lavora" come i micropolitici su citati, la crisi economica non è affatto una novità. Sono quindici anni almeno che i redditi individuali stanno allegramente precipitando nell'indifferenza generale. Solo che negli ultimi tempi la riduzione della disponibilità economica ha toccato anche gli interessi di politicanti e pennaioli, i quali sono stati obbligati ad accorgersene. I prezzi criminali richiesti per case grandi quanto celle di galera, gli stipendi ridicoli, la forza lavoro considerata pressoché un peso stanno generando un numero di drop out sempre più alto, dei quali ci si accorge soltanto quando elettoralmente corteggiabili in modo vantaggioso. E di questo corteggiamento, di solito, fa parte la demonizzazione di qualcuno che un collaboratorecoordinateccontinuativo possa percepire come inferiore o -peggio- come concorrente potenziale. Bene: dimostrando assai più senso pratico della grande maggioranza dei sudditi dello stato che occupa la penisola italiana, più di cento di questi potenziali concorrenti hanno risolto nel più diretto dei modi il fondamentale problema dell'avere un tetto sopra la testa in pieno inverno. Il popolo per il popolo, sùbito, senza e se del caso contro ogni carta da bollo.
Il nostro augurio ed auspicio è che questa occupazione, come tante altre, sia incentrata su un funzionamento civile peraltro facilissimo da instaurare.
L'eccellente azione degli occupanti è la migliore risposta al securitarismo elettorale e alle pseudobattaglie di una politica siderea rispetto ai problemi quotidiani; oggi come non mai l'esempio della lotta sociale e politica fornito da queste persone permette di considerare "decoro borghese" e casette in Canadà, per non parlare di una "legge" e di un "ordine" che non sono altro che decerebrata adorazione del diritto di proprietà, con l'assoluto disprezzo che meritano.