Novembre 2008. Perquisizioni e inquisizioni a carico di esponenti fiorentini del piddì.
Nel novembre 2008 alcuni appartenenti al piddì senza la elle in giunta comunale a Firenze hanno ricevuto di buon mattino la visita della gendarmeria, incaricata di perquisirne uffici ed abitazioni.
L'occasione viene colta al volo da Jacopo Bianchi, micropolitico appassionato di buche nell'asfalto, in forza al piddì con la elle, sedicente avversario politico dei signori suddetti.
In un vibrrrrrante comunicato stampa, Jacopo Bianchi si autocertifica "liberale e democratico" e ripete la consueta giaculatoria in cui il garantismo del suo partito viene opposto al giustizialismo altrui.
I fatti, che sono quello che sono, ed i rapporti politici di forza che scoraggiano di procedere massacrando mediaticamente gli inquisiti -prassi cui gli "occidentalisti" hanno mostrato in infinite occasioni di non rifuggire affatto- hanno riempito di cotone la bocca dei law and order del Consiglio Comunale. Ma come sarebbero andate le cose se ad essere inquisito e perquisito fosse stato un suddito qualunque, qualcuno fuori dal giro?
Le compagini del piddì con la elle devono la loro fortuna elettorale non alla competenza dei politicanti che schierano -spesso sotto lo zero- o alla validità dei programmi proposti, ma sostanzialmente ad una demonizzazione dell'avversario inscenata con campagne mediatiche ossessive, facilitate da agenzie mediatiche il cui zero assoluto in fatto di senso critico ha pochi corrispondenti al mondo. Viene insomma da chiedersi se il "garantismo a doppio senso" invocato da Jacopo Bianchi comprenda anche le decine di rom accusate gratis di tentato rapimento, o quegli anarchici fiorentini che hanno visto, sui giornali, i loro sacchetti di chiodi diventare magicamente sacchetti di bossoli.
Jacopo Bianchi scalda la poltrona che scalda grazie a prassi e a strategie politiche che ogni giorno incarnano l'esatto opposto di quello che osa invocare. Uno dei tanti, troppi, esempi della maniera "occidentalista" di intendere la coerenza.
Nel novembre 2008 alcuni appartenenti al piddì senza la elle in giunta comunale a Firenze hanno ricevuto di buon mattino la visita della gendarmeria, incaricata di perquisirne uffici ed abitazioni.
L'occasione viene colta al volo da Jacopo Bianchi, micropolitico appassionato di buche nell'asfalto, in forza al piddì con la elle, sedicente avversario politico dei signori suddetti.
In un vibrrrrrante comunicato stampa, Jacopo Bianchi si autocertifica "liberale e democratico" e ripete la consueta giaculatoria in cui il garantismo del suo partito viene opposto al giustizialismo altrui.
I fatti, che sono quello che sono, ed i rapporti politici di forza che scoraggiano di procedere massacrando mediaticamente gli inquisiti -prassi cui gli "occidentalisti" hanno mostrato in infinite occasioni di non rifuggire affatto- hanno riempito di cotone la bocca dei law and order del Consiglio Comunale. Ma come sarebbero andate le cose se ad essere inquisito e perquisito fosse stato un suddito qualunque, qualcuno fuori dal giro?
Le compagini del piddì con la elle devono la loro fortuna elettorale non alla competenza dei politicanti che schierano -spesso sotto lo zero- o alla validità dei programmi proposti, ma sostanzialmente ad una demonizzazione dell'avversario inscenata con campagne mediatiche ossessive, facilitate da agenzie mediatiche il cui zero assoluto in fatto di senso critico ha pochi corrispondenti al mondo. Viene insomma da chiedersi se il "garantismo a doppio senso" invocato da Jacopo Bianchi comprenda anche le decine di rom accusate gratis di tentato rapimento, o quegli anarchici fiorentini che hanno visto, sui giornali, i loro sacchetti di chiodi diventare magicamente sacchetti di bossoli.
Jacopo Bianchi scalda la poltrona che scalda grazie a prassi e a strategie politiche che ogni giorno incarnano l'esatto opposto di quello che osa invocare. Uno dei tanti, troppi, esempi della maniera "occidentalista" di intendere la coerenza.