Novembre 2008. Mero infierire su una "informazione" non soltanto indifendibile, ma capacissima di peggiorare ulteriormente.
La home page del "Quotidiano Nazionale" on line, che raggruppa "Il Porno", "Il Resto del Calzino" e "La Fazione" in un unico portale rinnovato non si sa quante volte a causa del suo magagnoso funzionamento, fa per il venti novembre 2008 un importantissimo strappo alla regola. Da anni, e tutti i giorni, la foto a centro pagina raffigura invariabilmente gendarmi o militari "occidentali" in eroiche operazioni di ripristino dell'ordine democratico ("arrestato negro", "arrestato terrorista", "arrestato rom", "arrestato pedofilo", ...). Oggi pare che la notizia più importante non sia il piombare della crisi finanziaria su un'economia "reale" già malmessa per proprio conto o i centomila scricchiolii sinistri e quotidiani di un "Occidente" vuoto di senso, quanto l'ultima collezione di femmine con poca roba addosso travestita da "calendario". Da "calendario impegnato", addirittura, secondo un format di cui ogni giorno si contano esempi a dozzine.
Venti anni fa, quando i giornali erano solo di carta e si permettevano addirittura una "terza pagina", certo modo di riempire la "prima" era riservato ai rotocalchi da serve o ai quotidiani inglesi come il Daily Mirror, ai tempi considerati già spazzatura per conto proprio. Ci voleva internet perché non uno o due quotidiani, ma tutti, cominciassero ad adottare gli stessi criteri di selezione delle news e la stessa impaginazione. Facile sarebbe fare dietrologia, ipotizzando innanzitutto chissà che mano dietro al generale e voluto, coltivato, cercato e perseguito rincretinimento dei sudditi; a nostro avviso la realtà è molto più terra terra ed è legata a semplici questioni di economia d'esercizio. Perché mai i responsabili di una testata on line dovrebbero dare in pasto all'affannoso ricambio imposto dal funzionamento del media articoli ponderati o inchieste di un qualche significato? Ci sono agenzie di stampa che ti aiutano a meraviglia, con news come quella su raffigurata; ci si mette accanto qualche riga in cui qualcuno si lagna rimpiangendo i tempi in cui i treni arrivavano in orario, e s'è bell'e ffatto giornata. Se poi così facendo si fa anche un favore ai soliti noti della proprietà e del mondo politicante, tanto meglio.
Questo modo di procedere è solo la versione aggiornata di una prassi vecchia chissà quanto, che Giorgio Bocca ebbe già modo di notare nel 1940 e di stigmatizzare per scritto nel 1969, ricordando come gli inviati sulla linea Maginot durante la drôle de guerre avessero finito per riempire le otto pagine dei giornali d'allora di reportages su insignificanti azioni di pattuglia, di note enologiche sulla Mosella o anche di trafiletti in cui si raccontava di orsi giganteschi abbattuti in Alaska. Della tempesta vera che si preparava e che sarebbe durata cinque anni con decine di milioni di vittime, nessun sentore.
Nel corso degli anni il livello di tutta la stampa peninsulare, on line e cartacea, ha adottato in maniera massiccia questa linea editoriale: carne fresca, completa acriticità nei confronti del potere, subordinazione agli interessi economici degli sponsor, continuo sciorinare di mostri mediatici reperiti con ogni mezzo. E quando non si trovano, ci vuol poco ad inventarne uno. Il tutto viene, per qualche strano motivo, chiamato "libertà". Un raffronto con la produzione mediatica di realtà più concrete e più civili, e dunque meno "occidentali" sarebbe, ed è, per lo meno imbarazzante. Proviamo comunque a farlo, e mettiamoci pure un pizzico di malafede, visto che di malafede a carrettate è comunque fatta la "libera" informazione vomitata a getto continuo dai mass media.
Lo stesso venti novembre 2008 la home page del Tehran Times presenta un primo articolo su un incontro di sindaci di città asiatiche a Tehran avente come scopo il rafforzamento della conoscenza e della cooperazione reciproca, l'annuncio della prossima realizzazione di un film tratto da un dramma di Ionesco, l'avvenuta traduzione in inglese del primo volume di una Encyclopaedia Islamica, la consegna di premi letterari ad opere scritte da reduci di guerra, cui seguono notizie di sport, politica interna ed estera in quest'ordine. Nessuno spazio per quella cronaca nera che costituisce l'interesse pressoché unico, insieme alle scosciate di cui sopra, delle testate on line più consultate nello stato che occupa la penisola italiana, i cui sudditi, con ogni probabilità, a stragrande maggioranza non soltanto ignorano chi fosse Ionesco, ma anche dove si trovi Tehran.
I media che abbiamo citato sono fruibili con facilità da milioni di utenti. Sarebbe il caso di chiedersi se sono queste, le basi su cui l'"Occidente" millanta la propria appartenenza ad una civiltà superiore.
La home page del "Quotidiano Nazionale" on line, che raggruppa "Il Porno", "Il Resto del Calzino" e "La Fazione" in un unico portale rinnovato non si sa quante volte a causa del suo magagnoso funzionamento, fa per il venti novembre 2008 un importantissimo strappo alla regola. Da anni, e tutti i giorni, la foto a centro pagina raffigura invariabilmente gendarmi o militari "occidentali" in eroiche operazioni di ripristino dell'ordine democratico ("arrestato negro", "arrestato terrorista", "arrestato rom", "arrestato pedofilo", ...). Oggi pare che la notizia più importante non sia il piombare della crisi finanziaria su un'economia "reale" già malmessa per proprio conto o i centomila scricchiolii sinistri e quotidiani di un "Occidente" vuoto di senso, quanto l'ultima collezione di femmine con poca roba addosso travestita da "calendario". Da "calendario impegnato", addirittura, secondo un format di cui ogni giorno si contano esempi a dozzine.
Venti anni fa, quando i giornali erano solo di carta e si permettevano addirittura una "terza pagina", certo modo di riempire la "prima" era riservato ai rotocalchi da serve o ai quotidiani inglesi come il Daily Mirror, ai tempi considerati già spazzatura per conto proprio. Ci voleva internet perché non uno o due quotidiani, ma tutti, cominciassero ad adottare gli stessi criteri di selezione delle news e la stessa impaginazione. Facile sarebbe fare dietrologia, ipotizzando innanzitutto chissà che mano dietro al generale e voluto, coltivato, cercato e perseguito rincretinimento dei sudditi; a nostro avviso la realtà è molto più terra terra ed è legata a semplici questioni di economia d'esercizio. Perché mai i responsabili di una testata on line dovrebbero dare in pasto all'affannoso ricambio imposto dal funzionamento del media articoli ponderati o inchieste di un qualche significato? Ci sono agenzie di stampa che ti aiutano a meraviglia, con news come quella su raffigurata; ci si mette accanto qualche riga in cui qualcuno si lagna rimpiangendo i tempi in cui i treni arrivavano in orario, e s'è bell'e ffatto giornata. Se poi così facendo si fa anche un favore ai soliti noti della proprietà e del mondo politicante, tanto meglio.
Questo modo di procedere è solo la versione aggiornata di una prassi vecchia chissà quanto, che Giorgio Bocca ebbe già modo di notare nel 1940 e di stigmatizzare per scritto nel 1969, ricordando come gli inviati sulla linea Maginot durante la drôle de guerre avessero finito per riempire le otto pagine dei giornali d'allora di reportages su insignificanti azioni di pattuglia, di note enologiche sulla Mosella o anche di trafiletti in cui si raccontava di orsi giganteschi abbattuti in Alaska. Della tempesta vera che si preparava e che sarebbe durata cinque anni con decine di milioni di vittime, nessun sentore.
Nel corso degli anni il livello di tutta la stampa peninsulare, on line e cartacea, ha adottato in maniera massiccia questa linea editoriale: carne fresca, completa acriticità nei confronti del potere, subordinazione agli interessi economici degli sponsor, continuo sciorinare di mostri mediatici reperiti con ogni mezzo. E quando non si trovano, ci vuol poco ad inventarne uno. Il tutto viene, per qualche strano motivo, chiamato "libertà". Un raffronto con la produzione mediatica di realtà più concrete e più civili, e dunque meno "occidentali" sarebbe, ed è, per lo meno imbarazzante. Proviamo comunque a farlo, e mettiamoci pure un pizzico di malafede, visto che di malafede a carrettate è comunque fatta la "libera" informazione vomitata a getto continuo dai mass media.
Lo stesso venti novembre 2008 la home page del Tehran Times presenta un primo articolo su un incontro di sindaci di città asiatiche a Tehran avente come scopo il rafforzamento della conoscenza e della cooperazione reciproca, l'annuncio della prossima realizzazione di un film tratto da un dramma di Ionesco, l'avvenuta traduzione in inglese del primo volume di una Encyclopaedia Islamica, la consegna di premi letterari ad opere scritte da reduci di guerra, cui seguono notizie di sport, politica interna ed estera in quest'ordine. Nessuno spazio per quella cronaca nera che costituisce l'interesse pressoché unico, insieme alle scosciate di cui sopra, delle testate on line più consultate nello stato che occupa la penisola italiana, i cui sudditi, con ogni probabilità, a stragrande maggioranza non soltanto ignorano chi fosse Ionesco, ma anche dove si trovi Tehran.
I media che abbiamo citato sono fruibili con facilità da milioni di utenti. Sarebbe il caso di chiedersi se sono queste, le basi su cui l'"Occidente" millanta la propria appartenenza ad una civiltà superiore.