Novembre 2008. A Firenze gli "occidentalisti" fanno "opposizione" a tutto campo, monocorde come sempre: piagnistei contro il "degrado", piagnistei contro la povertà montante e generalizzata che ci si ostina a non voler vedere e di cui si fa di tutto per non riconoscere le cause, piagnistei contro i risultati stracercati e stravoluti della mercificazione integrale dell'intero esistente. Il comunicato stampa che andiamo qui a demolire presenta tra l'altro un divertente errore lessicale.
Riprendiamo con le stoccate agli "occidentalisti" del Consiglio Comunale di Firenze.
Mercoledi 12 novembre 2008 piove, l'economia "occidentale" sta andando serenamente a farsi benedire e "Il Giornale della Toscana" fornisce ad Enrico Bosi l'assist per una lamentosa denuncia della scarsa presenza "istituzionale" (figuriamoci quella popolare...) alla commemorazione dei caduti di Nassirya, ultimo esempio di inutili stragi che, nonostante la loro pazzesca storia recente caratterizzata da oltre un secolo di interventismo scellerato ed impiccione, i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana non hanno ancora imparato a considerare come l'ovvia ed inevitabile conseguenza della guerra.
Non contento di aver rivangato un episodio che sarebbe il caso di far silenziosamente sparire -anche perché a cinque anni di distanza dai fatti di stragi come quella di Nassirya se non peggiori in Iraq ne avviene in media almeno una la settimana, con tanti saluti alla "pacificazione del paese"- Enrico Bosi e il consigliere di quartiere Umberto Conciani trovano il tempo di deplorare la presenza di "troppi accattoni per le vie del centro" con un comunicato stampa spettacoloso per pochezza e cialtroneria.
Si prenda visione del comunicato, e si notino in primo luogo due cose; importano "le vie del centro" e la vita delle persone, persone di cui (ci si può scommettere la vita) Bosi e Conciani non sanno assolutamente niente può venir ridotta e derubricata a "brutto biglietto da visita". Per giunta, proprio in questi giorni che Firenze "piange" la perdita di un "turismo di qualità come quello americano"...
Occorrerebbe un po' più di chiarezza in proposito, perché gli statunitensi che ingrossano le schiere serali dei frequentatori di locali pubblici fiorentini sono noti per le performances alcooliche improntate a tutt'altro che alla "qualità" e alla moderazione. Un dettaglio interessante comunque, perché rivela di quale "libertà" si goda in AmeriKKKa, dove ormai anche bere una birra in santa pace è diventato un problema. Si tratta piuttosto di ben altro: Enrico Bosi, da "occidentalista" coerente, non si rende certo conto che il mondo è cambiato alla velocità della luce, non sempre per il meglio, e che l'AmeriKKKa attuale è un paese disperato e povero, in piena crisi sociale, la cui popolazione è indebitata (non da adesso, da decenni) a livelli finalmente insostenibili. Pretendere chissà quale "turismo di qualità" -ovverosia spennabile senza misericordia- da un paese che sta lottando a coltello con gli sfratti e con i pignoramenti ci pare che pecchi di scarso realismo.
La perla del comunicato è l'asserzione secondo la quale la gestione dei luoghi turistici a Firenze sarebbe "scriteriata e lasciva".
Secondo il nostro vocabolario, un comportamento lascivo è un comportamento lussurioso, licenzioso ed impudico; l'aggettivo può senz'altro adattarsi al "quartiere rosso" di Amsterdam, ma ci pare poco adatto a Piazza del Duomo e a via dell'Oriuolo. Probabile che Enrico Bosi, poco ferrato anche in lingua toscana al pari dei sudditi tra cui raccatta suffragi, intendesse dire corrivo o qualcosa di simile.
Pare che a Milano abbiano pensato bene di spazzare sotto il tappeto le crescenti e continue ingiustizie sociali prodotte da un assetto economico e politico basato sull'esclusione punendo forsennatamente chi chiede l'elemosina; Enrico Bosi vorrebbe che a Firenze fosse seguita la stessa strada, lamentandosi del fatto che chiedere l'elemosina non sia considerato un reato penale. Una decisione, a sentir lui, addirittura sciagurata perché permette ai mendicanti di usare i sagrati delle chiese come li hanno usati per secoli, se non per millenni.
Enrico Bosi deve avere una grossa ammirazione per il sistema repressivo statunitense; noi non la condividiamo affatto ed auspichiamo proprio un suo prossimo trasferimento vita natural durante in AmeriKKKa. Non sappiamo se questo gli risparmierebbe lo spettacolo della crescente povertà, anzi, abbiamo un bel po' di dubbi a riguardo; ma a noi sarebbe di sicuro risparmiato almeno qualche cascame della crescente e crudele incompetenza dei politicanti.
Riprendiamo con le stoccate agli "occidentalisti" del Consiglio Comunale di Firenze.
Mercoledi 12 novembre 2008 piove, l'economia "occidentale" sta andando serenamente a farsi benedire e "Il Giornale della Toscana" fornisce ad Enrico Bosi l'assist per una lamentosa denuncia della scarsa presenza "istituzionale" (figuriamoci quella popolare...) alla commemorazione dei caduti di Nassirya, ultimo esempio di inutili stragi che, nonostante la loro pazzesca storia recente caratterizzata da oltre un secolo di interventismo scellerato ed impiccione, i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana non hanno ancora imparato a considerare come l'ovvia ed inevitabile conseguenza della guerra.
Non contento di aver rivangato un episodio che sarebbe il caso di far silenziosamente sparire -anche perché a cinque anni di distanza dai fatti di stragi come quella di Nassirya se non peggiori in Iraq ne avviene in media almeno una la settimana, con tanti saluti alla "pacificazione del paese"- Enrico Bosi e il consigliere di quartiere Umberto Conciani trovano il tempo di deplorare la presenza di "troppi accattoni per le vie del centro" con un comunicato stampa spettacoloso per pochezza e cialtroneria.
Si prenda visione del comunicato, e si notino in primo luogo due cose; importano "le vie del centro" e la vita delle persone, persone di cui (ci si può scommettere la vita) Bosi e Conciani non sanno assolutamente niente può venir ridotta e derubricata a "brutto biglietto da visita". Per giunta, proprio in questi giorni che Firenze "piange" la perdita di un "turismo di qualità come quello americano"...
Occorrerebbe un po' più di chiarezza in proposito, perché gli statunitensi che ingrossano le schiere serali dei frequentatori di locali pubblici fiorentini sono noti per le performances alcooliche improntate a tutt'altro che alla "qualità" e alla moderazione. Un dettaglio interessante comunque, perché rivela di quale "libertà" si goda in AmeriKKKa, dove ormai anche bere una birra in santa pace è diventato un problema. Si tratta piuttosto di ben altro: Enrico Bosi, da "occidentalista" coerente, non si rende certo conto che il mondo è cambiato alla velocità della luce, non sempre per il meglio, e che l'AmeriKKKa attuale è un paese disperato e povero, in piena crisi sociale, la cui popolazione è indebitata (non da adesso, da decenni) a livelli finalmente insostenibili. Pretendere chissà quale "turismo di qualità" -ovverosia spennabile senza misericordia- da un paese che sta lottando a coltello con gli sfratti e con i pignoramenti ci pare che pecchi di scarso realismo.
La perla del comunicato è l'asserzione secondo la quale la gestione dei luoghi turistici a Firenze sarebbe "scriteriata e lasciva".
Secondo il nostro vocabolario, un comportamento lascivo è un comportamento lussurioso, licenzioso ed impudico; l'aggettivo può senz'altro adattarsi al "quartiere rosso" di Amsterdam, ma ci pare poco adatto a Piazza del Duomo e a via dell'Oriuolo. Probabile che Enrico Bosi, poco ferrato anche in lingua toscana al pari dei sudditi tra cui raccatta suffragi, intendesse dire corrivo o qualcosa di simile.
Pare che a Milano abbiano pensato bene di spazzare sotto il tappeto le crescenti e continue ingiustizie sociali prodotte da un assetto economico e politico basato sull'esclusione punendo forsennatamente chi chiede l'elemosina; Enrico Bosi vorrebbe che a Firenze fosse seguita la stessa strada, lamentandosi del fatto che chiedere l'elemosina non sia considerato un reato penale. Una decisione, a sentir lui, addirittura sciagurata perché permette ai mendicanti di usare i sagrati delle chiese come li hanno usati per secoli, se non per millenni.
Enrico Bosi deve avere una grossa ammirazione per il sistema repressivo statunitense; noi non la condividiamo affatto ed auspichiamo proprio un suo prossimo trasferimento vita natural durante in AmeriKKKa. Non sappiamo se questo gli risparmierebbe lo spettacolo della crescente povertà, anzi, abbiamo un bel po' di dubbi a riguardo; ma a noi sarebbe di sicuro risparmiato almeno qualche cascame della crescente e crudele incompetenza dei politicanti.