Nello stato che occupa la penisola italiana vige un sistema elettorale che lascia per un motivo o per l'altro priva di rappresentanza almeno la metà degli aventi diritto al voto, più un considerevole numero di persone che diritto al voto non lo hanno neppure. "Asticelle", "sbarramenti", liste di candidati imposte dalle segreterie di partito secondo criteri che riescono a compendiare ripugnanza e inutilità, agende e pratiche politiche sporche in ogni senso sono più che sufficienti ad allontanare dalla partecipazione chiunque abbia un minimo di rispetto di sé. Questo fenomeno, affermatosi insime alla totale interiorizzazione dei "valori occidentali" primo fra tutti il completo ottundimento di qualsiasi grado di coscienza politica, agevola la autoreferenzialità di chi siede in organi di rappresentanza e del relativo gazzettificio, che in sostanza non devono nemmeno preoccuparsi troppo di eventuali contestatori dal momento che gli unici comportamenti leciti sono quelli di consumo (e neppure tutti) e che qualsiasi cosa non procuri un reddito a questo mondo di ben vestiti può tranquillamente essere derubricata a terrorismo.
Intendiamoci. Procurare noie alla gendarmeria o al compendio che fa la spola fra un ristorante e un'aula consiliare per motivi diversi dal tornaconto va benissimo, purché lo si faccia a Tehran o a l'Avana. Azzardarsi solo a pensarlo, dalle parti di Montefiascone o di Piancastagnaio, porta diritti a grossi guai.
Si riporta con sollecitudine (anzi, "senza ritardo") il testo di un'affissione anarchica che riguarda un caso del genere -comparsa sui muri di Firenze nei primi giorni di gennaio del 2023- al solo scopo di dare diffusione a materiali invisi ai ben vestiti su ricordati. Alfredo Cospito non è nato a Esfahan e non è neppure una fanciulla in fiore; dal punto di vista mediatico questo lo rende controproducente, specie se a parità di trattamento.
Il fatto che gli autori dell'affissione si siano concentrati su contenuti e consegne concreti anziché fare sfoggio di "linguaggio inclusivo" rende l'iniziativa degna di ancora maggiore approvazione.
Fuori Alfredo dal 41 bis
Alfredo Cospito è un anarchico imprigionato da ormai 10 anni. In attesa di una sentenza che potrebbe costare l'ergastolo a lui e alla compagna Anna beniamino, lo Stato italiano ha deciso di rinchiuderlo nella sezione 41 bis del carcere sardo di Bancali, in una condizione di autentica tortura psichica e sensoriale. La sua colpa? Aver continuato anche dal carcere a diffondere attraverso i suoi scritti le sue idee di rivolta. Per questo dal 20 ottobre Alfredo è in sciopero della fame a oltranza, disposto anche a morire pur di non essere torturato a vita. A suo sostegno anche altri compagni (Juan, Ivan, Anna) stanno rifiutando il cibo nelle carceri italiane e francesi. La scelta di Alfredo è coraggiosa quanto estrema: fare del suo corpo una barricata contro una classe dominante e il suo stato che ci vorrebbero muti e rassegnati, sempre più liberi di non dire altro che "signorsì" e lasciarci opprimere e sfruttare in silenzio.Per questo siamo a suo fianco. Per questo non lo lasceremo solo.Alfredo Cospito
CC Bancali
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