Khan Sheikhoun, 4 aprile 2017. I soccorritori toccano le vittime del preteso attacco chimico senza alcuna protezione.
Traduzione da Jonathan Cook, 26 giugno 2017.
Seymour Hersh è un veterano del giornalismo investigativo, colui che ha portato all'attenzione del pubblico il massacro di Ma Lai durante la guera del Vietnam e le angherie contro i prigionieri di Abu Ghraib nel 2004. Probabilmente è il giornalista più influente dell'epoca moderna, ad eccezione forse di Bob Woodward e Carl Bernstein, la coppia che rivelò lo scandalo Watergate.
Per decenni Hersh ha usato la propria estesa rete di contatti nell'ambiente dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti per narrare la storia che sta dietro le versioni ufficiali e per rivelare fatti che spesso hanno profondamente contrariato le personalità al potere e hanno mandato all'aria le favolette egoriferite che si pretendeva che il pubblico accettasse come notizie. La sua levatura nell'ambiente del giornalismo è tale che nel mare della disinformazione dei grandi mass media ha potuto avvalersi di una piccola isola di libertà presso l'elitario ed influente New Yorker.
Il paradosso è rappresentato dal fatto che nell'ultimo decennio, mentre i media sociali hanno messo a disposizione una piattaforma maggiormente democratica per la diffusione delle informazioni, i grandi mass media sono diventati sempre più timorosi nei confronti di figure davvero indipendenti come Hersh. La portata potenziale delle sue narrazioni oggi potrebbe essere enormemente amplificata dai media sociali. Di conseguenza è stato sempre più emarginato ed il suo lavoro fatto oggetto di denigrazione. Negandogli la credibilità rappresentata da una "rispettabile" piattaforma mainstream è stato possibile farlo figurare per la prima volta nella sua carriera come un cialtrone e come un ciarlatano. Come uno che sparge notizie false.
Eppure, nonostante gli sforzi che ha dovuto fare ultimamente per trovare qualcuno che pubblicasse i suoi lavori, ha continuato ad occuparsi di politica estera occidentale, questa volta per quanto concerne la Siria. La narrativa ufficiale occidentale ha ritratto il presidente siriano Bashar Assad come uno psicotico, uno talmente irrazionale ed autodistruttivo che usa a tratti armi chimiche contro il suo stesso popolo non soltanto senza alcun evidente motivo, ma proprio nei momenti in cui è probabile che gesti del genere portino al suo governo danni incalcolabili. In particolare due attacchi con il gas sarin si sarebbero verificati proprio mentre Assad stava facendo grandi progressi sul piano diplomatico o militare e mentre gli estremisti islamici di al Qaeda e dello Stato Islamico, che sono i suoi principali contendenti, erano sulla difensiva ed avevano disperato bisogno di un intervento dall'esterno.
Un mostro pericoloso
Le indagini di Hersh non hanno soltanto indebolito le affermazioni prive di riscontro diffuse in Occidente per destabilizzare il governo di Assad, ma hanno fatto danni anche a una più ampia iniziativa politica statunitense tesa a "riplasmare il Medio Oriente". Il suo lavoro ha sfidato l'accordo politico e mediatico che vige nel raffigurare il presidente russo Vladimir Putin, che è il principale alleato di Assad contro gli estremisti islamici che stanno combattendo in Siria, come un altro mostro pericoloso che l'Occidente deve rimettere al suo posto.
Per tutti questi motivi Hersh si è trovato sempre più isolato. Il New Yorker si è rifiutato di pubblicare le sue indagini sulla Siria. Gli è toccato quindi attraversare l'Atlantico e trovare asilo presso la prestigiosa ma assai meno affermata London Review of Books.
Già nel 2013 le sue fonti all'interno dei servizi e della sicurezza gli avevano rivelato che l'asserzione che Assad avesse ordinato l'uso di gas sarin a Ghouta, alla periferia di Damasco, non reggeva ad un esame. Anche James Clapper, il responsabile nazionale dei servizi di informazione sotto Barack Obama, fu costretto ad ammettere in separata sede che incolpare Assad "non era un gioco da ragazzi", anche se i mass media avevano presentato la questione esattamente in questo modo. Il lavoro di Hersh permise all'epoca di ostacolare gli sforzi tesi ad appoggiare un'aggressione militare occidentale che abbattesse il governo siriano.
Il suo ultimo lavoro di indagine si chiede se Assad sia stato responsabile di un altro attacco con i gas, questa volta verificatosi ad aprile presso Khan Sheikhoun. Anche in questo caso è stata velocemente messa in piedi una narrativa occidentale senza incrinature dopo che i media sociali avevano mostrato decine di siriani morti, a quanto sembra dopo il bombardamento operato da un aereo siriano. Per la prima volta nel corso del suo mandato presidenziale Trump ha ricevuto encomi a tutto campo per aver lanciato un attacco di ritorsione contro la Siria, anche se, come dimostra Hersh, non aveva alcuna prova a sostegno di questo attacco, che ha rappresentato una grave violazione del diritto internazionale.
La nuova ricerca di Hersh è stata finanziata dalla London Review of Books, che ha rifiutato di pubblicarla. Una cosa disturbante quanto gli eventi in questione.
Si è trattato di un ostracismo mediatico così forte che persino la London Review of Books si è fatta intimorire. L'articolo di Hersh è finalmente uscito il 25 giugno su una pubblicazione tedesca, Welt am Sonntag. Lo Welt è un giornale pluripremiato e non meno serio del New Yorker o della London Review of Books. È significativo tuttavia il fatto che Hersh sia costretto a pubblicare anche altri materiali proprio dagli stessi centri di potere le cui menzogne sono messe alla prova dal suo lavoro di investigazione.
Si pensi quanto sarebbe stato efficace nell'abbattere Richard Nixon il lavoro di Woodward e Bernstein se i due avessero potuto pubblicare i risultati della loro ricerca sullo Watergate soltanto sui media francesi. Questa è la situazione in cui ci troviamo oggi rispetto ai tentativi di Hersh di verificare le affermazioni sulla Siria che l'Occidente si è fabbricato apposta.
La collaborazione tra Stati Uniti e Russia
In sostanza l'indagine di Hersh ha appurato che Trump ha lanciato 59 missili Tomahawk contro una base aerea siriana ad aprile "nonostante i servizi statunitensi lo avessero avvertito di non aver trovato alcuna prova dell'uso di armi chimiche da parte dei siriani."
Hersh rivela che contrariamente a quanto generalmente affermato l'attacco siriano contro un luogo di riunione degli jihadisti a Khan Sheikhoun il 4 aprile fu strettamente coordinato in anticipo dai servizi russi e da quelli statunitensi. Gli Stati Uniti sapevano bene cosa sarebbe successo e hanno monitorato gli eventi.
La fonte di Hersh nell'ambiente dei servizi specifica che questo stretto coordinamento aveva due motivi. In primo luogo esiste un processo chiamato "deconfliction" che serve ad evitare collisioni o scontri accidentali tra militari statunitensi, siriani e russi, soprattutto per quanto riguarda i jet supersonici. I russi quindi fornirono in anticipo ai servizi statunitensi informazioni dettagliate sull'attacco di quel giorno. In questo caso specifico era necessario ordinarsi anche perché i russi volevano avvertire gli Stati Uniti di tenere lontana da quella riunione una talpa della CIA che si era infiltrata nel gruppo jihadista.
"Non si è trattato di un attacco con armi chimiche," ha raccontato a Hersh un consigliere di alto livello dei servizi statunitensi. "Questa è una favola. Se così fosse stato tutti quelli che avrebbero dovuto maneggiare, caricare e di innescare gli armamenti... Avrebbero indossato abbigliamento protettivo a salvaguardia da eventuali fuoriuscite. Senza un equipaggiamento del genere le probabilità di sopravvivere sarebbero nel caso state molto basse."
Secondo i servizi statunitensi, riferisce Hersh, l'aeronautica siriana è riuscita a colpire l'obiettivo usando una grossa bomba convenzionale fornita dai russi. Ma se Assad non ha usato una testata chimica, perché sembra che molte persone a Khan Sheikhoun siano morte come se avessero inalato gas tossici?
Nell'ambiente dei servizi statunitensi, scrive Hersh, si pensa che la bomba abbia innescato delle esplosioni secondarie in un magazzino che si trovava nella cantina dello stabile ed in cui si trovavano gas propano, fertilizzanti, insetticidi ed anche "raggi, armamenti e munizioni, ... [e] the contaminanti a base di ipoclorito di sodio per pulire i corpi dei defunti prima della sepoltura". Queste esplosioni hanno creato una nube tossica che l'aria densa del primo mattino ha tenuto vicina al suolo.
Medecins Sans Frontieres si è accorta che i pazienti trattati "avevano odore di varichina, cosa che fa pensare che fossero stati esposti all'ipoclorito." Il sarin non ha alcun odore.
Hersh conclude che
Un suicidio politico
La principale fonte di Hersh nell'ambiente dei servizi fa anche una importante considerazione sul contesto che sicuramente non succederà di apprendere dal mainstream.
La fonte continua:
Il pericolo insito nella rappresaglia di Trump, occorsa dopo un attacco chimico di cui non si ha alcuna prova, è che potrebbe aver ucciso militari russi e spinto Putin ad ingaggiare un confronto molto pericoloso con gli USA. Nell'ambiente dei servizi si teme anche che i mass media abbiano diffuso una narrativa falsa, che fa pensare che non solo l'attacco con il sarin ci sia davvero stato, ma che ne fa figurare la Russia come corresponsabile e che implica che il personale delle Nazioni Unite non ha di fatto supervisionato la distruzione delle scorte di armamenti chimici siriani nel 2013-2014. Tutto questo permetterebbe agli oppositori di Assad di asserire in futuro, in un momento in cui risulti opportuno, che il governo siriano ha sferrato un altro attacco con il sarin anche in assenza di qualsiasi prova.
Hersh riporta in conclusione affermazioni della sua fonte che dovrebbero intimorire tutti:
Aggiornamento
Come c'era da aspettarsi, l'indagine di Hersh ha suscitato un vespaio. Se c'è una cosa chiara su quanto successo a Khan Sheikhoun, è che in assenza di un'indagine indipendente non esiste ancora alcun prova determinante per decidere come siano andate le cose, in un senso o in un altro. Il nostro compito in qualità di osservatori dovrebbe essere quello di mantenere una distanza critica e di considerare altre questioni rilevanti, come il contesto e le probabilità.
Lasciamo per un momento da parte il caso specifico di quanto successo il 4 aprile e concentriamoci invece su quello che i detrattori di Hersh devono dare per buono se sostengono che Assad ha usato il sarin contro la popolazione di Khan Sheikhoun.
1. Assad è talmente fuori di testa e autodistruttivo -o è perlomeno a tal punto incapace di controllare i propri ufficiali superiori, che a loro volta devono essere fuori di testa ed autodistruttivi- che in varie occasioni ha ordinato di usare armamenti chimici contro la popolazione civile. Per farlo ha scelto il peggior momento possibile per la sopravvivenza sua e del suo governo, e proprio quando attacchi del genere non avevano alcuna necessità.
2. Putin è altrettanto pazzo e disposto a rischiare un conflitto senza ritorno con gli USA che in più di un'occasione ha avallato o a fatto finta di non vedere che il governo di Assad usava il sarin. Poi non ha fatto nulla per fargliela pagtare dopo, quando le cose sono andate male.
3. Hersh ha deciso di buttare a mare tutte le competenze investigative sviluppate in tanti decenni di attività per accettare a scatola chiusa qualunque diceria priva di fondamento che i suoi referenti di lunga data nei servizi di sicurezza hanno pensato di rifilargli. E lo ha fatto senza curarsi dei danni che avrebbe inflitto alla sua reputazione e alla sua credibilità professionale.
4. Un numero significativo di funzionari dei servizi stratunitensi che Hersh conosce e con cui ha lavorato per tanto tempo ha deciso proprio ora di mettere in piedi un'elaborata rete di menzogne che nessuno ha voglia di pubblicare, o sperando di fare danni a Hersh per vendicarsi tutti insieme di lui, o sperando di screditare in permanenza gli stessi servizi cui appartengono.
I detrattori non devono solo credere ad uno di questi punti. Li devono considerare tutti e quattro inoppugnabili.
Seymour Hersh è un veterano del giornalismo investigativo, colui che ha portato all'attenzione del pubblico il massacro di Ma Lai durante la guera del Vietnam e le angherie contro i prigionieri di Abu Ghraib nel 2004. Probabilmente è il giornalista più influente dell'epoca moderna, ad eccezione forse di Bob Woodward e Carl Bernstein, la coppia che rivelò lo scandalo Watergate.
Per decenni Hersh ha usato la propria estesa rete di contatti nell'ambiente dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti per narrare la storia che sta dietro le versioni ufficiali e per rivelare fatti che spesso hanno profondamente contrariato le personalità al potere e hanno mandato all'aria le favolette egoriferite che si pretendeva che il pubblico accettasse come notizie. La sua levatura nell'ambiente del giornalismo è tale che nel mare della disinformazione dei grandi mass media ha potuto avvalersi di una piccola isola di libertà presso l'elitario ed influente New Yorker.
Il paradosso è rappresentato dal fatto che nell'ultimo decennio, mentre i media sociali hanno messo a disposizione una piattaforma maggiormente democratica per la diffusione delle informazioni, i grandi mass media sono diventati sempre più timorosi nei confronti di figure davvero indipendenti come Hersh. La portata potenziale delle sue narrazioni oggi potrebbe essere enormemente amplificata dai media sociali. Di conseguenza è stato sempre più emarginato ed il suo lavoro fatto oggetto di denigrazione. Negandogli la credibilità rappresentata da una "rispettabile" piattaforma mainstream è stato possibile farlo figurare per la prima volta nella sua carriera come un cialtrone e come un ciarlatano. Come uno che sparge notizie false.
Eppure, nonostante gli sforzi che ha dovuto fare ultimamente per trovare qualcuno che pubblicasse i suoi lavori, ha continuato ad occuparsi di politica estera occidentale, questa volta per quanto concerne la Siria. La narrativa ufficiale occidentale ha ritratto il presidente siriano Bashar Assad come uno psicotico, uno talmente irrazionale ed autodistruttivo che usa a tratti armi chimiche contro il suo stesso popolo non soltanto senza alcun evidente motivo, ma proprio nei momenti in cui è probabile che gesti del genere portino al suo governo danni incalcolabili. In particolare due attacchi con il gas sarin si sarebbero verificati proprio mentre Assad stava facendo grandi progressi sul piano diplomatico o militare e mentre gli estremisti islamici di al Qaeda e dello Stato Islamico, che sono i suoi principali contendenti, erano sulla difensiva ed avevano disperato bisogno di un intervento dall'esterno.
Un mostro pericoloso
Le indagini di Hersh non hanno soltanto indebolito le affermazioni prive di riscontro diffuse in Occidente per destabilizzare il governo di Assad, ma hanno fatto danni anche a una più ampia iniziativa politica statunitense tesa a "riplasmare il Medio Oriente". Il suo lavoro ha sfidato l'accordo politico e mediatico che vige nel raffigurare il presidente russo Vladimir Putin, che è il principale alleato di Assad contro gli estremisti islamici che stanno combattendo in Siria, come un altro mostro pericoloso che l'Occidente deve rimettere al suo posto.
Per tutti questi motivi Hersh si è trovato sempre più isolato. Il New Yorker si è rifiutato di pubblicare le sue indagini sulla Siria. Gli è toccato quindi attraversare l'Atlantico e trovare asilo presso la prestigiosa ma assai meno affermata London Review of Books.
Già nel 2013 le sue fonti all'interno dei servizi e della sicurezza gli avevano rivelato che l'asserzione che Assad avesse ordinato l'uso di gas sarin a Ghouta, alla periferia di Damasco, non reggeva ad un esame. Anche James Clapper, il responsabile nazionale dei servizi di informazione sotto Barack Obama, fu costretto ad ammettere in separata sede che incolpare Assad "non era un gioco da ragazzi", anche se i mass media avevano presentato la questione esattamente in questo modo. Il lavoro di Hersh permise all'epoca di ostacolare gli sforzi tesi ad appoggiare un'aggressione militare occidentale che abbattesse il governo siriano.
Il suo ultimo lavoro di indagine si chiede se Assad sia stato responsabile di un altro attacco con i gas, questa volta verificatosi ad aprile presso Khan Sheikhoun. Anche in questo caso è stata velocemente messa in piedi una narrativa occidentale senza incrinature dopo che i media sociali avevano mostrato decine di siriani morti, a quanto sembra dopo il bombardamento operato da un aereo siriano. Per la prima volta nel corso del suo mandato presidenziale Trump ha ricevuto encomi a tutto campo per aver lanciato un attacco di ritorsione contro la Siria, anche se, come dimostra Hersh, non aveva alcuna prova a sostegno di questo attacco, che ha rappresentato una grave violazione del diritto internazionale.
La nuova ricerca di Hersh è stata finanziata dalla London Review of Books, che ha rifiutato di pubblicarla. Una cosa disturbante quanto gli eventi in questione.
Si è trattato di un ostracismo mediatico così forte che persino la London Review of Books si è fatta intimorire. L'articolo di Hersh è finalmente uscito il 25 giugno su una pubblicazione tedesca, Welt am Sonntag. Lo Welt è un giornale pluripremiato e non meno serio del New Yorker o della London Review of Books. È significativo tuttavia il fatto che Hersh sia costretto a pubblicare anche altri materiali proprio dagli stessi centri di potere le cui menzogne sono messe alla prova dal suo lavoro di investigazione.
Si pensi quanto sarebbe stato efficace nell'abbattere Richard Nixon il lavoro di Woodward e Bernstein se i due avessero potuto pubblicare i risultati della loro ricerca sullo Watergate soltanto sui media francesi. Questa è la situazione in cui ci troviamo oggi rispetto ai tentativi di Hersh di verificare le affermazioni sulla Siria che l'Occidente si è fabbricato apposta.
La collaborazione tra Stati Uniti e Russia
In sostanza l'indagine di Hersh ha appurato che Trump ha lanciato 59 missili Tomahawk contro una base aerea siriana ad aprile "nonostante i servizi statunitensi lo avessero avvertito di non aver trovato alcuna prova dell'uso di armi chimiche da parte dei siriani."
Hersh rivela che contrariamente a quanto generalmente affermato l'attacco siriano contro un luogo di riunione degli jihadisti a Khan Sheikhoun il 4 aprile fu strettamente coordinato in anticipo dai servizi russi e da quelli statunitensi. Gli Stati Uniti sapevano bene cosa sarebbe successo e hanno monitorato gli eventi.
La fonte di Hersh nell'ambiente dei servizi specifica che questo stretto coordinamento aveva due motivi. In primo luogo esiste un processo chiamato "deconfliction" che serve ad evitare collisioni o scontri accidentali tra militari statunitensi, siriani e russi, soprattutto per quanto riguarda i jet supersonici. I russi quindi fornirono in anticipo ai servizi statunitensi informazioni dettagliate sull'attacco di quel giorno. In questo caso specifico era necessario ordinarsi anche perché i russi volevano avvertire gli Stati Uniti di tenere lontana da quella riunione una talpa della CIA che si era infiltrata nel gruppo jihadista.
"Non si è trattato di un attacco con armi chimiche," ha raccontato a Hersh un consigliere di alto livello dei servizi statunitensi. "Questa è una favola. Se così fosse stato tutti quelli che avrebbero dovuto maneggiare, caricare e di innescare gli armamenti... Avrebbero indossato abbigliamento protettivo a salvaguardia da eventuali fuoriuscite. Senza un equipaggiamento del genere le probabilità di sopravvivere sarebbero nel caso state molto basse."
Secondo i servizi statunitensi, riferisce Hersh, l'aeronautica siriana è riuscita a colpire l'obiettivo usando una grossa bomba convenzionale fornita dai russi. Ma se Assad non ha usato una testata chimica, perché sembra che molte persone a Khan Sheikhoun siano morte come se avessero inalato gas tossici?
Nell'ambiente dei servizi statunitensi, scrive Hersh, si pensa che la bomba abbia innescato delle esplosioni secondarie in un magazzino che si trovava nella cantina dello stabile ed in cui si trovavano gas propano, fertilizzanti, insetticidi ed anche "raggi, armamenti e munizioni, ... [e] the contaminanti a base di ipoclorito di sodio per pulire i corpi dei defunti prima della sepoltura". Queste esplosioni hanno creato una nube tossica che l'aria densa del primo mattino ha tenuto vicina al suolo.
Medecins Sans Frontieres si è accorta che i pazienti trattati "avevano odore di varichina, cosa che fa pensare che fossero stati esposti all'ipoclorito." Il sarin non ha alcun odore.
Hersh conclude che
Le prove fanno pensare che i sintomi osservati fossero dovuti a più di una sostanza, cosa che non sarebbe stata se l'aeronautica siriana avesse sganciato una bomba al sarin come pretendono gli attivisti dell'opposizione; un ordigno del genere non produce un'onda d'urto o l'energia di attivazione necessaria ad innescare esplosioni secondarie. La gamma dei sintomi è compatibile invece con lo sprigionarsi di un miscuglio di sostanze chimiche, un miscuglio comprendente ipoclorito e fosfati organici di quelli che si usano in molti fertilizzanti e che può causare effetti neurotossici simili a quelli del sarin.
Un suicidio politico
La principale fonte di Hersh nell'ambiente dei servizi fa anche una importante considerazione sul contesto che sicuramente non succederà di apprendere dal mainstream.
Quello che la maggior parte degli ameriKKKani non capisce che se ci fosse davvero stato da parte dei siriani un attacco con gas nervini dietro autorizzazione di Bashar [Assad], i russi sarebbero montati in collera dieci volte di più di qualsiasi altro occidentale. La strategia dei russi contro lo stato islamico, che contempla la collaborazione con gli ameriKKKani, ne sarebbe stata distrutta e Bashar avrebbe avuto la responsabilità di aver fatto girare i coglioni ai russi con conseguenze imprevedibili per lui stesso. Bashar avrebbe fatto una cosa del genere? Proprio quando sta per vincere la guerra? Ma mi stai prendendo in giro?Quando i funzionari della sicurezza nazionale statunitense si sono messi a pianificare la rappresaglia di Trump hanno chiesto alla CIA che cosa sapeva di quanto successo a Khan Sheikhoun. Secondo la fonte di Hersh, la CIA rispose che "non esisteva alcun quantitativo residuale di sarin a Sheyrat [la base da cui erano decollati i bombardieri siriani] e che Assad non aveva motivo di suicidarsi politicamente."
La fonte continua:
Nessuno sapeva da dove venissero le foto [delle vittime dell'attacco]. Non sapevamo chi fossero i bambini o come fossero stati colpiti. In realtà il sarin è molto facile da identificare perché penetra nelle tinteggiature, quindi non si sarebbe dovuto far altro che prenderne un campione. Sapevamo che c'era stata una nube [tossica] e sapevamo che aveva ferito della gente. Però non si può saltare da una cosa come questa alla certezza che Assdad avesse nascosto del sarin alle Nazioni Unite perché voleva usarlo a Khan Sheikhoun.Trump, sotto pressione politica e particolarmente emotivo per natura, ha ignorato l'evidenza. Afferma la fonte di Hersh:
Il presidente ha visto le fotografie delle bambine avvelenate e ha detto che Assad aveva commesso un gesto atroce. È tipico della natura umana: si salta alle conclusioni che si vogliono. Coloro che analizzano le informazioni nei servizi non si mettono certo a questionare con un presidente. Non si mettono certo a dire al presidente "se ti metti a interpretare i dati in questo modo, io lascio perdere".Anche se i repubblicani, i democratici e tutti i mass media si sono schierati per la prima volta compatti a fianco di Trump, gli interlocutori di Hersh si sono rivolti a lui apparentemente senza timore per quanto potrebbe succedere in una prossima occasione.
Il pericolo insito nella rappresaglia di Trump, occorsa dopo un attacco chimico di cui non si ha alcuna prova, è che potrebbe aver ucciso militari russi e spinto Putin ad ingaggiare un confronto molto pericoloso con gli USA. Nell'ambiente dei servizi si teme anche che i mass media abbiano diffuso una narrativa falsa, che fa pensare che non solo l'attacco con il sarin ci sia davvero stato, ma che ne fa figurare la Russia come corresponsabile e che implica che il personale delle Nazioni Unite non ha di fatto supervisionato la distruzione delle scorte di armamenti chimici siriani nel 2013-2014. Tutto questo permetterebbe agli oppositori di Assad di asserire in futuro, in un momento in cui risulti opportuno, che il governo siriano ha sferrato un altro attacco con il sarin anche in assenza di qualsiasi prova.
Hersh riporta in conclusione affermazioni della sua fonte che dovrebbero intimorire tutti:
Il problema è questo: che cosa succede se all'odiata Siria viene imputato un altro inesistente attacco con il sarin? Trump ha alzato la posta e si è messo all'angolo, con questa decisione di bombardare. E non si pensi che questi tizi [i gruppi islamisti] non stiano già pensando al prossimo attacco fasullo. Trump non avrà altra scelta che quella di bombardare di nuovo, e in modo più duro. Non è capace di dire che si è sbagliato.
Aggiornamento
Come c'era da aspettarsi, l'indagine di Hersh ha suscitato un vespaio. Se c'è una cosa chiara su quanto successo a Khan Sheikhoun, è che in assenza di un'indagine indipendente non esiste ancora alcun prova determinante per decidere come siano andate le cose, in un senso o in un altro. Il nostro compito in qualità di osservatori dovrebbe essere quello di mantenere una distanza critica e di considerare altre questioni rilevanti, come il contesto e le probabilità.
Lasciamo per un momento da parte il caso specifico di quanto successo il 4 aprile e concentriamoci invece su quello che i detrattori di Hersh devono dare per buono se sostengono che Assad ha usato il sarin contro la popolazione di Khan Sheikhoun.
1. Assad è talmente fuori di testa e autodistruttivo -o è perlomeno a tal punto incapace di controllare i propri ufficiali superiori, che a loro volta devono essere fuori di testa ed autodistruttivi- che in varie occasioni ha ordinato di usare armamenti chimici contro la popolazione civile. Per farlo ha scelto il peggior momento possibile per la sopravvivenza sua e del suo governo, e proprio quando attacchi del genere non avevano alcuna necessità.
2. Putin è altrettanto pazzo e disposto a rischiare un conflitto senza ritorno con gli USA che in più di un'occasione ha avallato o a fatto finta di non vedere che il governo di Assad usava il sarin. Poi non ha fatto nulla per fargliela pagtare dopo, quando le cose sono andate male.
3. Hersh ha deciso di buttare a mare tutte le competenze investigative sviluppate in tanti decenni di attività per accettare a scatola chiusa qualunque diceria priva di fondamento che i suoi referenti di lunga data nei servizi di sicurezza hanno pensato di rifilargli. E lo ha fatto senza curarsi dei danni che avrebbe inflitto alla sua reputazione e alla sua credibilità professionale.
4. Un numero significativo di funzionari dei servizi stratunitensi che Hersh conosce e con cui ha lavorato per tanto tempo ha deciso proprio ora di mettere in piedi un'elaborata rete di menzogne che nessuno ha voglia di pubblicare, o sperando di fare danni a Hersh per vendicarsi tutti insieme di lui, o sperando di screditare in permanenza gli stessi servizi cui appartengono.
I detrattori non devono solo credere ad uno di questi punti. Li devono considerare tutti e quattro inoppugnabili.