Il 22 marzo 2016 bombe artigianali hanno colpito un androne aeroportuale e due stazioni della metropolitana di Bruxelles.
Trenta morti, duecentotrenta feriti e due cinguettate di Matteo Salvini.
Sembra che anche questa volta qualcuno (vuoi il rappresentante locale, vuoi il destinatario) abbia restituito al mittente un campioncino della democrazia da esportazione a suo tempo recapitata in pessimo stato, e abbia addebitato all'esportatore cialtrone anche le spese di trasporto.
Kimyongür non è solito esprimersi senza motivo e questo non è compatibile con la libertà di ciancia tutelata in "Occidente"; per giunta l'esportazione della democrazia è una cosa serissima: mica si può permettere al primo signor nessuno di ridere in faccia a tanti ben vestiti. Sicché il Regno del Belgio -e il Regno d'Olanda, e lo stato che occupa la penisola italiana- lo hanno ringraziato facendogli fare dentro e fuori la galera tre o quattro volte su mandato della Repubblica di Turchia.
Qualche mese prima uno dei ben vestiti suddetti di nome Didier Reynders, cui il Regno del Belgio faceva fare il ministro degli esteri, aveva affermato che sarebbe stato il caso di fare un monumento ai combattenti che dal Belgio erano partiti per contribuire alla distruzione della Repubblica Araba di Siria.
Nicolas Sarkozy, un altro ben vestito parimenti competente, gli aveva conferito la Legion d'Honneur.
Trenta morti, duecentotrenta feriti e due cinguettate di Matteo Salvini.
Sembra che anche questa volta qualcuno (vuoi il rappresentante locale, vuoi il destinatario) abbia restituito al mittente un campioncino della democrazia da esportazione a suo tempo recapitata in pessimo stato, e abbia addebitato all'esportatore cialtrone anche le spese di trasporto.
Non è un caso che il Belgio ospiti l'8 maggio prossimo un incontro internazionale sui combattenti stranieri in Siria. Gli esperti europei di antiterrorismo sono unanimi: il Belgio ha il maggior numero di jihadisti in Siria in rapporto al numero di abitanti. Nei quartieri popolari di Bruxelles, di Vilvoorde o di Anversa, a forte presenza musulmana, la pressione esercitata dai gruppi religiosi radicali è particolarmente sensibile. Storicamente, l'Arabia Saudita ha il monopolio della formazione religiosa dei musulmani di lingua araba in Belgio.Così si esprimeva un paio d'anni fa lo scrittore e polemista belga di origine turco-alevita Bahar Kimyongür.
Kimyongür non è solito esprimersi senza motivo e questo non è compatibile con la libertà di ciancia tutelata in "Occidente"; per giunta l'esportazione della democrazia è una cosa serissima: mica si può permettere al primo signor nessuno di ridere in faccia a tanti ben vestiti. Sicché il Regno del Belgio -e il Regno d'Olanda, e lo stato che occupa la penisola italiana- lo hanno ringraziato facendogli fare dentro e fuori la galera tre o quattro volte su mandato della Repubblica di Turchia.
Qualche mese prima uno dei ben vestiti suddetti di nome Didier Reynders, cui il Regno del Belgio faceva fare il ministro degli esteri, aveva affermato che sarebbe stato il caso di fare un monumento ai combattenti che dal Belgio erano partiti per contribuire alla distruzione della Repubblica Araba di Siria.
Nicolas Sarkozy, un altro ben vestito parimenti competente, gli aveva conferito la Legion d'Honneur.