Casaggì è un'organizzazione politica di Firenze, oggi come oggi pressoché ridotta ad una mescita con cucina. La crisi ed il collasso del maggior partito "occidentalista" della penisola italiana ne hanno drasticamente ridotto le pretese, ma la natura dell'"occidentalismo" non cambia, rovesci, traversie e ridimensionamenti nonostante. Nella politica "occidentalista" un terreno fatto di incompetenza incosciente offre nutrimento all'abiezione, alla malafede e alle menzogne che sono segno inequivocabile del Lapidato.
All'inizio di febbraio 2015 le gazzette fiorentine si occupano per qualche ora di Piazza Brunelleschi e della Facoltà di Lettere e Filosofia: la blindatura della zona in cui sorge il suo ingresso principale, salutata come una panacea contro insihurezzeddegràdo dai ben vestiti che la vollero ad ogni costo, pare sia servita a poco o nulla, sicché si invocano ulteriori giridivitetolleranzezzèro.
Casaggì Firenze ha svolto per anni funzioni di sguattera -per tacere di altre occupazioni ancora meno riferibili- alle dipendenze dell'"occidentalismo" di Firenze. Come tale ha conosciuto tempi splendidi: le spalle più che coperte le hanno consentito di praticare quell'antagonismo filogovernativo che nella penisola italiana non ha mai rappresentato una contraddizione in termini lordando la città di scritte e manifesti, contribuendo con coerenza "occidentalista" allo stesso degrado da cui tanto si diceva infastidita.
Cambiati i tempi, esaurita la pazienza delle persone serie e stretti a tempo indeterminato i cordoni di certe borse, Casaggì Firenze non può che contare sulla memoria labile su cui contano propagandisti e gazzettieri.
Non sono serviti neanche i morti.
Il punto è, esattamente, questo.
Gli "occidentalisti" fiorentini, di morti se ne intendono.
A suo tempo ci occupammo della costruzione del cancello su ricordato. Uno dei più insistenti nel caldeggiare l'iniziativa fu il diplomato Giovanni Donzelli, politico "occidentalista" ricordato distrattamente a Firenze perché incapace di conseguire il più insignificante dei titoli accademici nonostante la sua iscrizione letteralmente plurilustre. Tra gli "occidentalisti" è d'altronde normale fare i "responsabili giovanili" fino ai quarantasei anni, in attesa che si liberi un posto in qualche ente pubblico. Scrivevamo tra l'altro che
Anche un orologio fermo segna l'ora esatta due volte al giorno, sicché può succedere che a Casaggì Firenze scappi con la stessa frequenza e per motivi simili qualche considerazione condivisibile: col buonismo si è davvero esagerato.
Contro certi mandolinisti a bande verticali di uguali dimensioni sarebbe auspicabile una risposta non virtuale, improntata ad un inequivocabile cattivismo.
All'inizio di febbraio 2015 le gazzette fiorentine si occupano per qualche ora di Piazza Brunelleschi e della Facoltà di Lettere e Filosofia: la blindatura della zona in cui sorge il suo ingresso principale, salutata come una panacea contro insihurezzeddegràdo dai ben vestiti che la vollero ad ogni costo, pare sia servita a poco o nulla, sicché si invocano ulteriori giridivitetolleranzezzèro.
Casaggì Firenze ha svolto per anni funzioni di sguattera -per tacere di altre occupazioni ancora meno riferibili- alle dipendenze dell'"occidentalismo" di Firenze. Come tale ha conosciuto tempi splendidi: le spalle più che coperte le hanno consentito di praticare quell'antagonismo filogovernativo che nella penisola italiana non ha mai rappresentato una contraddizione in termini lordando la città di scritte e manifesti, contribuendo con coerenza "occidentalista" allo stesso degrado da cui tanto si diceva infastidita.
Cambiati i tempi, esaurita la pazienza delle persone serie e stretti a tempo indeterminato i cordoni di certe borse, Casaggì Firenze non può che contare sulla memoria labile su cui contano propagandisti e gazzettieri.
Continua la vergogna di Piazza Brunelleschi lasciata nelle mani diebreirom delinquenti e vagabondi. A nulla sono servite le mille e più proteste dei residenti e di chi vive la piazza ogni giorno. Le istituzioni del governo cittadino e quelle della Facoltà di Lettere ricattate dall'estrema sinistra hanno abbandonato la piazza. Furti, minacce, spaccio di droga sono ormai la prassi. Non sono serviti neanche i morti per voltare pagina.
Non sono serviti neanche i morti.
Il punto è, esattamente, questo.
Gli "occidentalisti" fiorentini, di morti se ne intendono.
A suo tempo ci occupammo della costruzione del cancello su ricordato. Uno dei più insistenti nel caldeggiare l'iniziativa fu il diplomato Giovanni Donzelli, politico "occidentalista" ricordato distrattamente a Firenze perché incapace di conseguire il più insignificante dei titoli accademici nonostante la sua iscrizione letteralmente plurilustre. Tra gli "occidentalisti" è d'altronde normale fare i "responsabili giovanili" fino ai quarantasei anni, in attesa che si liberi un posto in qualche ente pubblico. Scrivevamo tra l'altro che
...Uno dei più sbandierati traguardi raggiunti dal suo "impegno" [del diplomato Giovanni Donzelli, N.d.A.] fu, all'inizio del 2007, la blindatura di Piazza Brunelleschi.
In Piazza Brunelleschi si affaccia uno degli ingressi della Facoltà di Lettere. La piazza è una specie di cul de sac in cui per almeno trent'anni consecutivi si è data appuntamento un'umanità variopinta e discutibile quanto si vuole, ma viva.
Dopo anni di bizze e di pestar di piedi da parte di Giovanni Donzelli e dei suoi commensali, lo sgombero di uno spazio bar autogestito e l'installazione di cancellate carcerarie restituirono la piazza a quell'ordine del nulla che piace tanto ai politici, ai parassiti del mercato immobiliare e ai sudditi indottrinati dalla libera informazione "occidentale".
Pochi giorni dopo la riduzione di piazza Brunelleschi ad una specie di cortile da galera, il 23 marzo 2007, un uomo sui trent'anni vi fu trovato morto. Si vada a leggere il comunicato stampa con cui Giovanni Donzelli commentava la questione, ovviamente senza perdere l'occasione per invocare altri giri di vite.
Oltre a far notare la disumanità di fondo che trasuda dallo scritto è bene aggiungere un'ulteriore considerazione. Senza l'intromissione del securitarismo d'accatto, della tolleranzazzèro per i'ddegrado e via ciarlando, quel giorno di marzo la piazza sarebbe stata ancora frequentata. Qualcuno avrebbe potuto accorgersi del malore di quel giovane e forse non gli sarebbe stata riservata la fine solitaria e burocratizzata che attende i drop out della "civiltà" contemporanea.
Ma la lotta a i'ddegrado e per la sihurezza, remunerativa com'è, può ben trascurare dettagli come questo. E per avere la consapevolezza di avere un morto sulla coscienza occorre innanzitutto avere una coscienza.
Anche un orologio fermo segna l'ora esatta due volte al giorno, sicché può succedere che a Casaggì Firenze scappi con la stessa frequenza e per motivi simili qualche considerazione condivisibile: col buonismo si è davvero esagerato.
Contro certi mandolinisti a bande verticali di uguali dimensioni sarebbe auspicabile una risposta non virtuale, improntata ad un inequivocabile cattivismo.