<
La propaganda "occidentalista" trascina stancamente da almeno due anni una questione di cui non importa assolutamente niente a nessuno nonostante l'occidentalame vi abbia profuso le proprie migliori risorse, e che in questa sede abbiamo già affrontato e liquidato da diverso tempo.
Alla fine di agosto 2014 uno dei protagonisti della faccenda avrebbe sofferto di un lieve malore (uno stato ischemico transitorio, pare).
Il primo settembre 2014 una schedatura sul Libro dei Ceffi a nome Giulia Latorre riportava il testo qui riprodotto, che ha alimentato per qualche ora le gazzette. L'originale pare fosse lievemente diverso: il nome dello stato che occupa la penisola italiana era associato all'epiteto di Cambronne, fatto velocemente sparire dall'autore delle cinque righe. Qualcun altro degli interessati avrà fatto notare che non è molto elegante scatarrare nella ciotola da cui si mangia.
Riccardo Venturi ha espresso articolate considerazioni sulla materia. Se ne riprende qui lo spunto, quale sostanziale dileggio della altrui disinvoltura.
I toni usati dalla sedicente Giulia Latorre non sono propriamente quel che ci si aspetta dalla figlia di un eroico difensore della Sacra Patria; nonostante le correzioni in corso d'opera, il suo scrittarello merita di essere riprodotto per intero, con la sua peculiare grafia, poiché anch'essa contribuisce a dare un'idea molto precisa del suo "paese" e delle competenze dei suoi sudditi.
Riassumendo:
 a) Lo stato che occupa la penisola italiana, secondo la schedatura a nome della sig.na Latorre Giulia, è di merda (seppure prontamente cancellata) perché li fa restare: forse, chissà, si vorrebbe dichiarare guerra alla Repubblica dell'India assieme ai ripetenti da scuola media di Boutique Pound e insieme a Giorgia Meloni, che in questi giorni pensava seriamente di danneggiare reputazione ed economia di una potenza nucleare esortando un palloniere a non andarci a fare le pallonate.
b) Lo stato che occupa la penisola italiana, sempre secondo la stessa schedatura, è di merda perché "si preoccupa" (coi campi di concentramento chiamati CIE e con la legge Bossi-Fini, verrebbe da dire) "di portare qui gli immigrati che bucano le ruote xk vogliono soldi"; considerazione profondissima e intelligentissima ripresa ipso facto dalla "Padania", che in questi casi difende a spada tratta quello stesso stato che il suo partito di riferimento aveva giurato di distruggere. O terra dei maccheroni! Smetti di preoccuparti di quegli sporchi immigrati che bucano le ruote "per soldi" e preoccupati per i tuoi eroici figli che bucherellano esseri umani a gratis! (a gratis..?!?)
c) Lo stato che occupa la penisola italiana, infine, non si preoccupa "dei fratelli che combattono per noi e perdono la vita".
Ehi, ehi, calma, ragazzina. D'accordo che il babbo si è sentito male, ma bisognerà chiarirti un paio di cose, e definitivamente. La prima è che il tuo babbo non è mio fratello, e non lo vorrei come fratello nemmeno se me lo regalassero infiocchettato. Non "combatte" affatto, né per me, né per te e né per noi; se ne stava a far la guardia a un privato, e magari dovresti chiederti seriamente che cosa ci stava a fare e perché. Non era a difendere la "Patria", ma una proprietà privata. Non era a far la guerra; sai, quella cosa che i "nostri ragazzi" vanno a fare qua e là, travestita da "missione di pace" con ricchissimi finanziamenti e rifinanziamenti. Tant'è vero che la vita non la hanno rischiata affatto, ma la hanno tolta a due poveracci che lavoravano a casa propria. Non cercare di confondere le acque, ragazzina, anche se si capisce la preoccupazione per il babbo che è stato male; e non tirare in ballo la morte, perché la morte a questo Paese gliela stanno dando soprattutto le spese militari e i razzismini quotidiani da brava figlia come il tuo. Una perfetta figlia dell'Italia, sei: perché la offendi?
Queste ultime righe sono riprese senza alcuna correzione dal testo originale e contengono il nome dello stato che occupa la penisola italiana; ce ne scusiamo come sempre con i nostri lettori, specie con quanti avessero appena finito di pranzare.