Che la sinistra più o meno estrema "stia dalla parte dell'Islam" -qualunque cosa si voglia dire con una simile affermazione, dal momento che stiamo parlando di geopolitica e non di calcetto- resta tutto da dimostrare perché la lettura di Liberazione, del Manifesto o la visita di siti quali ad esempio quello del campo antiimperialista (la cui collocazione a sinistra è comunque arbitraria ed ampiamente discutibile) o di quelle "tute bianche" che sono esistite come tali solo nei giornalini di lagne parafasciste non permettono di trarre una simile conclusione, specie http://www.qwerg.com/tutebianche/it/luglio/index.html che al momento in cui scriviamo risulta non aggiornato da almeno sei anni.
I dubbi, quindi, restano; e la Destra da che parte sta? Nel suo "libro" La Forza della Ragione Oriana Fallaci raggiunge le facilmente scalabili vette del qualunquismo più ebefrenico pensando a Destra e Sinistra come a "due squadre di calcio in lotta per lo scudetto che rincorrono la palla del Potere”. In realtà, dice la Fallaci “se le guardi bene, però, t’accorgi che nonostante il colore diverso della maglietta non sono nemmeno due entità distinte. Sono un blocco omogeneo, un’unica squadra che combatte sé stessa” (pag.201). La Destra laida, reazionaria, ottusa, feudale esiste ancora e gode di ottima salute grazie all'indefesso impegno di "occidentalisti" e pennaioli di vario calibro e stipendio, ai quali Oriana Fallaci ha indicato la via di un mercato sempre ricettivo. Curiosamente, secondo gli "occidentalisti" "i paesi più retrogradi sono tutti paesi del Medioriente, dell’estremo oriente e dell’Africa; paesi musulmani soggiogati da secoli e secoli dall’islam. La Destra laida, reazionaria, ottusa, feudale oggi la troviamo soltanto in islam. E’ l’islam!". Naturalmente le cose non stanno affatto in questo modo; basta visitare uno qualunque dei paesi così sbrigativamente elencati per rendersi conto che, se mai, la causa di una condizione di arretratezza che in svariati casi sarebbe tutta da dimostrare va cercata nel colonialismo europeo e nel conseguente aborto di una classe borghese responsabile ed all'altezza dei propri compiti storici. Laddove il colonialismo è stato rigettato, come nella Repubblica Islamica dell'Iran, una classe dirigente libera da modelli importati sta assolvendo in modo non certo esente da critiche e da difetti anche gravi, ma con realismo e responsabilità ai compiti dello sviluppo. Con risultati apparentemente sorprendenti. Gli "occidentalisti" lamentano poi la scomparsa della Destra storica, cui ascrivono generosamente ogni sorta di merito costituzionale, parlamentare e democratico come se essa Destra non si fosse sistematicamente alleata coi peggiori arnesi del fascismo, del franchismo, del petainismo, del rexismo e comunque della reazione più retriva secondo una tradizione perdurante anche oggi.
Su quale sia davvero la posizione della Destra rispetto all'Islam, qualunque cosa si voglia affermare facendo generalizzazioni così grossolane, indebite e sommamente idiote, sono gli stessi "occidentalisti" a fornire dati interessanti. Sono dati interessanti perché indicano anche quale siano il senso morale ed i principi etici di chi non esita a sputare nel piatto dove ha mangiato fino a ieri, in nome della canina fedeltà a chi gli passa lo stipendio. Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno procurato ai servi della carta stampata il nemico del quale li aveva resi orfani la caduta del muro di Berlino: poco importa se l'immane opera di denigrazione contempla virate di centoottanta gradi o fenomenali sputtanamenti di figure e di figuri tenuti sull'altare fino ad un secondo prima. Nell'alacre tentativo di colorire un "islam" generalizzato ed impoverito oltre ogni limite con qualunque connotazione negativa venisse loro in mente, gli affastellatori di chiacchiere da portineria che i media "occidentalisti" tengono in massima considerazione sono soliti accostare Islam e nazionalsocialismo, sport in cui eccelle l'ex ministro Roberto Castelli (il quale ha in più d'un occasione dato prova di non sapere assolutamente nulla né dell'uno né dell'altro, al pari del suo compagno di mangiatoia Marcello Pera), rivangare i cordiali rapporti esistenti tra Hitler ed Amin al Husseini, e sorvolare sul fatto che la Destra i cui ultimi epigoni, pur ampiamente infradiciati d'acqua di Fiuggi, siedono a tutt'oggi nel parlamento dello stato che occupa la penisola italiana ha avuto per almeno cinquant'anni il proprio mito fondante e la propria legittimazione nel "non aver tradito" l'alleato tedesco e nazionalsocialista. Alleato tedesco e nazionalsocialista col quale mezzo mondo ha fatto ottimi affari fino all'ultimissimo minuto, compresa quella The Coca Cola Company che nel dopoguerra profuse cifre folli in campagne pubblicitarie vòlte al rifacimento di una verginità democratica che non c'era mai stata (secondo http://www.snopes.com/cokelore/fanta.asp nel 1939 la Coca Cola, nel Terzo Reich, era imbottigliata in 43 stabilimenti ed era smerciata da 600 distributori).
Una Destra "antiislamica", quella che è passata dai recenti riorientamenti? Secondo gli "occidentalisti" non certo abbastanza. Esistono vari personaggi colpevoli di rappresentare al loro sguardo severo di pastori paranoici proprio gli esemplari perfetti di agnelli traditori, le serpi in seno. Il primo è nientemeno che Gianfranco Fini, meritevole di vituperio perché non si oppone con l'ossessività desiderabile all'ingresso della Turchia nella UE; addirittura si è poi detto propenso alla concessione del voto agli "immigrati che pagano le tasse", eludendo il razzismo biologico che dell'"occidentalismo" rappresenta il fondamento neanche troppo nascosto, pure eludibile a precise condizioni solitamente contemplanti il denaro.
Un altro personaggio del genere è sicuramente Franco Cardini, colpevole di aver scritto la prefazione per l'edizione tradotta del Libro curata da Hamza Piccardo. Piccardo è "colpevole" di rappresentare l'Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia. Magdi Allam, autentica bandiera "occidentalista", non ha particolare simpatia per questi signori e lo stesso atteggiamento si propaga ovviamente ai suoi troppi lettori.
A Cardini si rimproverano, in sostanza, le righe che seguono. Chi volesse leggere l'intera prefazione, per farsi anche un'idea dell'ampiezza (e del criterio) con cui gli "occidentalisti" sforbiciano le loro fonti, può trovarla su http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=587.
”La nuova primavera coranica, alla quale stiamo assistendo in questi anni, è una benedizione per il mondo: anche, e soprattutto, per le altre due fedi abramiche. La Modernità occidentale ha provocato un dilagare dell’agnosticismo e dell’ateismo che peraltro ha messo in crisi la fede in Dio, ma non ha affatto debellato forme di paganesimo che sono risorte(…) I credenti nel Dio di Abramo di tutto il mondo non possono che salutare nel rinascimento musulmano-al di là dei fenomeni politici che lo accompagnano ma che restano solo equivocamente collegati a esso- una riscossa della fede che solo alcuni lustri or sono era insperabile. (…) I fedeli non possono che guardare con speranza e fiducia a ogni luogo nel quale si adori e si preghi Iddio onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra, e si rinsaldi giorno per giorno il patto che Egli ha stipulato con Abramo e al quale è rimasto fedele. Il Dio di Abramo, di Mosè, di Gesù e di Muhammad.”
Non troviamo alcunché da ridire su queste righe, trovandole anzi una rappresentazione perfetta della situazione attuale. Il commento "occidentalista" è, come al solito, assolutamente forsennato:
LA NUOVA PRIMAVERA CORANICA UNA BENEDIZIONE PER IL MONDO? [in maiuscolo nell'originale, ndr] Loro ci massacrano, ci invadono, mettono in discussione le conquiste della civiltà Occidentale e tutto questo per Cardini sarebbe una benedizione? Certo, ammette, questa rinascita islamica porta con sé qualche effetto politico collaterale, ma, tutto sommato, marginale rispetto al guadagno per l’occidente stesso. E dove sta il guadagno? Francamente ci sfugge. E poi, Gesù come Maometto? Il Dio cristiano come Allah?
Naturalmente, chi ha avuto occasione di recarsi negli ultimi anni in dar al'Islam non può non aver notato che in realtà sta succedendo l'esatto opposto: l'"Occidente" ha massacrato ed invaso e sta a tutt'ora massacrando ed invadendo in Iraq, in Palestina, in Afghanistan per fare solo gli esempi più macroscopici. Mentre dar al'Islam non sta affatto mettendo in discussione le conquiste della civiltà occidentale ma anzi le sta rapidamente facendo proprie, comprese quelle a più alto fatturato come la pornografia, cinematograficamente diffusa a cento metri dalla moschea di Damasco. Ovvio poi che il Dio cristiano sia "come Allah", dal momento che si tratta della stessa divinità.
Per trovare un terzo personaggio stangabile, in una Destra compattamente divenuta antiislamica a comando, dalla sera alla mattina e sicuramente non per sviscerato e disinteressato amore dello stato d'Israele, gli "occidentalisti" devono andare a stanare Pietrangelo Buttafuoco, che sul destra.it in cui scrive il non pletorico esercito di intellettuali di Gasparri, ha tentato di fugare i timori di invasione culturale paventati da un lettore. Scomparso il testo originale dal sito di riferimento, dobbiamo fidarci delle citazioni "occidentaliste" e questo non è certamente un bene. Buttafuoco, comunque, avrebbe avuto l'impudenza di esprimersi come era comune, nella sua area di riferimento, prima che in alte sfere si decidesse di cestinare i quattro quinti del patrimonio ideologico missino, ed usa toni accostabili (si licet parva componere) a quelli di quel Guénon che di essa Destra è stato riferimento ideologico imprescindibile:
“…Se c’è un aspetto sublime nell’ondata migratoria del Sud verso il Nord, infatti, uno è certamente quello di essere stata nel tempo anche un innesto spirituale, una risorsa metafisica per l’Occidente ateo. Il Dio maomettano è lo stesso Dio di Cristo. Lo ha spiegato molte volte Giovanni Paolo II.(…) Non si deve temere la contaminazione islamica. Al contrario. E nessuno per carità venga a dire la solita fregnaccia “sui cattolici che non possono dire messa ne paesi arabi”. Chi lo dice è sempre in malafede. (…) Se le moschee sorgono in Occidente, i sinceri cattolici non possono che gioirne: colmano un vuoto, la voragine di materialismo lasciatasi alle spalle dal clericalismo. L’islam, dunque, non è altro che quella speranza additata da Martin Heidegger oltre le macerie della metafisica occidentale. (…) E’ proprio per questo che, anche politicamente, l’islam è l’unico potente alleato di chi combatte il degrado morale, l’orrore sociologico del nuovismo e la miseria della civiltà americana. L’islam è l’unico potente contravveleno d’Occidente. (…) Politicamente i musulmani non potranno mai trovare, in ragione della loro dirittura morale, compromessi con la sinistra, con nessun tipo di laicismo, figurasi con qualsiasi ammorbamento democratico. Pertanto, gentile signore, se lei ritiene che la Destra debba mantenere alto il primato morale, si tenga stretto “il rischio musulmano”. Non potrà che ricavarne profitto. Per sé e per la Destra. Se la bandiera europea verrà sostituita dalla mezzaluna, sarà infine una vera fortuna: ha mai notato che il cosiddetto vessillo europeo sembra i realtà una bandiera d’albergo?”
Una simile serie di asserzioni, pur condita di sfondoni macroscopici (per dirne una, non sono certo i "cattolici" che "dicono messa", ma se mai i loro sacerdoti) e di idealizzazioni fuori luogo, nonché sicuramente peggiorata dai puntini di sospensione di cui gli "occidentalisti" abbondano, è sufficiente a far uscire di testa chiunque sia perfettamente digiuno, ossia ignorante, degli argomenti sfiorati da Buttafuoco, primo tra tutti la metafisica.
Per sostenere che la Destra contemporanea, schiava degli yankee e del denaro, non sia "antiislamica" occorre dunque andare a cercare i pochi casi isolati cui un democratismo di convenienza permette, di tanto in tanto, di uscire dal seminato. In realtà la Destra contemporanea è "antiislamica" nella misura in cui glielo consentono le convenienze e l'incompetenza. Un essere "antiislamici" frutto della venalità e dell'ignoranza, che è sicuramente spendibile con ottimi risultati sul mercato elettorale, ma che non depone certo a favore della serietà e dell'onore della parte politica che lo mette in atto, né dell'assennatezza dell'opera legislativa che simili forze politiche potrebbero portare a compimento.