Gli ultimi libri della Fallaci hanno irritato tanto non solo il cosiddetto establishment di sinistra, ma tutti gli esseri pensanti nessuno escluso che hanno avuto la ventura di imbattervisi. Ed evitarli era impossibile, stante il battage mediatico compiuto da De Bortoli & C. e l'ossessiva ubicuità dei volumi, messi a far bella mostra di sé perfino negli uffici postali ed accompagnati da una strategia di marketing che aveva perfino la faccia tosta di tacciare di censore chiunque vi trovasse qualcosa che non andava.
Uno dei motivi principali non sta tanto nel fatto che Oriana non ha spiegato assolutamente niente a nessuno -ognuno scrive quello che vuole- ma nel fatto che i suoi agenti letterari hanno imposto come unica chiave interpretativa del reale (chi si azzardava ad utilizzarne altre finiva letteralmente all'indice) una serqua infinita di geremiadi a contenuto persecutorio, una tra le più ricorrenti delle quali riguadava la "politica del ventre". Quello di politica del ventre è un concetto antropologico e storico che denota il dilagare di un malcostume politico imperniato sul clientelismo e sulla corruzione abituale, ed è solitamente utilizzato quando si deve descrivere la situazione sociopolitica dell'Africa subsahariana, quantunque lo stato che occupa la penisola italiana non sia affatto messo meglio da questo punto di vista; soltanto nel caso di Oriana e dei suoi estimatori esso passa ad indicare un piano prestabilito e coscenziosamente messo in pratica dagli "islamici" per colonizzare l'"Occidente" e per imporvi certe non meglio specificate loro "leggi". In che modo? Facendo molti figli, anzi figliando, secondo l'espressione che gli allevatori usano per le bestie da carne e gli "occidentalisti" per chi non la pensa come loro.
Questo figliare sarebbe nientemeno che un consapevole strumento di conquista dell'"Occidente", con il quale gli "islamici" sono di default in guerra costante e dichiarata, facendo del "terrorismo" solo una sorta di specchietto per le allodole. E' arcinoto infatti che in "Occidente" le persone trascorrono il loro tempo non lavorando, leggendo o bevendo in santa pace con gli amici, ma cercando con occhiuta determinazione di individuare "terroristi islamici". Un disorso -diciamo- un po' stravagante? Eppure seguendo la weltanschauung "occidentalista" si arriva diritti a queste conclusioni. Ovvio che non siano da meno i "rimedi" (tutte variazioni sul tema della repressione, solitamente oltre il limite del bambinesco) che gli "occidentalisti" suggeriscono per un problema che vedono soltanto loro. Anche in questo caso, infatti, la realtà va in direzione ostinata e contraria al desiderio dei fans dell'apartheid. In tutto dar al'Islam il numero di figli per donna sta decrescendo in modo repentino ed in meno di vent'anni è passato da sei-otto a due-tre al massimo. La cosa è verificabile senza eccessivo sforzo scambiando due parole con un po' di gente, o prendendo un aereo se proprio si vogliono fare le cose per bene.
Uno dei motivi principali non sta tanto nel fatto che Oriana non ha spiegato assolutamente niente a nessuno -ognuno scrive quello che vuole- ma nel fatto che i suoi agenti letterari hanno imposto come unica chiave interpretativa del reale (chi si azzardava ad utilizzarne altre finiva letteralmente all'indice) una serqua infinita di geremiadi a contenuto persecutorio, una tra le più ricorrenti delle quali riguadava la "politica del ventre". Quello di politica del ventre è un concetto antropologico e storico che denota il dilagare di un malcostume politico imperniato sul clientelismo e sulla corruzione abituale, ed è solitamente utilizzato quando si deve descrivere la situazione sociopolitica dell'Africa subsahariana, quantunque lo stato che occupa la penisola italiana non sia affatto messo meglio da questo punto di vista; soltanto nel caso di Oriana e dei suoi estimatori esso passa ad indicare un piano prestabilito e coscenziosamente messo in pratica dagli "islamici" per colonizzare l'"Occidente" e per imporvi certe non meglio specificate loro "leggi". In che modo? Facendo molti figli, anzi figliando, secondo l'espressione che gli allevatori usano per le bestie da carne e gli "occidentalisti" per chi non la pensa come loro.
Questo figliare sarebbe nientemeno che un consapevole strumento di conquista dell'"Occidente", con il quale gli "islamici" sono di default in guerra costante e dichiarata, facendo del "terrorismo" solo una sorta di specchietto per le allodole. E' arcinoto infatti che in "Occidente" le persone trascorrono il loro tempo non lavorando, leggendo o bevendo in santa pace con gli amici, ma cercando con occhiuta determinazione di individuare "terroristi islamici". Un disorso -diciamo- un po' stravagante? Eppure seguendo la weltanschauung "occidentalista" si arriva diritti a queste conclusioni. Ovvio che non siano da meno i "rimedi" (tutte variazioni sul tema della repressione, solitamente oltre il limite del bambinesco) che gli "occidentalisti" suggeriscono per un problema che vedono soltanto loro. Anche in questo caso, infatti, la realtà va in direzione ostinata e contraria al desiderio dei fans dell'apartheid. In tutto dar al'Islam il numero di figli per donna sta decrescendo in modo repentino ed in meno di vent'anni è passato da sei-otto a due-tre al massimo. La cosa è verificabile senza eccessivo sforzo scambiando due parole con un po' di gente, o prendendo un aereo se proprio si vogliono fare le cose per bene.