Tsitsernakaberd, la collina delle rondini ad Erevan, ospita il monumento alle vittime ed il museo del genocidio. Dopo una manifestazione imponente che nel 1965 aveva ricordato il Grande Male a cinquant''anni dal suo inizio, fu intrapresa la costruzione del monumento. Le autorità sovietiche si mostrarono (sorprendentemente, visti i tempi) comprensive ed i lavori si conclusero nel 1967. Attorno al complesso esistono alcuni filari di alberi, messi a dimora in nome dei leader stranieri che hanno riconosciuto il genocidio. |
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All''interno del museo che fa parte del complesso monumentale sono raccolte testimonianze scritte ed immagini, dai massacri hamidiani in poi. |
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Alcune gigantografie delle vittime occupano un posto importante. Armin Wegner, che raccolse una grossa mole di documenti ed immagini sulle spaventose condizioni degli scampati alle marce di evacuazione e sulle condizioni in cui si trovavano le vittime, è morto a Roma nel 1978 ma le sue ceneri sono tumulate qui dal 1996. |
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Tra dodici lastroni inclinati la cui simbologia è suscettibile di svariate interpretazioni (la più corrente è che rappresentino le dodici regioni dell''Armenia storica) si trova una fiamma eterna spesso circondata da fiori. In occasione del 24 aprile 2005, per le celebrazioni dei novant'anni dalla strage degli intellettuali stambulioti che dette il via allo sterminio pianificato, i fiori portati dai visitatori hanno formato un mucchio alto circa due metri tutto intorno alla fiamma. |
Lo sterminio degli armeni - Parte X (il monumento al genocidio)
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